Il legame tra i genitori e il loro bambino è qualcosa di unico e fortissimo, che spesso viene indicato con il termine “bonding“, dall’inglese “bond“, cioè unire, legare. Questa parola indica il fortissimo vincolo fisico e psicologico che si crea tra i genitori, e in particolare la mamma, e il bambino sin dalle prime ore di vita del piccolo. Noi di BlaBlaMamma vogliamo suggerirvi alcuni modi per favorire questo legame tra genitori e figli e renderlo ancora più intenso.
Cos’è il bonding?
Il bonding è qualcosa di innato, senza il quale la razza umana (e non solo) sarebbe ormai estinta, perché permette di nutrire, proteggere e non abbandonare il proprio piccolo. Questo termine, però, è entrato nell’uso comune solo negli anni Ottanta, a partire dagli Stati Uniti. Tra i maggiori studiosi del processo di attaccamento troviamo il neonatologo Marshall H. Klaus e il pediatra Hohn H. Kennel, che hanno definito il bonding come “una relazione unica e protratta nel tempo”.
Come si forma? La cosa migliore è favorire il contatto stretto tra genitori e figli sin dai primi istanti dopo il parto con il contatto pelle a pelle, e nelle successive 24 ore con baci, coccole e carezze. In realtà il bonding può cominciare anche prima, fin da quando il bambino è nella pancia della mamma: una volta nato, il bimbo riconoscerà come famigliare la voce dei genitori.
Il legame tra bonding e ormoni
Anche gli ormoni hanno un ruolo importante nell’instaurarsi di questo legame, soprattutto per quanto riguarda il legame tra mamma e neonato. Molti studi, infatti, dimostrano che nelle due ore successive al parto ci sono una serie di ormoni che sono in grado di svolgere un ruolo preciso in questo senso:
- ossitocina: mezz’ora dopo il parto raggiunge il suo picco, stimolando i comportamenti di accudimento da parte della mamma;
- prolattina: contribuisce a stimolare i comportamenti di accudimento e regola la produzione di latte;
- endorfine: nelle ore successive al parto raggiungono livelli molto alti, suscitando sensazioni molto piacevoli nonostante lo stress del parto e il dolore subito dalla neo mamma;
- adrenalina: un picco del rilascio degli ormoni adrenalinici durante il parto rende la mamma più energica e più attenta ai primi segnali del neonato; l’adrenalina materna, inoltre, accresce l’adrenalina fetale, che renderà il bambino più attento e più in grado di adattarsi al mondo esterno.
Come favorire il bonding
Il bonding è un processo innato e istintivo, ma ci sono alcune piccole accortezze che possono rendere ancora più stretto questo legame, sia con la mamma che con il papà:
- cominciate a costruire questo legame sin dal pancione parlandogli, cantando per lui, accarezzando il pancione e interagendo con i suoi movimenti;
- se possibile, cominciare il contatto pelle e pelle subito dopo il parto, in modo che il bimbo riconosca la voce della mamma e impari a conoscere il suo odore. È stato dimostrato che nei primi 60-90 minuti dopo il parto il neonato si trova in uno stato di veglia tranquilla in cui è particolarmente pronto ad interagire con il mondo esterno: è il momento migliore per cominciare a conoscersi!
- rispondere al suo pianto, che per un bambino molto piccolo è l’unico mezzo per esprimere il suo disagio e comunicare le sue esigenze. Proprio per questo, qualunque sia il motivo scatenante, il pianto del neonato deve essere accolto e consolato in maniera tempestiva e attenta: ricordate che mostrarsi sempre disponibili nei confronti del bambino non significa viziarlo, ma dargli un senso di sicurezza e di fiducia nei propri genitori;
- guardarlo negli occhi, già dai primi istanti dopo il parto, quando il bimbo avrà gli occhi ben aperti (anche se la sua vista non sarà ancora perfetta): è un buon modo per entrare in relazione e in sintonia;
- rispondere sempre ai suoi bisogni di coccole e attenzioni senza paura di viziarlo, come sicuramente sosterranno alcune persone vicino a voi. Se sarete sempre presenti per rassicurarlo il piccolo imparerà a fidarsi di voi;
- parlare, cantare e leggere per lui, proprio come facevate quando era nel pancione, con la differenza che ora potrete osservare le sue espressioni!
E il papà?
Spesso si parla unicamente di bonding mamma-bambino: si tratta sicuramente di un legame unico e speciale, rafforzato dai nove mesi trascorsi nel pancione a dall’allattamento al seno, ma ciò non vuol dire che il papà ne sia escluso, anzi, ha un ruolo molto importante. Oltre a tutti i piccoli consigli che abbiamo visto prima, il papà può entrare in gioco sin dalle primissime ore di vita, prendendo il piccolo in braccio e guardandolo negli occhi, esattamente come la mamma. In alcuni casi, poi, non è possibile mettere immediatamente il piccolo in braccio alla mamma, che potrebbe aver bisogno di qualche istante per espellere la placenta o per farsi mettere dei punti di sutura. Perché non approfittare di questi minuti per conoscere il proprio bambino, rassicurandolo e tranquillizzandolo?
Quali altri piccoli stratagemmi conoscete per migliorare questo legame speciale? Parliamone sui nostri canali social!