Le contrazioni uterine sono un fenomeno normale per una donna in gravidanza, ma quello che non tutte sanno è che possono presentarsi anche mesi prima della data prevista per il parto. È sempre un segnale che il bambino sta per nascere o la spia di qualcosa che non va? Assolutamente no, ci sono diversi tipi di contrazioni, alcune delle quali hanno semplicemente lo scopo di preparare l’utero della mamma al parto. Tra queste ci sono anche le contrazioni preparatorie: noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi come riconoscerle e come distinguerle dalle contrazioni che precedono il parto per capire quando è il momento di andare in ospedale.
- Cosa sono le contrazioni?
- Le contrazioni di Braxton Hicks preparano l’utero al parto
- Come riconoscere le contrazioni preparatorie o prodromiche?
- Le caratteristiche delle contrazioni da travaglio e da fase espulsiva
- Contrazioni preliminari, preparatorie e da travaglio?
- Le differenze tra contrazioni preparatorie e contrazioni del travaglio
- Quando andare in ospedale?
Cosa sono le contrazioni?
Le contrazioni uterine, normali per una donna in dolce attesa, sono delle contrazioni muscolari involontarie che portano ad un raccorciamento delle fibre muscolari e di conseguenza alla dilatazione della cervice uterina. A parte le contrazioni del travaglio, che si verificano solo quando il piccolo sta per nascere, le contrazioni possono verificarsi quasi in ogni momento della gravidanza. Possiamo infatti distinguerne diversi tipi:
- le contrazioni di Braxton Hicks;
- le contrazioni prodromiche;
- le contrazioni da travaglio;
- le contrazioni da fase espulsiva.
Le contrazioni di Braxton Hicks preparano l’utero al parto
Le contrazioni di Braxton Hicks prendono il nome dal medico che per primo le ha individuate e studiate. Si presentano in genere a partire dall’ultimo trimestre di gravidanza, ma alcune donne le possono avvertire già a partire da metà gravidanza. In genere si manifestano con una sensazioni di durezza della pancia e con dei piccoli crampi che durano meno di 30 secondi.
Queste contrazioni, chiamate anche preliminari, sono lievi e non dolorose, si presentano in maniera episodica e irregolare e sono del tutto normali: è semplicemente la muscolatura dell’utero che si contrae e si rilassa per prepararsi al momento del parto. Non devono quindi destare preoccupazione: sono normali e non causano l’espansione della cervice, quindi non significa che il bambino sta per nascere.
Come riconoscere le contrazioni preparatorie o prodromiche?
Verso la fine della gravidanza, in genere a partire dalla 36esima settimana, alcune gestanti cominciano a sentire le prime contrazioni preparatorie al parto, che possono precedere addirittura di giorni il momento del parto. Queste contrazioni fanno sì che il collo dell’utero si accorci e si appiattisca, preparandosi all’uscita del bimbo. Si possono presentare a distanza di lunghi intervalli di tempo, anche 3 o 4 ore, e durano più a lungo rispetto alle contrazioni preliminari: possono durare fino a 60 secondi. Sono caratterizzate da fitte dolorose al basso ventre che si possono irradiare fino alla schiena, simili ad un dolore mestruale un po’ più intenso; durante queste contrazioni il bimbo scende nel bacino, tanto che dall’esterno si può notare la pancia che si abbassa.
Non bisogna confondere queste contrazioni con quelle del travaglio: non è ancora il momento di correre in ospedale! Molte ostetriche consigliano di provare a rilassarsi, magari con un bagno caldo, o di passeggiare, a seconda del livello di dolore percepito da ognuna. Le contrazioni preparatorie hanno comunque una cadenza regolare, con intervalli tra l’una e l’altra che si accorciano man mano: ci si può avviare verso l’ospedale quando si cominciano a percepire 2 o 3 contrazioni ogni 10 minuti per almeno un’ora, ovviamente in assenza di altri problemi come ad esempio perdite di sangue o di liquido.
Le caratteristiche delle contrazioni da travaglio e da fase espulsiva
Le contrazioni da travaglio sono sempre più dolorose e ravvicinate: è il chiaro segnale che il bambino sta per venire al mondo! Sono molto dolorose e si manifestano ad intervalli regolari di non più di 2 o 3 minuti, diventando sempre più intense. Il loro scopo è quello di dilatare il collo dell’utero per permettere al bambino di nascere.
Le contrazioni da fase espulsiva sono invece quelle necessarie per partorire il bambino: in questo frangente bisognerà cercare di seguire le indicazioni dell’ostetrica, di respirare bene e di non sprecare energie.
Contrazioni preliminari, preparatorie e da travaglio?
Quali sono le principali caratteristiche di questi tre tipi di contrazioni? Vediamo come distinguerle.
Contrazioni preliminari
- durano al massimo 30 secondi;
- non si dovrebbero percepire per più di una decina di volte al giorno;
- si attenuano se ci si rilassa o se si fa un bagno caldo.
Contrazioni preparatorie
- durano fino a 60 secondi;
- si possono verificare ad intervalli di 15 minuti su un arco di 3 ore.
Contrazioni da travaglio
- si presentano ad intervalli regolari di 5-7 minuti;
- durano tra i 30 e i 60 secondi.
Le differenze tra contrazioni preparatorie e contrazioni del travaglio
La prima reazione di una donna in gravidanza che sente un dolore all’addome è sicuramente quella di allarmarsi, soprattutto se si tratta del primo figlio, ma conoscere la differenza tra le contrazioni preparatorie e contrazioni da travaglio potrà aiutarvi a capire quando è il momento di andare in ospedale. I principali elementi da tenere in considerazione sono:
- regolarità e frequenza: le contrazioni di Braxton Hicks sono episodiche e irregolari, mentre sia quelle preparatorie che quelle del travaglio si verificano a intervalli di tempo regolari. Quello che le distingue è la frequenza: nel caso delle contrazioni preparatorie possono verificarsi anche a distanza di ore, mentre quelle da travaglio si presentano ogni pochi minuti;
- intensità del dolore: le contrazioni preliminari non provocano dolore, al massimo una sensazione di fastidio, mentre quelle preparatorie sono più dolorose ma comunque sopportabili. Nel caso delle contrazioni da travaglio il dolore è intenso e inconfondibile;
- parte interessata: con le contrazioni preparatorie si avverte dolore nel basso addome, mentre il dolore delle contrazioni da travaglio coinvolge tutto l’addome e interessa anche il basso ventre, i fianchi e le cosce.
Quando andare in ospedale?
Le contrazioni non sono l’unico segnale che il bambino sta per nascere e che bisogna quindi recarsi in ospedale. Gli altri segnali da tenere d’occhio sono:
- il bisogno di urinare più spesso;
- diarrea o maggiore bisogno di andare in bagno;
- accorciamento della cervice;
- mal di schiena;
- perdita del tappo mucoso.
Tutti questi sintomi non devono comunque indurre a precipitarsi in ospedale: in caso di incertezza, la cosa migliore è quella di consultarsi con il proprio medico e poi assecondare il proprio corpo e fare ciò che tranquillizza maggiormente. Se non si hanno particolari problemi o fastidi e ci si sente comunque abbastanza serene si può provare a stare a casa e andare in ospedale solo quando le contrazioni si fanno più frequenti.
Non bisogna però esitare ad andare in ospedale se si verifica una grossa perdita di sangue o di liquido amniotico.
Speriamo di avervi dato qualche utile indicazione su questo argomento, anche se in caso di dubbi il vostro principale punto di riferimento dovrà rimanere il vostro ginecologo. Se avete domande o esperienze da raccontare potete farcelo sapere sui nostri canali social!