Fecondazione eterologa: significato e situazione in Italia Cos'è la fecondazione eterologa e chi può ricorrervi? E cosa dice la legge in Italia? Vediamo insieme tutto quello che c'è da sapere.

Procreazione assistita

La fecondazione eterologa è una procedura di Procreazione Medicalmente Assistita che viene effettuata ricorrendo a ovuli o spermatozoi di un donatore esterno alla coppia. Spesso su questo argomento c’è ancora un po’ di confusione, quindi noi di BlaBlaMamma vorremmo spiegarvi in cosa consiste esattamente, chi vi può ricorrere e qual è la situazione in Italia, prendendo in considerazione anche l’aspetto normativo.

Cos’è la fecondazione eterologa?

La fecondazione eterologa è una tecnica di fecondazione in vitro (Fivet) che si ottiene utilizzando un ovocita oppure lo sperma di un donatore anonimo esterno alla coppia. L’ovulo viene fecondato in laboratorio e tenuto in osservazione per qualche giorno; poi l’embrione così ottenuto viene trasferito nell’utero della paziente. Grazie a questa pratica è possibile permettere una gravidanza anche a quelle coppie che per svariati motivi non possono utilizzare i propri ovuli o il proprio sperma.

In quali casi è consigliata o necessaria?

L’ovodonazione, cioè la fecondazione fatta utilizzando l’ovulo di una donatrice e il seme di un donatore o del partner, è indicata per donne:

  • che non hanno mestruazioni per varie cause;
  • in età avanzata;
  • che hanno ovuli di bassa qualità;
  • che soffrono di malattie genetiche o cromosomiche;
  • con ovaie che rendono impossibile il prelievo di ovuli;
  • con una storia di poliabortività.

La fecondazione in vitro utilizzando lo sperma di un donatore, invece, è consigliata quando:

  • la quantità o la qualità degli spermatozoi del partner non è soddisfacente;
  • in caso di azoospermia del partner, che quindi non ha spermatozoi nell’eiaculato;
  • quando lo sperma del partner è stato usato senza successo;
  • quando l’uomo ha un’anomalia cromosomica e per varie ragioni non si vuole o non si può procedere ad una diagnosi genetica preimpianto.

fertilità

Le fasi della fecondazione in vitro eterologa

Il primo step di questa procedura consiste nella selezione della donatrice, che avviene in base a rigorosi criteri medici e test che escludono malattie genetiche e patologie importanti, ma anche cercando di ottenere un buon matching fenotipico, prendendo quindi in considerazione le caratteristiche fisiche dei donatori e dei riceventi. La donatrice firma inoltre un modulo in cui si impegna a donare i suoi ovuli e a non cercare mai di conoscere l’identità dei riceventi.

La donatrice deve essere sottoposta ad una stimolazione ovarica della durata di circa 2 settimane, poi gli ovuli vengono prelevati in anestesia generale tramite puntura ovarica. A questo punto si procede con una normale fecondazione in vitro in laboratorio e al trasferimento dell’embrione nell’utero della donna ricevente.
I pre embrioni non trasferiti nell’utero della futura mamma vengono crioconservati, cioè congelati nell’azoto liquido e conservati per essere utilizzati in eventuali cicli successivi se la gravidanza non va a buon fine.

Cosa dice la legge in Italia

La Corte Costituzionale, nel 2014, ha dichiarato incostituzionale la Legge 40/2004 in cui si vietava il ricorso a tecniche di fecondazione assistita eterologa, riconoscendo “il diritto incoercibile delle coppie ad avere figli”. Al giorno d’oggi, quindi, in Italia si possono utilizzare tecniche di procreazione medicalmente assistita sia omologhe che eterologhe.
Rimangono però in vigore alcune limitazioni, e più precisamente:

  • il ricorso a madri surrogate;
  • la donazione di embrioni;
  • la fecondazione nel caso in cui uno dei due componenti della coppia sia deceduto;
  • la fecondazione eterologa per single o coppie dello stesso sesso;
  • l’uso degli embrioni per la ricerca scientifica.

Nonostante la legge la permetta, il ricorso alla fecondazione eterologa trova qualche ostacolo nella mancanza di donatori, che rende impossibile soddisfare tutte le richieste.
La donazione di ovuli o sperma deve avvenire in modo volontario e gratuito in modo da evitare il rischio di un commercio di ovuli o di seme, vietato in tutta Europa ed espressamente proibito dalla sentenza 162/2014 della Corte Costituzionale.[ 1 ] A queste condizioni non è semplice trovare donne che si sottopongano a pesanti cure ormonali e ad una vera e propria operazione per aiutare un’altra donna ad avere un bambino.

Procreazione Medicalmente Assistita

Come ovviare alla mancanza di donatori?

Per superare l’ostacolo rappresentato dalla generale carenza di donatori e soprattutto di donatrici, i centri specializzati in procreazione medicalmente assistita e gli ospedali hanno messo a punto due strategie:

  • la condivisione di ovociti: in caso di fecondazione omologa la donna dona gli ovuli in eccesso ad un’altra donna;
  • l’acquisizione (e non l’acquisto, che è vietato) di ovuli e seme da banche estere. In questo caso ogni donna che intende sottoporsi a questa procedura viene abbinata ad una donatrice, che viene stimolata e a cui vengono prelevato gli ovuli. In Italia il 96% degli ovuli e il 75% del seme destinato alla fecondazione eterologa proviene proprio dall’estero.

I numeri in Italia

I numeri relativi alla fecondazione eterologa in Italia sono in continua crescita, come rivela anche l’ultima Rapporto sulla Procreazione Medicalmente Assistita redatto dal Ministero della Salute.[ 2 ]
I dati più aggiornati rivelano che dal 2015 al 2016 le coppie che hanno scelto l’eterologa sono passate da 2.400 a oltre 5.400, con un aumento del 123% dei cicli effettuati. Anche i bambini nati con questa tecnica, negli stessi anni, sono passati da 601 a 1.457.

L’argomento è certamente vasto e si presta a numerose discussioni e punti di vista: noi speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza sulla attuale situazione in Italia, ma se avete dubbi o domande potete farcelo sapere sui nostri canali social.

NOTE


1. Corte Costituzionale, Decisioni
2. Ministero della Salute, Relazione del Ministero della Salute al Parlamento sullo stato di attuazione della legge contenente norme in materia di procreazione assistita