Sono sempre di più i bambini e gli adolescenti obesi: è un problema da non trascurare perchè, prima ancora che l’estetica, l’obesità infantile mette a rischio la salute e rischia di avere ripercussioni anche in età adulta. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi quali sono i motivi per cui l’obesità infantile è rischiosa e consigliarvi alcune buone abitudini di cui i nostri bambini ci ringrazieranno.
- Obesità infantile, la situazione in Italia
- I rischi e le conseguenze dell’obesità infantile
- I fattori di rischio dell’obesità infantile
- Sovrappeso oppure obeso? Ecco la differenza
- I momenti più critici per lo sviluppo dell’obesità
- Come prevenire l’obesità infantile?
- Cosa fare in caso di obesità infantile?
Obesità infantile, la situazione in Italia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera l’obesità infantile un problema di salute pubblica ed è purtroppo un fenomeno che negli ultimi 30 anni ha visto una crescita notevole in tutto il mondo. Le percentuali variano da Paese a Paese, ma la situazione dell’Italia, patria della dieta mediterranea, i dati non sono confortanti. Ci piazziamo infatti ai posti più alti della classifica, con 2 bambini su 10 in sovrappeso e 1 su 10 addirittura obeso. Circa il 50% di questi bambini, poi, rischiano di avere problemi di peso anche da adulti.[ 1 ]
Il sistema di sorveglianza attivo in Italia, Okkio alla Salute, ha rilevato una leggera diminuzione dei numeri dell’obesità infantile grazie probabilmente al diffondersi di abitudini più sane, ma c’è ancora un 33% di bambini che non fa una colazione adeguata e un 8% che non la consuma del tutto. Il 20% non mangia quotidianamente frutta e verdura, ma in compenso il 36% beve ogni giorno bevande zuccherate o gassate, tutto comportamenti che aumentano il rischio obesità.[ 2 ]
I rischi e le conseguenze dell’obesità infantile
L’obesità infantile non è uno scherzo: ha serie ripercussioni sulla salute sia in età infantile sia più avanti. Possiamo infatti ricordare che:
- un bambino obeso su 20 ha la glicemia alta, una situazione che viene definita di pre-diabete ma che può ancora regredire;
- il 30% e oltre dei bambini obesi ha colesterolo e trigliceridi elevati, cosa che li espone al rischio di sindrome metabolica e arteriosclerosi;
- oltre il 30% dei bambini obesi hanno grasso nel fegato, che costituisce un sintomo di un danno epatico allo stadio iniziale;
- i bambini obesi sono a rischio di malattie cardiovascolari, di malattie muscolo-scheletriche come l’osteoartrite e hanno più probabilità di sviluppare alcuni tipi di tumore. Possono inoltre soffrire di problemi ortopedici e pressione alta.
Tutti questi rischi possono essere contrastati controllando il peso, ma l’intervento deve essere deciso e tempestivo e le buone abitudini devono essere mantenute nel tempo.
I fattori di rischio dell’obesità infantile
L’obesità è quasi sempre causata da uno stile di vita poco corretto e da un’alimentazione poco equilibrata, ma ci sono alcuni fattori di rischio da tenere presenti. Tra questi ci sono, ad esempio:
- fattori genetici;
- costituzione: se un bimbo ha entrambi i genitori obesi ha l’80% di probabilità di andare incontro a sovrappeso e obesità;
- il diabete gestazionale, cioè una particolare forma di diabete che insorge durante la gravidanza;
- il cibo scelto durante l’infanzia, che influenza le preferenze future dei bambini in fatto di cibo;
- fattori esterni, come un ambiente sempre più urbanizzato e digitalizzato che favorisce la sedentarietà;
- terapie farmacologiche prolungate, come ad esempio cortisone assunto per anni in grandi quantità.
Sovrappeso oppure obeso? Ecco la differenza
In età infantile non è così semplice determinare ad una semplice occhiata se un bambino è sovrappeso oppure obeso. Per determinarlo si può ricorrere all’Indice di Massa Corporea (IMC), che mette in rapporto peso e statura. Questo ci può dare qualche indicazione, che poi andrà ovviamente approfondita.
L’Indice di Massa Corporea si calcola dividendo il peso in chili per la statura in metri, elevando il risultato al quadrato. Un valore superiore a 25 definisce un soggetto sovrappeso, mentre un risultato superiore a 30 indica una condizione di obesità. A questo valore, però, vanno aggiunti ulteriori da valutare: il sesso del bambino, la percentuale di massa grassa e così via. Proprio per questo motivo nei centri specializzati vengono usati strumenti appositi, come ad esempio il plicometro, che misura lo spessore del grasso sottocutaneo, oppure l’impedenziometro, che determina la percentuale di acqua corporea e valutare di conseguenza la massa grassa.
I momenti più critici per lo sviluppo dell’obesità
Ci sono alcune fasi dello sviluppo del bambino più critiche per quanto riguarda il rischio obesità infantile. Sono:
- la nascita: un basso peso alla nascita associato ad un rapido recupero favorisce lo sviluppo di obesità precoce;
- il primo anno di vita: allattamento artificiale e svezzamento precoce, magari anche troppo ricco di proteine, favoriscono il rischio obesità, mentre l’allattamento al seno prolungato favorisce il controllo del peso corporeo;
- la fascia 4-6 anni, in cui un repentino aumento di peso si associa ad un accumulo precoce di grasso e quindi al rischio di obesità;
- la pubertà che, soprattutto nei maschi, comporta un aumento della massa magra con conseguente dimagrimento; se però si arriva all’adolescenza già sovrappeso o si registra un aumento di peso in questa fase della vita si hanno buone probabilità di diventare adulti obesi.[ 3 ]
Come prevenire l’obesità infantile?
Non è mai troppo presto per prevenire l’obesità infantile: si può cominciare sin dall’inizio della gravidanza! Anzi, gli specialisti ritengono che la gravidanza e i primi due anni di vita siano cruciali da questo punto di vista. A disposizione dei genitori ci sono molte risorse per informarsi in merito, come ad esempio il decalogo SIP-SIEDP[ 4 ], che però non sostituiscono il parere e i consigli del proprio pediatra. Possiamo ricordare qualche buona pratica da mettere in campo contro l’obesità infantile, per garantire un futuro più sano ai nostri bambini:
- come abbiamo visto, una alimentazione bilanciata in gravidanza e un allattamento al seno prolungato aiutano a contrastare il rischio di obesità infantile;
- un corretto svezzamento è di fondamentale importanza: qui potrete approfondire l’argomento;
- un’alimentazione corretta da mantenere per tutta la vita, seguendo le regole della dieta mediterranea e suddividendo l’apporto calorico quotidiano in 5 pasti: colazione, pranzo, cena e due spuntini. Bisogna inoltre consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, privilegiare le proteine vegetali e stare alla larga da fritti, grassi, merendine e snack fuori pasto;
- fare almeno 60 minuti di attività fisica al giorno moderata o intensa: è documentato che aiuti a prevenire sovrappeso e obesità in ogni fascia d’età;
- un corretto e attivo stile di vita: attività fisica, infatti, non significa solo sport ma anche camminare o andare in bicicletta anziché in auto, fare le scale anziché prendere l’ascensore oppure giocare all’aperto invece che passare il tempo libero davanti alla tv.
Cosa fare in caso di obesità infantile?
Se il bambino è sovrappeso oppure obeso bisogna correre ai ripari il prima possibile, in primis per la sua salute, e poi per evitare che venga fatto oggetto di commenti poco piacevoli da parte di compagni e adulti che potrebbero ferirlo e minare la sua autostima.
Il primo passo è sempre quello di rivolgersi al proprio pediatra di fiducia, che potrà occuparsi in prima persona di questa situazione oppure, soprattutto nei casi più seri, indirizzare verso uno specialista. Tra gli interventi che si possono mettere in campo ci sono:
- una diagnosi per definire la situazione con precisione;
- un percorso di terapia educazionale, che può prevedere ad esempio di porsi dei semplici obiettivi e di tenere un diario alimentare;
- percorsi di terapia educazionale di gruppo che coinvolgano attivamente il bambino e il ragazzo, ma anche la sua famiglia, spingendolo a confrontarsi non solo con chi è nella stessa situazione, ma anche con medici, dietisti e psicologi;
- un percorso di terapia educazionale basata sulla familiarizzazione multisensoriale con gli alimenti che vengono rifiutati.
Negli ultimi tempi, infatti, si è passati da un approccio basato su diete restrittive condite da sensi di colpa per il bambino e per la sua famiglia, ad una strategia basata sull’educazione terapeutica di tutta la famiglia, con l’obiettivo di raggiungere una perdita di peso basandosi su un cambiamento del proprio stile di vita.
Speriamo di avervi aiutato ad affrontare questo argomento un po’ spinoso che coinvolge non solo la salute dei nostri bambini ma anche il loro benessere psicologico: in caso di dubbi o domande potete contattarci sui nostri canali social.
NOTE
1. Sip, Obesità infantile, una condizione ancora troppo sottovalutata
2. MedicalFacts, Dati obesità infantile
3. Ospedale Bambino Gesù, Obesità
4. Sip, Decalogo anti-obesità dal concepimento e per l’intera vita