Si parla di infertilità secondaria quando una coppia ha difficoltà a concepire un bambino per la seconda volta, dopo una prima gravidanza andata a buon fine. Anche se può sembrare insolito, sono molte le coppie che si trovano in questa situazione; noi di BlaBlaMamma vogliamo aiutarvi a capire quali sono le cause del problema e, soprattutto, i modi in cui si può cercare di risolverlo.
- Infertilità secondaria, di cosa si tratta?
- Cause infertilità secondaria, cosa sapere
- Quando è il caso di consultare un medico?
- Quali esami sono necessari?
- Come contrastare l’infertilità secondaria
- Gli aspetti psicologici dell’infertilità secondaria
Infertilità secondaria, di cosa si tratta?
È definita infertilità secondaria l’incapacità di concepire un bambino dopo che una o addirittura più gravidanze sono andate a buon fine; ciò spinge molte coppie a chiedersi se si può diventare sterili dopo un figlio. Quello che non tutti sanno è che ci sono molte persone in questa situazione: uno studio statunitense ha appurato che ne soffrono circa 3 milioni e mezzo di donne. Questa patologia viene diagnosticata dopo almeno un anno di tentativi falliti o dopo numerosi aborti, ma dopo i 35 anni di età, soprattutto per quanto riguarda le donne, è raccomandato rivolgersi ad un medico dopo 6 mesi di tentativi falliti.
Cause infertilità secondaria, cosa sapere
Chi ha già avuto un bimbo è convinto che non ci saranno problemi a dargli un fratellino o una sorellina, ma a volte questa convinzione si scontra con una realtà diversa. Non è sempre facile individuare con precisione le cause dell’infertilità secondaria; nella difficoltà a concepire un secondo figlio possono entrare in gioco diversi fattori tra cui:
- l’età: soprattutto per la donna il picco di fertilità è tra i 20 e i 30 anni, per poi cominciare a calare;
- complicanze morfologiche;
- cause post partum;
- patologie insorte dopo una precedente gravidanza;
- alterazioni ormonali;
- infezioni;
- errato stile di vita, contrassegnato da fumo, alcol e sovrappeso;
- problemi endocrini, endometriosi e disfunzioni ovariche;
- problematiche maschili.
C’è infine un 10-15% dei casi di infertilità secondaria che rimane purtroppo senza una valida spiegazione.
Quando è il caso di consultare un medico?
Gli esperti in genere consigliano di rivolgersi ad uno specialista dopo un anno di tentativi infruttuosi, ma se si hanno più di 35 anni è meglio chiedere un consulto dopo 6 mesi. La figura professionale più adatta per guidare una coppia che si trova in questa delicata situazione è un ginecologo specializzato in infertilità.
Quali esami sono necessari?
Ogni coppia è a sé, quindi per prima cosa lo specialista prescriverà una serie di esami per cercare di individuare le cause dell’infertilità secondaria. A seconda della situazione vi potrà chiedere di sottoporvi a:
- una visita generale e ginecologica;
- un’analisi dello sperma (chiamato spermiogramma);
- un esame del sangue che accerti i livelli ormonali;
- un esame a ultrasuoni per verificare lo stato dell’apparato riproduttivo femminile e maschile;
- un’isterosalpingografia per valutare la morfologia dell’utero e determinare se ci sono problemi alle tube di Falloppio;
- una laparoscopia per poter diagnosticare fibromi uterini o un’eventuale endometriosi.
Come contrastare l’infertilità secondaria
Come abbiamo visto, ci sono tante cause che possono determinare questo particolare tipologia di infertilità e ognuna di esse (quando è possibile determinarla) richiede un diverso tipo di trattamento. In alcuni casi il medico può consigliare di rivolgersi ad una procedura di procreazione medicalmente assistita, ricorrendo alla fecondazione omologa o eterologa e seconda della situazione.
Ci sono però alcuni semplici consigli che molto probabilmente non saranno risolutivi, ma che possono favorire il concepimento. Tra questi possiamo ricordare:
- eliminare per quanto possibile ogni fonte di stress;
- smettere di fumare;
- evitare gli alcolici;
- curare la propria alimentazione;
- tenere il peso sotto controllo, soprattutto se si ha qualche chilo di troppo;
- monitorare l’ovulazione tramite uno degli appositi kit che si possono trovare in commercio.
Gli aspetti psicologici dell’infertilità secondaria
I genitori che hanno difficoltà nel concepimento del secondo figlio spesso vedono banalizzati i loro sentimenti, dal momento che molte persone ritengono che, avendo già un figlio, dovrebbero accontentarsi. In realtà i sentimenti di frustrazione e di tristezza sono i medesimi di chi ha difficoltà ad avere il primo bimbo; ad essi, inoltre, si può aggiungere anche il senso di colpa per essere concentrati anche su altro e non unicamente sull’accudimento del figlio che già fa parte della famiglia. Una buona comunicazione con il partner e il supporto reciproco sono fondamentali per affrontare (e spesso risolvere) insieme il problema.
Speriamo di aver fatto un po’ di luce su questo delicato problema: se avete dubbi, domande o esperienze da condividere potete contattarci sui nostri canali social.