Acetone nei bambini, cosa c’è da sapere? L'acetone nei bambini è un disturbo abbastanza comune, che tuttavia risulta un po' fastidioso per il piccolo e che potrebbe essere il segnale di una dieta non troppo equilibrata. Vediamo tutto quello che c'è da sapere!

Acetone nei bambini, cosa c'è da sapere

Se il vostro bimbo accusa un po’ di malessere generale, con spossatezza, mal di testa, inappetenza, dolori addominali e vomito, potrebbe trattarsi di acetone. Si tratta di un disturbo del metabolismo che di solito è passeggero, ma che può risultare molto fastidioso. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi tutto quello che c’è da sapere sull’acetone nei bambini: di cosa si tratta esattamente, quali sono le cause, come riconoscerne i sintomi e cosa fare.

Cos’è l’acetone?

L’acetone, o chetosi, è una risposta metabolica che si può verificare quando l’organismo, dopo aver bruciato tutti gli zuccheri a sua disposizione, comincia a bruciare i grassi per far fronte alle sue necessità energetiche. Questo disturbo prende il nome da un composto chimico (l’acetone, appunto) che appartiene al gruppo dei chetoni e che viene normalmente prodotto dall’organismo quando al posto degli zuccheri vengono bruciati dei grassi per produrre energia. Se questi chetoni vengono prodotti in quantità eccessiva si può manifestare un po’ di malessere generale.

Quali sono le cause?

In una certa misura, l’acetone nei bambini è un disturbo abbastanza comune e passeggero. Nei bambini, infatti, le possibilità di stoccaggio degli zuccheri da trasformare in energia sono limitate rispetto a quelle degli adulti, quindi in alcuni casi basta il digiuno notturno ad esaurirne le scorte.
L’acetone può poi manifestarsi in condizioni che comportano un grande dispendio di energia, come:

  • un episodio febbrile;
  • un periodo di stress;
  • un digiuno prolungato;
  • uno sforzo intenso e prolungato;
  • una dieta particolarmente ricca di grassi e povera di carboidrati complessi come pane e pasta, soprattutto integrali;
  • in caso di diabete o di malattie congenite del metabolismo.

Tutte queste situazioni possono potenzialmente esaurire le riserve di zuccheri dei bambini, dando così il via al processo tramite il quale l’organismo ricava energie dal catabolismo dei grassi, producendo corpi chetonici che danno all’alito e alle urine del bimbo il tipico odore di frutta matura che tanti genitori conoscono bene.[ 1 ]

Acetone nei bambini, cosa c'è da sapere

I sintomi dell’acetone nei bambini

Il sintomo più caratteristico, che può farci pensare immediatamente all’acetone, è proprio l’odore di frutta matura che l’eccesso di acetone conferisce all’alito dei bambini, che spesso è l’unico sintomo. Si possono verificare anche episodi di vomito intenso e irrefrenabile, che possono essere causa di:

  • disidratazione;
  • spossatezza;
  • dolori addominali;
  • mal di testa;
  • inappetenza.[ 1 ]

Per verificare con certezza che si tratti di acetone, oltre a consultare il pediatra, si possono usare delle particolari strisce reattive da usare a contatto con l’urina, che si possono trovare in farmacia e utilizzare a casa.

Cosa fare?

Per risolvere un problema di chetosi leggera, come quella che si può verificare dopo il digiuno notturno, si può calibrare meglio la dieta del bambino, puntando su una alimentazione equilibrata e povera di grassi e di zuccheri semplici, quelli che troviamo, ad esempio, nelle merendine industriali o nei prodotti golosi che tanto piacciono ai più piccoli. Andrebbero poi fortemente limitati alimenti come latte intero, formaggi, burro, cibi fritti, carni grasse, insaccati, dolci industriali e cioccolato. Meglio puntare sui carboidrati complessi, come ad esempio pane, pasta e cereali integrali, ma sempre senza esagerare.

In caso di acetone intenso, invece, bisogna cercare di fermare la crisi in atto il prima possibile per evitare la formazione di un eccesso di chetoni, cosa che si può fare proprio con l’assunzione di zuccheri semplici in piccole quantità. Un succo di frutta andrà bene, ma anche un po’ di acqua zuccherata. Non dimenticatevi poi di somministrare spesso acqua a piccoli sorsi per prevenire il rischio di disidratazione, soprattutto se il bambino ha avuto episodi di vomito. La cosa migliore da fare sarebbe quella di rivolgersi al proprio pediatra per un consiglio oppure recarsi al pronto soccorso per capire se è il caso di reidratare il bimbo per via endovenosa. Passata la crisi, però, sarà importante intervenire sulla dieta per evitare il ripetersi di questi episodi.

Speriamo che ora questo argomento, che interessa tanti genitori, sia un po’ più chiaro. Se avete dubbi o domande potete farcelo sapere sui nostri canali social.

NOTE


1. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Acetone