
Il ciuccio è uno di quegli oggetti che da sempre dividono genitori e pediatri: c’è chi lo considera un prezioso alleato per calmare il neonato e aiutarlo ad addormentarsi, e chi invece lo vede come un’abitudine da evitare. Ma allora, ciuccio sì o no?
La verità, come spesso accade quando si parla di bambini, sta nel mezzo. Il ciuccio può essere un valido strumento di conforto, ma deve essere usato con consapevolezza e nei momenti giusti. Nei primi mesi di vita, infatti, la suzione è un riflesso naturale che aiuta il piccolo a nutrirsi, a rilassarsi e a sentirsi al sicuro, ma come ogni abitudine può avere anche dei contro da valutare con attenzione.
Noi di BlaBlaMamma vogliamo offrire una panoramica chiara e completa per aiutare i genitori a prendere una decisione consapevole su “ciuccio sì o no”: ecco tutto ciò che vale la pena sapere prima di scegliere.
- Ciuccio sì o no? Il dibattito tra genitori e pediatri
- Ciuccio sì: i vantaggi del ciuccio
- I vantaggi del ciuccio per i bambini prematuri
- Ciuccio no: tutti gli svantaggi del ciuccio
- Conclusioni: ciuccio sì o no?
- FAQ sul ciuccio
Ciuccio sì o no? Il dibattito tra genitori e pediatri
Il ciuccio divide da sempre: per alcuni genitori è un alleato prezioso nei momenti di agitazione del neonato, per altri rappresenta un’abitudine difficile da gestire nel tempo. Anche tra i pediatri le opinioni non sono univoche: c’è chi ne riconosce i benefici, se usato con buon senso, e chi preferisce scoraggiarne l’uso per evitare interferenze con l’allattamento o problemi dentali futuri.
Il punto è che non esiste una risposta valida per tutti. Ogni bambino ha il proprio temperamento e il proprio modo di trovare conforto. Per alcuni, la suzione non nutritiva, cioè quella che non serve per nutrirsi ma per calmarsi, è una vera e propria strategia di autoregolazione che aiuta a rilassarsi e prendere sonno. Per altri, il ciuccio non è indispensabile, e il contatto con i genitori o l’allattamento al seno sono più che sufficienti per ritrovare serenità.
In definitiva, il dilemma “ciuccio sì o no” non dovrebbe trasformarsi in una battaglia di principi. È una scelta che va fatta in base alle esigenze del singolo bambino, alla routine familiare e al parere del pediatra di fiducia, tenendo conto dei possibili vantaggi e degli aspetti da monitorare. Vediamo quindi come capire meglio entrambi i lati della medaglia.
Ciuccio sì: i vantaggi del ciuccio
A volte per il neonato (e per i suoi genitori) è davvero difficile fare a meno di questo piccolo oggetto capace di calmare in pochi secondi anche il pianto più disperato. Non è un caso: la suzione è un riflesso naturale presente già nella vita intrauterina, non è raro, infatti, vedere ecografie in cui il bambino si succhia il dito nel pancione. È un gesto istintivo che, nei primi mesi, non serve solo per nutrirsi, ma anche per rilassarsi e scoprire il mondo attraverso la bocca, una delle sue prime “porte sensoriali”.
Tra i principali vantaggi del ciuccio c’è la sensazione di sicurezza che trasmette, il conforto che offre al piccolo nei momenti di agitazione e la capacità di favorire l’auto-consolazione, aiutandolo a gestire da solo piccoli momenti di stress. Il ciuccio, infatti, può diventare uno strumento utile anche per regolare le emozioni e scaricare le tensioni accumulate durante la giornata.
Naturalmente, è importante non abusarne. Inserirlo in bocca al bambino a ogni accenno di pianto può portare a usarlo come risposta automatica, senza considerare che il pianto, nei primi mesi, è il suo unico modo per comunicare bisogni e stati d’animo. Meglio quindi capire cosa vuole esprimere il piccolo e offrire il ciuccio solo quando è davvero un aiuto per calmarlo, non una scorciatoia per far cessare il pianto.
Contrariamente a quanto si pensa, l’uso del ciuccio, se limitato e adeguato all’età, non provoca danni irreversibili a palato e denti. Molti esperti ritengono che, entro i 3-4 anni, il suo utilizzo non sia problematico e che sia anzi meno dannoso della suzione del pollice, che esercita una pressione maggiore sull’arcata dentale.
Un aspetto importante riguarda la scelta del modello: occorre scegliere il materiale e la forma più adatta man mano che il bimbo cresce, optando per modelli anatomici e passando dal ciuccio in silicone a quello in caucciù dopo la comparsa dei primi dentini.
Un ulteriore vantaggio, secondo alcuni studi, è il possibile effetto protettivo contro la sindrome della morte in culla (SIDS)[ 1 ]: offrire il ciuccio durante il sonno, dopo il primo mese di vita e se il bambino lo accetta spontaneamente, può ridurre il rischio di SIDS, forse grazie al mantenimento di una respirazione più regolare durante il riposo.
I vantaggi del ciuccio per i bambini prematuri
Per i bimbi prematuri il ciuccio può offrire benefici specifici, soprattutto nelle prime settimane di vita in cui la suzione nutritiva non è ancora completamente coordinata. La suzione non nutritiva (con il succhietto) aiuta infatti il neonato a esercitare i movimenti di bocca, lingua e mandibola, favorendo la graduale acquisizione della coordinazione suzione–deglutizione–respirazione necessaria per l’alimentazione autonoma.
Nei reparti di terapia intensiva neonatale il succhietto viene spesso utilizzato come supporto nelle routine di cura perché può:
- favorire il passaggio all’alimentazione orale nei piccoli che faticano ad attaccarsi al seno o al biberon, riducendo i tempi per raggiungere poppate complete;
- stabilizzare il ritmo di suzione e deglutizione, con un effetto positivo sull’organizzazione del respiro;
- promuovere autoregolazione e calma, riducendo irritabilità e agitazione tra una procedura e l’altra;
- supportare la gestione del dolore in procedure minori (spesso insieme ad altre misure di consolazione), migliorando il comfort del neonato;
- agevolare la digestione e il riposo, con più fasi di sonno tranquillo e recupero.
L’introduzione del ciuccio nei prematuri andrebbe sempre valutata insieme al team neonatologico, integrandolo con il contatto pelle a pelle, la suzione al seno quando possibile e tutte le strategie che sostengono l’allattamento e lo sviluppo neuro-motorio del bambino.
Ciuccio no: tutti gli svantaggi del ciuccio
Quali sono i motivi per dire no al ciuccio? Sebbene il succhietto possa essere un valido alleato nei primi mesi, il suo utilizzo improprio o prolungato può comportare alcuni svantaggi da non sottovalutare. Il primo rischio è quello di creare una sorta di “dipendenza emotiva”: se viene offerto automaticamente a ogni pianto o segnale di disagio, il bambino può imparare a ricorrere solo al ciuccio per calmarsi, invece di sviluppare altre modalità di autoregolazione.
Un uso eccessivo del ciuccio, specialmente oltre il primo anno di vita, è stato inoltre associato a un aumento delle otiti medie ricorrenti[ 2 ]. Le cause non sono del tutto chiare, ma si ipotizza che la suzione prolungata possa influire sulla pressione nell’orecchio medio, favorendo il ristagno di muco e liquidi.
Con il passare dei mesi, i possibili effetti negativi non riguardano solo le orecchie. Dopo i 18-24 mesi il ciuccio dovrebbe essere gradualmente abbandonato, poiché un utilizzo frequente può interferire con il corretto sviluppo della bocca e della mandibola, causando malocclusioni dentali o alterazioni nella crescita del palato. L’abitudine prolungata alla suzione può inoltre ritardare il passaggio dalla deglutizione infantile a quella matura, influendo anche sulla respirazione, che può diventare orale invece che nasale.
Un altro errore comune è introdurre il ciuccio troppo presto. Se viene offerto prima che l’allattamento al seno sia ben avviato, generalmente nel primo mese di vita, può interferire con l’allattamento. Succhiare il ciuccio e succhiare al seno richiedono movimenti diversi della bocca, e questo può confondere il neonato o ridurre la stimolazione necessaria a mantenere la produzione di latte materno.
Come ogni supporto, anche il ciuccio va usato con equilibrio. Nei primi mesi può rappresentare un aiuto, ma è fondamentale imparare a riconoscere quando diventa una comodità per i genitori più che un reale bisogno del bambino, e accompagnarlo con dolcezza verso l’abbandono graduale.
Conclusioni: ciuccio sì o no?
Arrivare a una risposta definitiva non è semplice, perché ogni bambino è diverso e reagisce in modo unico al comfort che il ciuccio può offrire. La scelta tra “ciuccio sì o no” dovrebbe sempre tenere conto dell’età del piccolo, delle sue esigenze di consolazione e del parere del pediatra.
Il ciuccio può essere un valido alleato nei primi mesi per favorire calma, sonno e senso di sicurezza, ma è importante non trasformarlo in un sostituto dell’attenzione o del contatto con i genitori. Se usato con buon senso e igiene, e se viene gradualmente eliminato intorno ai 18-24 mesi, non comporta rischi significativi.
Il consiglio è di introdurlo solo dopo che l’allattamento è ben avviato, offrirlo nei momenti di reale bisogno e scegliere sempre modelli di qualità, anatomici e adatti all’età del bambino.
In definitiva, il ciuccio può essere un piccolo aiuto nella crescita del neonato, a patto che venga utilizzato come ciò che è: un supporto temporaneo, non una dipendenza. La serenità del bambino, e di chi se ne prende cura, resta sempre la guida più importante.
FAQ sul ciuccio
Quando si può iniziare a dare il ciuccio?
Il ciuccio può essere introdotto dopo il primo mese di vita, quando l’allattamento al seno è ben avviato e il neonato ha imparato a succhiare correttamente. In questo modo si riduce il rischio di confusione tra capezzolo e succhietto.
Fino a che età si può usare il ciuccio?
Gli esperti consigliano di limitarne l’uso entro i 18-24 mesi. Superata questa fase, la suzione prolungata può interferire con lo sviluppo del palato e della dentizione. Meglio quindi accompagnare il bambino verso un distacco graduale e sereno.
Meglio il ciuccio in silicone o in caucciù?
Nei primi mesi è preferibile il ciuccio in silicone, più igienico e resistente alla sterilizzazione. Dopo la comparsa dei dentini, invece, è consigliabile passare al ciuccio in caucciù, più morbido e naturale.
Il ciuccio riduce davvero il rischio di SIDS?
Diversi studi indicano che l’uso del ciuccio durante il sonno può essere associato a un minore rischio di Sindrome della morte in culla (SIDS), probabilmente perché aiuta il neonato a mantenere una respirazione più regolare. Tuttavia, va sempre considerato come misura complementare, non sostitutiva delle regole di sonno sicuro.
Come togliere il ciuccio senza traumi?
Il segreto è la gradualità. Si può iniziare riducendone l’uso durante il giorno e mantenendolo solo per il sonno, poi sostituirlo con altri gesti di conforto: coccole, storie della buonanotte o un peluche preferito. L’importante è non forzare il bambino ma accompagnarlo con pazienza e rassicurazione.
NOTE
1.Psaila K, Foster JP, Pulbrook N, Jeffery HE. Infant pacifiers for reduction in risk of sudden infant death syndrome.
2.Niemelä M, Uhari M, Hannuksela A. Pacifier as a risk factor for acute otitis media: a prospective cohort study.




























