Sordità infantile, i segnali da non sottovalutare L'ipoacusia, cioè l'abbassamento dell'udito, di neonati e bambini è più diffusa di quanto di creda. Vediamo i segnali di sordità infantile da tenere d'occhio per poter intervenire tempestivamente.

Sordità infantile, i segnali da non sottovalutare

Sapevate che l’udito del neonato è uno dei primi sensi a svilupparsi durante la gravidanza? Il feto comincia a sentire suoni e rumori già a partire dalla ventesima settimana di gravidanza! Ci sono però alcuni casi in cui i bambini presentano un problema di sordità infantile congenita già alla nascita. L’ipoacusia può manifestarsi in maniera più o meno grave. Noi di BlaBlaMamma vogliamo indicarvi quali sono alcuni dei segnali di sordità infantile da non sottovalutare.

Quando e perché può manifestarsi la sordità infantile

Ci sono diversi momenti in cui si può verificare questo problema e diverse cause che possono scatenarlo. Possiamo distinguere tra:

  • sordità prenatali, che si verificano quindi già nel pancione. La cause possono essere ereditarie oppure dovute a virus e infezioni che possono colpire la donna in gravidanza, come ad esempio rosolia, herpes virus e toxoplasmosi;
  • sordità acquisite perinatali, che si possono verificare in seguito ad un travaglio difficoltoso che magari comporta un insufficiente apporto di ossigeno al bimbo oppure in caso di ittero neonatale. La bilirubina che si accumula nel sangue e che non viene smaltita correttamente può infatti provocare sordità neurosensoriale grave, che può associarsi anche a lesioni cerebrali;
  • sordità acquisite postnatali, subito dopo il parto o durante l’infanzia: possono essere causate da malattie e patologie, come ad esempio meningite, morbillo o mononucleosi.

Cos’è l’ipoacusia?

Il termine ipoacusia indica un calo dell’udito. Può essere di diversa entità: lieve, moderata, grave o profonda. Può inoltre essere monolaterale (cioè che riguarda un solo orecchio) oppure bilaterale, che coinvolge entrambe le orecchie. Non solo: può anche essere improvvisa, progressiva (cioè peggiorare con il tempo), selettiva se riguarda solo determinate frequenze oppure non selettiva. Si tratta di un disturbo più diffuso di quanto si crede: secondo i dati dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma la sordità presente dalla nascita riguarda un bambino su mille, mentre l’Università di Pisa stima che ben 3 bambini su mille soffrano di ipoacusia acquisita.

Perché è importante una diagnosi precoce?

Un bambino con problemi di udito, specie se gravi, avrà una serie di problematiche che possono essere almeno in parte evitate grazie ad una diagnosi precoce. Non sentire bene, infatti, può compromettere l’apprendimento e lo sviluppo del linguaggio, l’abilità di espressione e la comprensione linguistica. A questo possono seguire anche problemi nella capacità di leggere e scrivere. Inutile dire che tutto questo potrebbe portare a isolamento sociale e scarsa autostima. Parte di questi problemi può essere evitato ad esempio con l’inserimento chirurgico di una protesi già entro sei mesi di vita. Proprio per questo in molti ospedali, tra i vari screening neonatali, viene eseguito anche il test ad otoemissioni. Non in tutte le regioni, però, è obbligatorio: in alcuni casi viene fatto solo in casi specifici, ad esempio ai neonati prematuri o qualora la mamma abbia contratto rosolia o toxoplasmosi in gravidanza.

Sordità infantile, i segnali da non sottovalutare

Sordità infantile, i segnali a cui fare attenzione

I genitori sono i primi a potersi accorgere che qualcosa non va con l’udito del loro bambino; bisogna tuttavia fare attenzione a non farsi prendere inutilmente dall’ansia. Può infatti capitare che il bimbo dorma così profondamente da non svegliarsi se una porta sbatte oppure che non risponda subito al nostro richiamo, magari perché stanco o per gioco. Se però avete il sospetto che il vostro bambino non senta bene, parlatene con il vostro pediatra in modo da poter approfondire la situazione. I segnali a cui fare attenzione sono:

  • tra 0 e 3 mesi bisogna fare attenzione se il piccolo non risponde a voci, suoni, musica, se non sobbalza a causa di rumori forti e improvvisi, se non emette versetti e gorgoglii in risposta a suoni e voci famigliari;
  • tra i 4 e gli 8 mesi un bimbo con un normale udito dovrebbe girarsi verso la fonte del rumore, cambiare espressione se sente una voce famigliare o un rumore forte che lo spaventa, essere attirato da carillon e giochini musicali, cerca di imitare suoni e voci;
  • tra i 9 e i 12 mesi un bimbo che sente normalmente comincia a distinguere il suo nome e alcune parole, si muove quando sente la musica, vocalizza in risposta alle voci che gli sono note. Comincia anche la fase della lallazione, in cui comincia ad articolare le prime sillabe o addirittura le prime semplici paroline:
  • in età prescolare bisogna fare attenzione se il bimbo alza abitualmente il volume della tv, chiede spesso di ripetere quando gli si parla, osserva le labbra dell’interlocutore o non risponde se viene chiamato da un’altra stanza.

Speriamo che l’argomento sia ora più chiaro; se avete dubbi o domande potete farcelo sapere sui nostri canali social.