Nel corso della procedure di procreazione medicalmente assistita, uno dei passaggi più significativi per una coppia di aspiranti genitori è quello del trasferimento degli embrioni ottenuti in laboratorio nell’utero materno. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi cosa sapere su questa delicata procedura.
- Quando avviene la procedura di embryo transfer?
- Come viene eseguita la procedura?
- Quanti embrioni possono essere trasferiti?
- Quando avviene l’attecchimento dell’embrione?
Quando avviene la procedura di embryo transfer?
La fase di trasferimento degli embrioni, ottenuti ad esempio con la fecondazione in vitro ma anche con altre tecniche, non è il momento in assoluto più delicato di tutta la procedura, ma ciò non toglie che sia un’operazione che deve essere eseguita in maniera attenta da personale esperto e competente per depositare senza errori l’embrione nell’utero materno.
La tempistica del trasferimento dipende molto dallo stadio di sviluppo dell’embrione: in genere si effettua nel quinto giorno di sviluppo, ma questa valutazione viene fatta caso per caso. Viene poi preso in considerazione lo stato dell’endometrio materno, in base alle procedure di preparazione che sono state eseguite.
Come viene eseguita la procedura?
La procedura di transfer degli embrioni è semplice e per niente dolorosa, tanto che alla futura mamma potrà quasi sembrare un normale controllo ginecologico. Non è necessario presentarsi a stomaco vuoto, ma il medico potrà chiedere che la vescica sia piena per facilitare l’operazione, in base alla forma e alla posizione dell’utero. Nella stessa posizione usata per i controllo ginecologici si posiziona uno speculum per vedere la cervice, poi gli embrioni verranno trasferiti tramite una cannula molto sottile e flessibile. Grazie a questo tubicino l’embrione o gli embrioni selezionati verranno posti nella cavità uterina. Questa operazione, per quanto veloce e semplice, deve essere eseguita con grande delicatezza per evitare qualsiasi tipo di stress agli embrioni e all’endometrio che riveste l’utero. Dopo qualche minuto di riposo, la futura mamma potrà tornare alla sua vita di tutti i giorni, facendo però attenzione ad evitare sforzi inutili.
Quanti embrioni possono essere trasferiti?
In molti casi ci si limita al trasferimento di due embrioni al massimo, anche se in alcuni Paesi, come ad esempio la Spagna, si può arrivare fino a tre. Nella maggior parte dei casi, però, ad essere trasferito nell’utero materno è un singolo embrione, facendo ovviamente attenzione al fatto che sia di buona qualità per massimizzare le possibilità di una gravidanza. L’alto livello raggiunto dalle cliniche per la fertilità hanno notevolmente aumentato le possibilità di successo anche nel caso del trasferimento di un solo embrione, evitando così il rischio di gravidanze gemellari. Caso per caso vengono comunque valutati fattori come l’età degli aspiranti genitori, il numero di figli precedenti, la qualità degli embrioni, gli eventuali possibili rischi e i desideri della coppia.
Quando avviene l’attecchimento dell’embrione?
Il transfer dell’embrione non coincide con il suo impianto nel grembo della futura mamma, a seguito del quale comincia a svilupparsi e a crescere fino ad arrivare al momento del parto.
Non bisogna però fare confusione: manifestazioni simili a quelle dei primi sintomi di gravidanza come ad esempio nausea e tensione al seno possono essere dovuti ai farmaci presi e quindi in questo particolare caso non possono essere considerati segnali dell’inizio di una gravidanza. Delle piccole perdite ematiche, invece, nella maggior parte dei casi non indicano nulla di negativo, ma può essere al contrario un segnale dell’avvenuto impianto dell’embrione. Il metodo più sicuro per capire se la procedura è andata a buon fine è un esame del livello di BHCG nel sangue.
Speriamo che ora questo argomento un po’ complesso sia un po’ più chiaro. Se avete dubbi o domande potete farcelo sapere sui nostri canali social.