Quando portare i bambini al Pronto Soccorso? Non c'è genitore che non si sia chiesto quando portare i bambini al Pronto Soccorso. Vediamo alcuni dei casi più comuni in cui sarebbe meglio recarsi in ospedale.

Quando portare i bambini al Pronto Soccorso?

È capitato ad ogni genitore di chiedersi quando portare i bambini al Pronto Soccorso, soprattutto dopo una rovinosa caduta del nostro bambino oppure in caso di febbre alta. Spesso la corsa in ospedale è pienamente giustificata, in altri casi invece si agisce spinti dalla preoccupazione o da una fretta eccessiva. Di sicuro non è facile rimanere calmi di fronte al nostro bambino che non sta bene, ma noi di BlaBlaMamma vogliamo comunque darvi qualche indicazione utile per capire quando portare i bambini al Pronto Soccorso.

Bambini e Pronto Soccorso: alcuni dati

Secondo i dati raccolti dalla Società italiana di medicina dell’emergenza e urgenza pediatrica (Simeup) ogni anno in Italia sono circa 5 milioni i bambini che vengono visitati in Pronto Soccorso, un numero davvero imponente. Solo il 10% di questi casi viene classificato con un codice di vera urgenza, cioè giallo oppure rosso, mentre il 60/70% del numero di casi totale è di colore verde, cioè di urgenze minori. Nella metà dei casi circa questi codici verdi richiedono effettivamente una valutazione rapida in modo da non evolvere in maniera negativa o per escludere complicazioni, ma nei restanti casi la corsa in Pronto Soccorso poteva essere evitata. La stessa cosa vale per i codici bianchi, che sono circa il 10/20% del totale e per i quali sarebbe bastata una visita non urgente dal proprio pediatra di fiducia.
Certo, in molti casi il Pronto Soccorso sembra la soluzione più comoda: è sempre aperto, vi si possono trovare diversi specialisti e non occorre prenotare. Quello che spesso non si considera, però, è che il Pronto Soccorso dovrebbe essere lasciato il più possibile libero per fornire assistenza tempestiva ai bimbi che hanno bisogno davvero di un intervento urgente. Per gli altri casi ci si può rivolgere al proprio pediatra oppure al Servizio di Continuità Assistenziale Pediatrica (ex Guardia Medica Pediatrica).

Quando rivolgersi al proprio pediatra?

Quando è possibile, il pediatra del nostro bambino andrebbe consultato in caso di problemi prima di recarsi al Pronto Soccorso, in modo da avere una prima valutazione e capire meglio cosa conviene fare. Si può ad esempio evitare di recarsi in Pronto Soccorso in caso di:

  • sintomi influenzali;
  • raffreddore, mal d’orecchio o mal di gola;
  • mal di testa lieve;
  • mal di stomaco, nausea, vomito o diarrea di lieve entità.

In questi casi una telefonata al pediatra oppure al Servizio di Continuità Assistenziale Pediatrica possono essere sufficienti per avere tutte le indicazioni utili per prendersi cura del piccolo malato.

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Quando portare i bambini al Pronto Soccorso?

Vediamo insieme alcuni casi in cui è consigliabile portare il proprio bimbo al Pronto Soccorso per una valutazione urgente; in caso di dubbio una semplice telefonata al pediatra (se reperibile) o alla Guardia Medica Pediatrica è sicuramente la cosa migliore e vi aiuterà a decidere come agire. E se nessuno è reperibile? In questa eventualità, per la vostra tranquillità e per la sicurezza del vostro bambino, recatevi al Pronto Soccorso per togliervi ogni dubbio!

Se il bambino ha la febbre

In caso di febbre potrebbe essere il caso di portare il bambino al Pronto Soccorso quando:

  • il bambino ha meno di 3 mesi oppure ha un’età compresa tra i 3 e i 12 mesi e non si riesce a farlo visitare al proprio pediatra in tempi brevi;
  • se il bimbo è irritabile e sonnolento, se non mangia, non beve e non gioca;
  • se ci sono difficoltà respiratorie;
  • se le estremità sono fredde, se la pelle è pallida oppure se compaiono piccole macchie rosse sulla cute.[ 1 ]

In caso di difficoltà respiratoria

Se il bambino fatica a respirare, sono questi alcuni dei sintomi che dovrebbero spingerci a recarci al Pronto Soccorso:

  • atti respiratori più frequenti del consueto;
  • respirazione rumorosa;
  • labbra, mani e piedi bluastri;
  • tosse sibilante o abbaiante;
  • durante la respirazione si muove solo metà del torace;
  • febbre elevata.[ 1 ]

Se il bimbo ha tosse o mal di gola

In questo caso la corsa in ospedale può essere necessaria se il bambino ha la voce flebile, fa fatica a respirare e a deglutire, non riesce ad aprire completamente la bocca, c’è del sangue nel catarro espettorato oppure se è gonfio da un solo lato della gola o in corrispondenza di una sola tonsilla.[ 1 ]

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Se il bambino ha mal di pancia

Come distinguere un semplice mal di pancia da qualcosa di più serio? Alcuni campanelli d’allarme che dovrebbero spingerci ad andare in ospedale sono:

  • dolore addominale molto forte;
  • addome teso al tatto;
  • dolore che si irradia alla schiena;
  • il bambino appare inconsolabile.

Attenzione anche ai casi in cui il dolore addominale si presenta insieme a febbre, sonnolenza, vomito o diarrea abbondante o con presenza di sangue.[ 1 ]

In caso di vomito e diarrea

Quando portare i bambini al Pronto Soccorso, in questo caso? È il caso di recarsi in ospedale, ad esempio, se il bambino vomita da più di un giorno oppure se si sono verificati tre episodi in meno di un’ora. In caso di diarrea, invece, bisogna fare attenzione quando le scariche sono numerose e liquide. Controllate anche la presenza di sangue nel vomito o nelle feci e prestate attenzione ai segni di disidratazione come lingua asciutta, labbra aride, pelle secca, occhi infossati e assenza di lacrime.[ 1 ]

Se il bambino ha mal di testa

In questo caso, la corsa al Pronto Soccorso potrebbe essere giustificata da alterazioni della vista, episodi di vomito, debolezza muscolare, disturbi neurologici e mal di testa che causa risvegli notturni.[ 1 ]

In caso di trauma cranico

Questa è di sicuro una delle eventualità che spaventa maggiormente i genitori: quando il bambino cade e batte violentemente la testa. Prima di correre in ospedale, però, cercate di fare attenzione a questi segnali:

  • perdita di conoscenza, anche di breve durata;
  • pianto inconsolabile e mal di testa;
  • irritabilità o sonnolenza;
  • disturbi neurologici come difficoltà a camminare, debolezza degli arti, difficoltà a parlare, vuoti di memoria, disturbi visivi o comportamenti anomali;
  • dolore al collo;
  • più di due episodi di vomito;
  • gonfiore molle del capo che può segnalare una frattura.

Se la caduta è avvenuta da una altezza elevata o se l’impatto è stato violento, la cosa migliore è sempre quella di far visitare subito il proprio bimbo.[ 1 ]

In caso di reazioni allergiche

Meglio recarsi in Pronto Soccorso quando al nostro bambino si gonfiano il viso o la gola, se fa fatica a respirare, se ha mal di stomaco o nausea oppure compaiono vomito e diarrea e in caso di perdita di coscienza.[ 1 ]

In caso di avvelenamento o di ingestione di sostanze tossiche il vostro punto di riferimento dovrebbe essere il Centro Antiveleni più vicino, specializzato e pronto a darvi tutte le indicazioni necessarie anche in caso di urgenza. Questo, però, non esclude una corsa al Pronto Soccorso.

I vostri bambini hanno già avuto bisogno di ricorrere al Pronto Soccorso? Fatecelo sapere sui nostri canali social!

NOTE


1. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Quando portare il bambino al Pronto Soccorso