Svezzamento: le linee guida OMS Che emozione la scoperta del cibo "dei grandi" da parte dei bimbi! Ecco i consigli dell'OMS per non fare errori nella delicata fase dello svezzamento.

svezzamento linee guida OMS

Che emozione lo svezzamento di un bambino! È il momento in cui, con l’aiuto di mamma e papà, inizia ad esplorare nuovi sapori e nuove consistenze, imparando ad assaggiare e apprezzare il cibo “dei grandi”. Ma come essere sicuri di non sbagliare? A questo proposito ci sono linee guida dell’OMS per lo svezzamento, utili per passare senza troppi problemi da una dieta a base di latte ad una composta da cibi semi solidi.[ 1 ] Noi di BlaBlaMamma vi aiuteremo ad orientarvi all’interno di queste linee guida per lo svezzamento, ma non vogliamo in nessun modo sostituirci al parere del vostro pediatra: sarà lui il vostro principale punto di riferimento in questa avventura!

Cos’è lo svezzamento?

Lo svezzamento, o divezzamento, segna il graduale passaggio da una dieta basata sul latte materno o artificiale ad un’alimentazione che prevede l’inserimento di altri cibi, dal momento che dopo i 6/8 mesi il latte non è più sufficiente a soddisfare da solo tutte le esigenze nutrizionali di un bimbo che cresce. [ 2 ]

Quando cominciare?

È vero, ogni bambino ha i suoi tempi per fare le cose. In linea generale, però, l’Organizzazione Mondiale per la Salute e la comunità scientifica internazionale individuano intorno ai 6 mesi l’età giusta per cominciare a proporre al bambino qualche alimento diverso dal latte: fino a quel momento è consigliato l’allattamento esclusivo. Ricordiamoci però che si tratta, appunto, di un’indicazione: forzare lo svezzamento sarebbe un atteggiamento da evitare tanto quanto ostacolare la curiosità di un bambino verso cibi e sapori diversi, ovviamente nel massimo della sicurezza.
Dal punto di vista delle competenze fisiologiche necessarie, per poter passare al cibo semi solido e solido il bimbo dovrà avere la necessaria maturità digestiva, che solitamente si acquisisce già intorno ai 4/5 mesi, un buon controllo del tronco e la scomparsa dei riflessi legati alla suzione. La discriminante, però, sarà sicuramente l’interesse mostrato verso i cibi “dei grandi”.

Come cominciare lo svezzamento

Il vostro bambino è pronto a tendere le manine verso qualsiasi alimento vi portiate alla bocca? Questa è una buona indicazione per poter procedere con lo svezzamento. Rispetto al passato si tende sempre di più a non fissare un rigido calendario per l’introduzione degli alimenti, anche se rimangono alcune regole generali rispetto ad alcuni cibi specifici. Possiamo cominciare a far assaggiare al bambino i cibi consumati dai genitori, ovviamente in bocconi che possa deglutire senza pericolo, prediligendo però frutta e verdura, cibi poco salati e limitando l’apporto di proteine.

Secondo le linee guida dell’OMS sullo svezzamento, tra i 6 e gli 8 mesi il bambino può cominciare a mangiare alimenti diversi dal latte 2 o 3 volte al giorno, per arrivare a 3 o 4 volte tra i 9 e i 24 mesi, sempre rispettando i tempi del piccolo. Si possono proporre cibi diversi per consistenza e sapore, calcolando che fino agli 8 mesi il bambino può mangiare cibi semi solidi, mentre dagli 8/9 mesi in poi può cominciare a mangiare qualche pezzetto di cibo solido. A un anno, con tutte le precauzioni del caso, può mangiare lo stesso cibo preparato per il resto della famiglia, a patto che sia semplice.[ 1 ]

Proporre alimenti sani sin dalla primissima infanzia, infatti, predispone il bambino a prediligere questo tipo di cibi anche da adulto. Il tutto, poi, deve essere adeguato alla capacità del bambino di digerire in maniera efficiente ciò che gli viene proposto, mentre sembra superata l’idea che determinati alimenti introdotti precocemente possano favorire l’insorgere di allergie. Questa posizione è supportata anche dall’EFSA, European Food Safety Authority.[ 3 ]

Allattamento e svezzamento, cosa sapere

Molte mamme si chiedono se continuare ad allattare durante lo svezzamento. Sarete probabilmente contente di sapere che potrete continuare ad allattare il vostro bambino per tutto il tempo che riterrete opportuno, anche fino ai due anni di vita e oltre, come sottolineano le linee guida dell’Oms in merito allo svezzamento. Anche il Ministero della Salute [ 4 ] sottolinea i vantaggi per la mamma e il bambino dell’allattamento durante lo svezzamento. Tra i vantaggi per il bambino possiamo individuare:

  • protezione contro le infezioni gastrointestinali e respiratorie;
  • riduzione del rischio di morte in culla (SIDS);
  • riduzione dell’incidenza di tumori pediatrici;
  • minore rischio di obesità, diabete di tipo 2 e e malattie cardiovascolari in futuro;
  • effetto positivo sullo sviluppo neuro cognitivo.

E per la mamma?

  • riduzione del rischio di cancro al seno e all’ovaio;
  • maggiore capacità di far fronte all’osteoporosi in età avanzata;
  • possibilità di tornare velocemente al proprio peso forma.

Inoltre sapete benissimo che l’allattamento, sia al seno che con il biberon, è anche un momento molto intimo tra mamma e bambino, capace di dare non solo nutrimento, ma anche sicurezza al piccolo. La quantità di latte assunta dal bimbo si aggiusterà in maniera automatica man mano che aumenteranno le porzioni dei cibi solidi.

Le precauzioni da adottare

Quando si effettua il graduale passaggio ai cibi solidi, soprattutto in caso di autosvezzamento, quando cioè il bambino assaggia praticamente tutto ciò che mangiano gli adulti, ci sono alcune precauzioni da osservare rigorosamente. Al di là del modo in cui vengono cucinati gli alimenti, che devono sempre essere il più sani e leggeri possibile, dobbiamo aver cura di tagliare il cibo a pezzi molto piccoli e mai a rondelle, ma piuttosto a bastoncino per evitare il rischio di soffocamento. Attenzione soprattutto agli alimenti di forma tondeggiante! Soprattutto all’inizio, poi, è bene evitare anche alimenti come formaggi filanti, gnocchi, prosciutto crudo e tutto ciò che può risultare difficoltoso da deglutire.

Alcuni consigli generali sullo svezzamento

A dettare i tempi e i modi dello svezzamento, ormai lo abbiamo capito, deve essere il bambino stesso, con i suoi gusti e le sue preferenze. È quindi importante non forzarlo mai e dargli la possibilità di rifiutare il cibo, accettando il fatto che un determinato alimento non gli piaccia oppure che si senta sazio. Variate comunque i sapori, i colori e la consistenza dei cibi proposti, in modo che impari ad assaggiare un po’ di tutto, e non alteratene il sapore con sale, zucchero, spezie e condimenti: questo sarà una buona base per impostare un gusto per il cibo sano, che crescendo non potrà che fargli bene.

Non impedite al vostro piccolo di avere un rapporto “fisico” con il cibo, toccandolo con le mani e portandoselo autonomamente alla bocca: ci sarà tempo per le buone maniere! Può sembrare un dettaglio trascurabile, ma non dimenticate di cominciare a curare anche l’igiene orale del bimbo dopo ogni pasto, un’altra buona abitudine di cui vi ringrazierà.

NOTE


1. OMS, Complementary feeding
2. Ministero della Salute, Corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia
3. EFSA, Appropriate age range for introduction of complementary feeding into an infant’s diet
4. Ministero della Salute, Svezzamento quando e come iniziare

Altre fonti: Lucio Piermarini, Svezzamento quando e come iniziare