Depressione post-partum: sintomi e cose da sapere Vediamo come si manifesta e quali sono i rimedi per combattere questa forma di depressione che può colpire le neomamme dopo il parto.

Depressione post-partum: i sintomi

I giorni che seguono il parto per alcune donne possono essere molto difficili e portare una sensazione di “grigiore”. Nonostante la gioia di aver dato alla luce il proprio bimbo, infatti, potrebbero sopraggiungere un po’ di tristezza e disagio: è la cosiddetta depressione post-partum, spesso abbreviata in DPP.
Noi di BlaBlaMamma cercheremo di analizzare come riconoscerla dando anche suggermenti su come intervenire per porvi rimedio.

Cos’è e come si manifesta

Forse non tutte le neomamme sanno che 8 donne su 10, dopo il parto, sono colpite da una lieve malinconia. Questo fenomeno, definito “baby blues” dallo psicoanalista e pediatra Donald Winnicott, tende spontaneamente a risolversi.
Purtroppo però nel 7-12% dei casi [ 1 ], si va incontro a quella che viene definita “depressione post-partum”.

La depressione post partum è considerata dal “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali” come una forma di depressione specifica se viene diagnosticata nelle prime quattro settimane successive al parto.
Si tratta di uno stato depressivo che compare nel primo mese dopo il parto, e non va preso assolutamente sotto gamba. Infatti, oltre che a compromettere la salute della donna, potrebbe colpire seriamente anche il neonato.

I sintomi che si evidenziano nelle donne che ne soffrono sono:

  1. agitazione
  2. irritabilità intensa e rabbia
  3. sbalzi di umore
  4. mancanza di appetito
  5. stanchezza cronica
  6. calo di concentrazione
  7. calo della libido
  8. isolamento da amici e familiari
  9. disturbi del sonno
  10. senso di colpa
  11. inadeguatezza nel ruolo di madre
  12. crisi di pianto
  13. tendenza a isolarsi
  14. pensiero di far male a se stesso o al bambino

Per questo motivo è molto importante riconoscere subito questo disturbo, in modo da intervenire il più rapidamente possibile e limitare i danni che può causare a tutto il nucleo familiare.
Il problema è che riconoscere questo stato d’animo non è facile come può sembrare. Molte donne, infatti, si vergognano di questo stato emotivo e tendono a dissimulare in presenza di altre persone, peggiorando così la situazione.
Quindi occorre fare molta attenzione e per questo è una buona idea che la futura madre si informi e avverta la famiglia di questa eventualità prima ancora del parto, facendo presenti i rischi che tale sindrome porta con sé.
Come riporta la dottoressa Serenella Salomoni, psicologa e psicoterapeuta Padovana, i fattori biologici possono essere curati con combinazioni di farmaci che riequilibrano gli ormoni e il tono dell’umore, ma è sempre fondamentale fornire un sostegno anche dal punto di vista psicologico [ 2 ].

Il baby blues

Come si diceva è normale, nei giorni immediatamente successivi al parto, che il calo di ormoni, la fatica fisica e mentale provocata dall’evento e altri fattori ad esso legati portino a sbalzi di umore, crisi di pianto e senso di tristezza nella neomamma. Come rilevato dallo psicoanalista e pediatra Donald Winnicott, fino al 80% delle donne possono manifestare questi sintomi in seguito al parto.
Questo è appunto il “baby blues”, da non confondere assolutamente con la depressione post-partum.
Se rimane entro certi limiti, infatti, questo stato è da considerarsi assolutamente normale e destinato a risolversi spontaneamente entro qualche giorno, di solito 3-4.

Psicosi post parto

La depressione post-partum se non viene trattata può evolvere in psicosi post-partum, manifestandosi attraverso una sintomatologia ancora più intensa e grave, che può includere:

  1. disorientamento
  2. allucinazioni e deliri
  3. paranoie
  4. tentativo di far male al bambino e a sé stesse

Questa condizione, se non curata, è destinata a peggiorare. Quindi è fondamentale che la neomamma presti molta attenzione a questi segnali e non abbia paura a parlare delle sue sensazioni e stato d’animo.
in questi casi è molto importante chiamare il proprio medico curante, spiegandogli la situazione che si è venuta a creare in modo che possa prendere le opportune contromisure.

Le cause

In realtà, la vera causa dell’insorgere della depressione post-partum è ancora da chiarire. Ci sono comunque fattori che possono favorirne l’insorgenza.
Tra le donne più a rischio ci sono quelle che:

  1. hanno già sofferto di stati depressivi o hanno avuto altri disturbi psicologici, come per esempio disturbi ossessivo-compulsivi, attacchi di panico o altre psicosi
  2. cercano di isolarsi e rifiutare l’aiuto degli altri
  3. vivono o hanno vissuto disagi familiari
  4. non avevano programmato la gravidanza
  5. hanno vissuto qualche trauma
  6. non vivono in condizioni economiche favorevoli
  7. soffrono di sindrome premestruale, quindi manifestano cambiamenti di umore e mal di pancia o di testa nei giorni precedenti il ciclo
  8. sono ansiose e irritabili
  9. abusano di alcol, fumo o droghe
  10. sono alla prima gravidanza

Ad alimentare questa sindrome c’è sicuramente il calo ormonale che si verifica naturalmente dopo il parto. infatti, come riporta anche il portale del Ministero della Salute, estrogeni e progesterone subiscono un drastico calo subito dopo aver messo al mondo un figlio [ 3 ].
Mentre questi ormoni calano, la prolattina, un ormone correlato ai sintomi depressivi, subisce un incremento dei suoi livelli.

Inoltre, come fa notare il neuropsicologo Lorenzo Magri, dopo il parto si può sviluppare la cosiddetta tiroidite post-parto, che può colpire una donna su dieci. E, a quanto pare, la depressione post-partum è riconducibile al malfunzionamento della tiroide in almeno il 5% dei casi [ 4 ].
Quindi se una donna nota qualche sintomo depressivo è sempre consigliabile che si sottoponga ad accertamenti endocrinologici, così da intervenire tempestivamente in caso di malfunzionamento della ghiandola tiroidea.

C’è una predisposizione genetica?

La sindrome della DPP potrebbe anche dipendere da alcuni geni presenti nel DNA.
Stando a quanto riporta una ricerca sulle cause, pubblicata su Medici Italia, a influire sulla comparsa della depressione post-partum, oltre al fattore ormonale, potrebbe essere anche la presenza di alcuni geni “modificati” [ 5 ].
E’ bene ricordare che questi sono studi ancora in attesa di conferma, ma potrebbero aprire la strada a nuovi metodi di cura e prevenzione di questo disturbo.

Terapia

Come rilevato anche dallo psichiatra e psicoterapeuta Federico Baranzini, allo stato attuale degli studi le prove a favore di una terapia psicologica rispetto a una di altro tipo sono ancora ridotte, quindi la scelta andrebbe basata essenzialmente sulle preferenze della paziente e sulle terapie disponibili in un dato servizio [ 6 ].
L’importante è comunque parlarne con il giusto specialista, che suggerirà la terapia migliore e seguirà la neomamma fino a risolvere il problema e anche oltre.
In caso di sintomatolgia grave si procede spesso con un trattamento farmacologico o con la psicoterapia.

Complicazioni

Se non viene presa e affrontata, questa sindrome può intaccare il legame con il bambino e causare seri problemi all’interno del nucleo familiare.
I danni potrebbero ripercuotersi sul bambino e causargli serie problematiche.
Alcuni bimbi potrebbero anche sviluppare ritardo nello sviluppo del linguaggio.

Depressione post-partum - Massaggi aiutano
Depressione post-partum: massaggi per ridurre i sintomi

Passeggiate e massaggi sono i benvenuti

È possibile seguire una serie di indicazioni che potrebbero essere d’aiuto per ridurre i sintomi della DPP, ritrovando uno stato psicologico normale per cercare di ridurre il bisogno di farmaci.
Passeggiare all’aperto, chiacchierare con famiglia e amici, fare attività fisica promuovono la produzione di endorfine, ma prendersi cura di sé stesse viene prima di tutto. Un massaggio o qualche altra attività rilassante risultano essere molto indicati.
Altre raccomandazioni riguardano il non prendere mai farmaci senza prescrizione medica o dietro consiglio del medico curante, né tantomeno smettere di prendere quelli prescritti.
Nel caso in cui si vogliano sospendere eventuali trattamenti antidepressivi è importante seguire le indicazioni del specialista presso cui si è in cura.

Perché moderare il consumo di tè e caffè

Al termine della gravidanza, per una donna è molto importante continuare ad alimentarsi in maniera sana, completa e corretta. Serviranno molte energie per il nuovo ruolo di mamma e tutto ciò che comporta, dall’allattamento ai cali ormonali, dalle notti insonni alle crisi di pianto e altro.
Inoltre una corretta alimentazione può essere utile per prevenire e affrontare nel migliore dei modi la depressione post-partum.

I nutrizionisti del poliambulatorio Take Care di Milano forniscono alcune linee guida al riguardo, che includono:

  1. fare colazione completa e abbondante: fornirà energia e stimolerà il metabolismo. Alcune idee potrebbero essere cucinarsi una crema Budwig oppure mangiarsi uno yogurt greco con del muesli alla frutta secca e un frutto fresco di stagione
  2. cercare di abbinare una fonte di carboidrati e una di proteine ad ogni pasto: pasta, riso, pane o cereali in chicco rientrano nel primo gruppo, mentre carne bianca, pesce, uova e legumi nel secondo. Limitare formaggi, carni rosse e grasse e affettati. Questi abbinamenti, senza eccessi, costituiscono fonti di energia e nutrienti per il corpo, sostenendo anche muscolatura e tessuti e potrebbero aiutare nella prevenzione delle smagliature
  3. immagazzinare di calcio e magnesio: questi minerali abbondano nel latte materno ed è possibile trovarli in acque minerali carbonato-calciche, noci, mandorle, uova, alimenti integrali e yogurt bianco
  4. introdurre cibi che includano grassi “buoni” (omega-3, grassi monoinsaturi e polinsaturi), moderando l’assunzione di quelli “cattivi”. Prediligere il consumo di pesce azzurro, noci, mandorle, olio extravergine d’oliva e semi vari. Stare lontani dai grassi industriali, da quelli saturi di origine animale come, per esempio,  formaggi e carni grasse
  5. ridurre al minimo il consumo di zucchero, dolci e farinacei

Evitare di incappare nel classico errore di pensare che per migliorare il livello di energia e attenzione il tè e il caffè siano la soluzione.
L’innalzamento del livello energetico causato dal consumo di queste bevande infatti è temporaneo e conduce inevitabilmente all’effetto opposto rispetto a quello desiderato, facendo sentire la neomamma ancora più debole e stanca.

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Allattamento al seno

Al contrario di quanto si pensava fino a qualche tempo fa, allattare al seno non è una fonte di stress che aumenta il rischio di incappare nella depressione post-parto. Questa attività sembra invece proteggere anche dal “più innocuo” baby blues di cui si è detto all’inizio dell’articolo.
Piuttosto, il non riuscire ad allattare al seno può frustrare a tal punto da far sentire la mamma “inadeguata”, innescando così la depressione.

I papà possono caderne vittima?

Anche i padri possono rimanere affetti da qualcosa di molto simile alla DPP.
Secondo una ricerca condotta da un team di ricercatori dell’Università di Canberra, pubblicata sul Journal of Affective Disorders e citata anche dalla Fondazione Veronesi, fino al 4% degli uomini possono essere colpiti da una specie di depressione post-partum.
Pare anche che questa possa durare fino ai 12 anni del bimbo.
A influire sulla comparsa della depressione nell’uomo potrebbero essere la mancanza di sonno, la stanchezza e il nuovo carico di responsabilità.

Conclusioni

Un consiglio sempre valido è quello di prendere appunti, utilizzando un diario sul quale registrare ogni sintomo con relativa durata, scrivendo anche tutti i problemi, di natura medica e non, in modo da poterli esporre al proprio medico curante. Può essere utile anche appuntarsi le domande che si vorrebbero porre al medico e trovare una persona fidata, il proprio compagno o un familiare, con cui andare al primo appuntamento medico.
È bene tener sempre presente che la depressione post-partum è una patologia piuttosto diffusa e naturale, per cui non c’è nulla di cui una mamma debba vergognarsi.

Per qualsiasi altra domanda o richiesta di chiarimenti relativi alla depressione post-parto puoi sempre contattarci sui nostri social.

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NOTE


1. Ministero della Salute, “Depressione Post Partum”
2. Serenella Salomoni, “Depressione Post Partum, cos’è e come curarla”
3. Fonte: Ministero della Salute, “Puerperio”
4. Lorenzo Magri, “Variazioni ormonali durante la gravidanza e dopo il parto a sviluppo della depressione postparto”
5. Stefano Martellotti, “Depressione post-partum: la ricerca sulle cause”
6. Federico Baranzini, “La Depressione Post-Partum”