
Fumo e gravidanza: un binomio delicato, perché già dai primi giorni dopo il concepimento il bambino inizia a ricevere tutto ciò che passa attraverso il corpo della mamma, compresi gli effetti delle sostanze contenute nel fumo di sigaretta. Per questo motivo smettere di fumare in gravidanza è uno dei primi, grandi atti di cura che si possono fare verso il proprio bambino, ma è anche un gesto importante per il benessere della mamma stessa.
Sappiamo però che il fumo non è soltanto “un’abitudine”, ma una vera dipendenza che può avere radici fisiche, emotive e quotidiane. Smettere può far paura, può sembrare difficile, e spesso non si sa da dove iniziare o come affrontare le situazioni che “portano la sigaretta in mano”.
Ecco perché noi di BlaBlaMamma vogliamo offrirvi informazioni chiare, aggiornate e senza giudizio: conoscere i rischi del fumo in gravidanza aiuta a fare scelte più consapevoli, ma soprattutto può rappresentare una spinta concreta verso un cambiamento possibile, graduale e sostenuto. Non siete sole in questo percorso: ogni passo conta, anche il più piccolo.
- Fumo e gravidanza: la situazione in Italia
- I rischi del fumo in gravidanza
- Fumo e gravidanza: cosa fare?
- I rischi del fumo passivo per il feto
- Conclusioni
- FAQ sul fumo in gravidanza
Fumo e gravidanza: la situazione in Italia
Le statistiche del nostro Paese relative a fumo e gravidanza sono piuttosto preoccupanti: si stima che in Italia ci siano circa 4,5 milioni di donne fumatrici e che il 40% di loro non rinunci alle sigarette nemmeno durante la gravidanza. Mentre 3 future mamme su 4 riducono la quantità di sigarette, circa 1 su 4 mantiene le stesse abitudini del periodo precedente alla gravidanza.[ 1 ]
Questi dati ci ricordano una cosa importante: smettere di fumare non è facile, nemmeno quando si attende un bambino. La nicotina è una sostanza che crea dipendenza, e spesso il fumo è collegato a momenti di pausa, gestione dello stress o automatismi quotidiani difficili da modificare da un giorno all’altro.
Dopo il parto, inoltre, molte donne che avevano smesso durante la gravidanza riprendono a fumare durante l’allattamento. Questo succede spesso perché, una volta nato il bambino, l’attenzione torna sulla gestione delle nuove routine e sullo stress delle prime settimane, e la sigaretta può sembrare un modo “veloce” per ritrovare un momento di decompressione. In realtà, la dipendenza non era sparita: era stata solo messa in pausa.
Riconoscere questa difficoltà è fondamentale per poterla affrontare con strumenti adeguati, senza sensi di colpa, ma con consapevolezza e supporto.
I rischi del fumo in gravidanza
I rischi del fumo in gravidanza per il feto sono concreti e documentati, ed è importante conoscerli non per creare allarmismi o sensi di colpa, ma per avere gli strumenti giusti per scegliere di smettere. Il bambino, durante la gravidanza, dipende completamente dalla mamma per ossigeno e nutrienti: se nel corpo della futura mamma entrano sostanze dannose, queste possono arrivare direttamente al piccolo.
Il fumo di sigaretta aumenta, tra le altre cose, il rischio di aborto spontaneo e di gravidanza extrauterina. Le sostanze tossiche raggiungono la placenta e il cordone ombelicale, riducendo l’apporto di ossigeno al bambino. L’ossigeno è fondamentale per la corretta crescita del feto, in particolare per lo sviluppo dei polmoni e del sistema nervoso.[ 2 ]
Le componenti critiche del fumo sono soprattutto la nicotina, che restringe i vasi e può ridurre il flusso placentare limitando l’arrivo dei nutrienti, il monossido di carbonio, che si lega all’emoglobina e riduce la quota di ossigeno disponibile per il feto, e le sostanze cancerogene della combustione, che possono interferire con la corretta formazione di organi e tessuti, aumentando il rischio di malformazioni fetali.
Non è tutto: ci sono altri effetti negativi legati al fumo in gravidanza che possono manifestarsi durante la gestazione, alla nascita o nei primi anni di vita:
- distacco di placenta;
- gravidanza ectopica;
- placenta previa;
- morte intrauterina;
- basso peso alla nascita;
- aumento del rischio di morte in culla (SIDS);
- problemi respiratori;
- problemi comportamentali;
- problemi a livello intellettivo;
- predisposizione a malattie cardiovascolari in età adulta.[ 1 ]
Fumo e gravidanza: cosa fare?
Visti tutti i rischi di fumare in gravidanza, la scelta migliore sarebbe quella di smettere di fumare già qualche settimana prima del concepimento. Quando si parla di smettere, però, si intende una astensione completa dal fumo e non una semplice riduzione del numero di sigarette: il danno per il feto non è proporzionale alla quantità di tabacco consumata.
Aspettare un bambino può essere una motivazione forte, ma smettere non è sempre semplice. Il fumo non è solo un’abitudine, è una dipendenza che coinvolge gesti, routine e momenti emotivi della quotidianità. Anche per questo motivo può essere utile chiedere supporto, senza sentirsi giudicate o “in difetto”.
Nel caso in cui la futura mamma fumi molto, può essere tentata di ricorrere ai sostituti della nicotina come cerotti o gomme. Questi prodotti non sono vietati in gravidanza, ma devono essere valutati insieme al medico, che saprà indicare quali utilizzare, in che dosi e per quanto tempo.
Quando possibile, è utile rivolgersi a figure di riferimento come il ginecologo, l’ostetrica o i centri antifumo territoriali, che offrono percorsi di supporto personalizzati e, soprattutto, non giudicanti. Anche una riduzione progressiva può essere un primo passo, purché abbia come obiettivo finale la sospensione completa.
I rischi del fumo passivo per il feto
Si parla poco del fumo passivo in gravidanza, ma è un aspetto altrettanto importante da considerare. Il fumo presente nell’ambiente, infatti, contiene molte delle stesse sostanze nocive inalate da chi fuma direttamente: nicotina, monossido di carbonio e agenti irritanti derivati dalla combustione. Queste sostanze vengono comunque respirate dalla futura mamma e, attraverso il sangue, possono raggiungere il bambino.
Il fumo passivo espone quindi il feto a rischi molto simili a quelli presenti quando la mamma fuma in prima persona. Lo studio statunitense del 2014 Women’s Health Initiative[ 3 ] mostra infatti come una donna esposta regolarmente a fumo passivo durante la gravidanza presenti una probabilità più alta di andare incontro ad aborto spontaneo o a gravidanza extrauterina.
Anche quando il fumo non avviene direttamente accanto alla futura mamma, le sostanze residue possono depositarsi su abiti, mani, capelli e superfici: è il cosiddetto fumo di terza mano. Questo significa che è importante che chi fuma arieggi bene gli ambienti, si lavi le mani e cambi almeno la maglia prima di riprendere il contatto stretto con la donna incinta.
Conclusioni
Smettere di fumare durante la gravidanza può non essere semplice e non significa “avere poca forza di volontà”. Il fumo è una dipendenza che coinvolge abitudini, gesti automatici ed emozioni profonde. Per questo, più che giudizio, servono informazioni chiare, sostegno e un percorso graduale.
Conoscere i rischi del fumo in gravidanza permette di fare scelte più consapevoli, ma soprattutto di capire che ogni sigaretta in meno è già un passo avanti per la salute del bambino e per il benessere della mamma. Non è necessario “riuscire tutto e subito”: l’importante è iniziare, chiedere aiuto quando serve e procedere un giorno alla volta.
Non siete sole. Un cambiamento vero è possibile, accompagnato e senza giudizio.
FAQ sul fumo in gravidanza
Posso fumare una sigaretta ogni tanto in gravidanza?
No. Anche una sola sigaretta può ridurre temporaneamente l’ossigeno che arriva al bambino. Non esiste una “quantità sicura” di fumo in gravidanza.
È meglio passare alla sigaretta elettronica?
No. La sigaretta elettronica può contenere nicotina, che riduce il flusso placentare, e sostanze irritanti che non sono ancora state studiate a fondo in gravidanza. Non è considerata una soluzione sicura.
E il narghilè è meno dannoso?
No. Il fumo del narghilè contiene nicotina e sostanze tossiche in quantità significative, spesso anche maggiori rispetto alla sigaretta tradizionale.
Se smetto di fumare all’improvviso fa male al bambino?
No. Smettere di fumare in modo netto non danneggia il bambino. Anzi, riduce immediatamente l’esposizione alle sostanze che possono interferire con la sua crescita.
Cosa fare se il partner fuma?
È importante che non fumi in casa, in auto e negli ambienti condivisi. Se possibile, dovrebbe cambiare maglia e lavare le mani dopo aver fumato. In alternativa, può essere coinvolto nello stesso percorso di sospensione o riduzione graduale.
Posso farmi aiutare da sostituti della nicotina?
In alcuni casi sì, ma solo se indicato dal medico. Sarà lui a valutare prodotto, dosaggio e durata più adatti alla situazione.
NOTE
1. IRCCS materno infantile Burlo Garofolo, Fumo e gravidanza
2. Fondazione Umberto Veronesi, Sono incinta: posso continuare a fumare?
3. PubMed, Associations of lifetime active and passive smoking with spontaneous abortion, stillbirth and tubal ectopic pregnancy: a cross-sectional analysis of historical data from the Women’s Health Initiative





























