Punizioni e bambini: quanto fa male una sberla?

Punizioni e bambini quanto fa male una sberla

Lo sappiamo benissimo: a volte anche il bambino più dolce e tranquillo è capace di esasperare i propri genitori con strilli e capricci. Come reagire? Non è certo facile! Argomento spinoso, quello delle punizioni dei bambini… sono utili o dannose? Mortificano il bambino e lo rendono più incline a comportamenti violenti oppure sono utili per far loro capire le cose in maniera incisiva?

In principio era lo sberlone, rimedio passepartout di ogni mamma per le intemperanze e i capricci del proprio bimbo, poi si è passati quasi ad un atteggiamento opposto, lasciando fare al bambino tutto ciò che voleva, senza praticamente intervenire. Esperti, psicologi e pediatri sono ormai concordi nel negare ogni valenza pedagogica alle famose sculacciate e a qualsiasi punizione corporale, ma anche ai castighi più “sottili” che però tendono a minare l’autostima del bimbo e che non lo aiutano certo a crescere. Allo stesso tempo, però, mettono in guardia contro un atteggiamento troppo permissivo, che lasci il bimbo privo di regole e di punti di riferimento solidi e certi. La via di mezzo per un approccio educativo che porti ad un equilibrato sviluppo psicologico dei nostri bambini, secondo pedagogisti e psicologi, sarebbe un genitore che costituisca un saldo punto di riferimento, in grado di fornire regole chiare e concrete che possano guidare le azioni dei bambini. Il rapporto non deve essere quindi basato sulla paura di un punizione, ma su una reciproca fiducia.

Ma sono indicazioni così facili da seguire? Vediamo come la pensano sul tema proprio le mamme, alcune molto giovani e alle prese con bambini piccoli negli anni 20 del 2000, altre invece che hanno figli ormai grandi e che magari sono già nonne o in procinto di diventarlo, che ripensano a come hanno cresciuto i loro bambini in un’epoca del tutto diversa. Abbiamo anche intervistato una psicologa, che ci ha dato il suo prezioso parere professionale sulla questione.

Hanno risposto:

Mamme di oggi

Paola due figli di 3 anni e 9 mesi
Laura due figli di 4 e 6 anni

Mamme di ieri

Roberta due figli di 29 e 37 anni
Marisa due figli di 29 e 26 anni

Utilità delle punizioni

Cosa ne pensi sul fatto di punire i bambini? A tuo parere sono interventi con una valenza educativa o possono essere inutili e persino dannosi?

PAOLA
Credo fortemente nella “dolce fermezza”. La punizione vale solo se data con fermezza; urla e isterismi devono essere messi da parte. Facile a dirsi ma non a farsi!
LAURA
Penso che le punizioni siano utili nel momento in cui hanno uno scopo educativo e non portano ad una mortificazione del bambino.
ROBERTA
Nella giusta misura hanno una valenza educativa. Servono a far comprendere che non è tutto dovuto e insegnano il senso di responsabilità.
MARISA
Punire i bambini. Dunque il mio pensiero si discosta enormemente da quello che in realtà ho fatto coi miei figli. Penso che punire fisicamente con botte sia solo dannoso e non porti a nulla se non a incutere paura e terrore e non insegna nulla al bimbo. Devo dire però che a volte senza pensarci, quando te la fanno grossa oppure hai già la pazienza sotto le scarpe per la giornata infernale che hai passato, uno sculaccione parte, magari (anzi, quasi sempre) per una cavolata e ti rendi conto immediatamente che, per quello che è successo, era troppo.
Quindi penso che punire i bambini sia inutile, a volte dannoso e bisogna cercare invece di far capire di spiegare il perché delle cose, perché sì e perché no. Io da parte mia ho sempre promesso ai miei figli che non gli avrei fatto vedere la tv per un mese o due ma non è mai successo nemmeno per un’ora…..

Fai distinzioni tra le diverse tipologie di punizione o le ritieni tutte da promuovere o da bocciare alla stessa maniera?

PAOLA
Dico no alle punizioni fisiche. Meglio una sculacciata che uno schiaffo sul viso comunque. Meglio ancora un “NO” deciso accompagnato da un castigo, che può essere limitare lo spazio del proprio figlio invitandolo a restare nella sua stanza per 10-15 minuti. Da solo ma con la porta aperta.
LAURA
Le punizioni che un genitore può dare al proprio figlio sono molteplici.
Punizioni come mettere il bambino seduto a riflettere su un’azione sbagliata trovo siano giuste, così come togliere la televisione o i videogiochi. Punizioni come sberle o insulti le trovo dannose e inutili, i bambini non capiscono il significato del loro errore e metabolizzano solo il dolore e l’azione violenta.
ROBERTA
Faccio senz’altro distinzione. Le punizioni devono servire a insegnare qualche principio, non devono essere umilianti e non devono minare l’autostima, no assolutamente punizioni con botte, etc. Vanno comunque adattate alla personalità del figlio.
(Nota della figlia: i miei genitori non erano soliti punirci, al massimo ci minacciavano: “Quando torniamo a casa facciamo i conti” ma la minaccia era già sufficiente ed era raro che punissero. Io a memoria, non sono mai stata punita. Mio fratello si è preso qualche sculacciata un paio di volte, forse).
MARISA
Credo che le punizioni (vietare la tv, l’uscita con gli amici) siano da valutare in base al “danno” fatto, e comunque sempre con la spiega del perché.

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Come affrontare i capricci

Come affronti o hai affrontato capricci o scatti d’ira del tuo bambino? Tornando indietro, soprattutto le mamme di ragazzi ormai grandi, faresti le stesse cose?

PAOLA
È tosta, molto tosta. A risposta isterica corrisponde isterismo … un circolo vizioso. Se riesci a mantenere un tono adeguato e fermo ottieni risultati migliori.
LAURA
Verbalizzo con le mie figlie perché quell’atteggiamento è sbagliato, spiego il mio punto di vista e accolgo le loro lamentele ma rimango ferma nella mia decisione. Se persistono nel capriccio le ignoro e spiego loro che tornerò ad ascoltarle quando si saranno calmate.
ROBERTA
Tornando indietro, più o meno penso che terrei la stessa linea.
MARISA
Col senno di poi direi che cambierei delle cose, ma tenendo conto del mio carattere, non credo riuscirei a fare diversamente dal “già fatto”.

Discuti di questo argomento con le amiche? Ti sei informata in merito? In che modo?

PAOLA
Sì, e non tutte la pensano allo stesso modo. Per me il tono di voce è un punto essenziale: se sono in grado di mantenerlo basso e in qualche modo dolce ottengo più risultati e che il castigo sia servito.
LAURA
Discuto molto di questo argomento con le mie amiche, ognuna spesso ha metodi diversi e punti di vista diversi su come gestire questa situazione. Non mi sono mai trovata a cercare informazioni riguardo alle punizioni.
ROBERTA
Con le amiche si condividono i metodi e a volte i sensi di colpa.
MARISA
Parlavo con le amiche di quello che i bambini facevano o combinavano, ci scambiavamo idee, metodi, ma al momento del fatto tornava la mamma che c’è tutt’ora in me e che non sono mai stata capace di nascondere.

L’eredità delle nostre mamme

Come hai vissuto le punizioni da bambina? Questo pensi che abbia lasciato un segno sul tuo modo di intervenire nei confronti del tuo bambino? 

PAOLA
Non ne ho memoria, quindi credo nulla di insuperabile.
LAURA
Mia madre mi puniva nello stesso modo che uso io con le mie figlie. Ragionandoci da adulta ho trovato che fosse il metodo giusto, per gli insegnamenti e la comprensione del giusto e sbagliato che ho avuto.
ROBERTA
Da bambina ho vissuto spesso le punizioni come una ingiustizia. A volte erano esagerate. Se si litigava con tua sorella ad esempio, mamma picchiava tutte e due anche se una era “innocente”. Questo ha lasciato un segno più positivo che negativo, nel non ripetere quel cliché, però mi ha trasmesso un certo grado di severità e intransigenza.
MARISA
Sembrerà strano, ma io non ricordo di essere mai stata punita o castigata dai miei e credo che questo abbia lasciato il segno sull’incapacità d’intervento sui miei figli perché non avevo un metro di misura, non sapevo come o cosa fare nonostante il sentito dire o l’aver visto fare.

Punizioni e bambini quanto fa male una sberla

Il punto di vista della psicologa

Questa è l’esperienza di alcune mamme, ma abbiamo intervistato anche la Dottoressa Cristina Pedroni, che ci ha dato in esclusiva il suo parere di esperta su questi stessi punti.

BLABLAMAMMA: Abbiamo dato voce alle esperienze di alcune mamme, ma cosa ne pensa una “addetta ai lavori” del delicato argomento delle punizioni ai bambini? Vanno evitate del tutto o in alcune situazioni sono giustificate? Che effetto possono avere sui bambini e quali possono essere le alternative per disciplinare e contenere i capricci dei bambini, a seconda della loro età?

Dottoressa Cristina Pedroni

Per rispondere a questa domanda vorremmo iniziare con una filastrocca scritta da un collega:

Lo schiaffo è una bomba che scoppia in faccia
Fa sì che un bambino per sempre taccia.
Fa male alla pelle ma ancor di più
Mi affoga nell’ansia e non vengo più su.
Se credi che per riuscire a calmarmi
Lo schiaffo ti serve e può fermarmi
Ti dico che invece uno schiaffo è una bomba
Che spinge noi bimbi a un silenzio di tomba.
Così non potremo mai più raccontare
Che cosa ci aveva fatto arrabbiare.
A volte un capriccio vuol farti capire
Che provo qualcosa che non riesco a dire.
Ho poche parole e molti pensieri
Per dirti che anch’io ho momenti neri.
Se provo paura, ho il cuore in subbuglio
A volte qualcosa ti dico e farfuglio
Ma spesso è più facile per un bambino
Star zitto e fare il birichino.
Lo so che non devo farti arrabbiare
Ma a volte non mi so proprio fermare.
Tu mettimi allora in castigo e se puoi
Non darmi mai schiaffi è il patto fra noi.

Filastrocca tratta da “Nella pancia del papà” di A.Pellai (Franco Angeli Editore)

Le crisi di rabbia dei nostri piccoli, i capricci, i comportamenti aggressivi o oppositivi sono esperienze impegnative, che spesso inducono nei genitori sentimenti forti di malessere non sempre facili da padroneggiare. La maggior parte delle volte uno schiaffo, una sculacciata e le urla vengono usati come sfogo di rabbia o frustrazione per uno stato emotivo personale del genitore, ma può accadere anche che alcuni adulti abbiano ricevuto qualche schiaffo all’interno di relazioni familiari e reputino le punizioni fisiche un mezzo efficace per insegnare l’educazione al proprio piccolo.

A volte la sberla funziona davvero a far cessare il comportamento, ma a caro prezzo. Come ben sottolinea la filastrocca, questi gesti non sono la strada giusta per insegnare al nostro bimbo le regole e il giusto comportamento. Un importante compito evolutivo è quello di accompagnare i nostri figli ad imparare a mentalizzare, simbolizzare e verbalizzare le emozioni. Il ricorso all’azione (mi arrabbio e quindi ti do una sberla) suscita spesso nel bambino, soprattutto se piccolo, un vissuto di paura che di fatto interferisce sia con l’obiettivo di aiutarlo a contenere la sua emozione, sia con l’obiettivo educativo di passare un messaggio relativo al limite. Quando abbiamo paura e ci sentiamo attaccati si attiva il nostro emisfero destro e le parti sottocorticali del nostro cervello che sono predisposte a rispondere in modo automatico al pericolo, inibendo la corteccia cerebrale ed impedendo dunque di elaborare dei ragionamenti.

I bambini e i ragazzi hanno, dunque, grande necessità di sentire che ci sono dei limiti che li proteggono, dei genitori forti a cui possono far riferimento che restino sicuri di sé e offrano al contempo sostegno e contenimento. Quest’ultimo è importante che passi sempre attraverso la relazione: ricordiamoci che un bambino educato con modalità aggressive imparerà a ricorrere all’aggressività per ottenere ciò che vuole oppure imparerà a reprimere i propri bisogni e la propria emotività.

Nel caso specifico dei capricci, sarebbe consigliabile in primis aiutare il bambino a calmare l’onda emotiva che lo ha pervaso, pur rimanendo fermi nel proprio no. Solo dopo aver ritrovato la calma sarà possibile comunicare proficuamente.
Ogni adulto, a seconda della propria indole o della sua modalità di entrare in relazione, dovrà trovare il suo modo di gestire il capriccio senza sforzarsi e senza assumere atteggiamenti non sentiti propri. Il messaggio fondamentale che però deve sempre passare al bambino è che c’è qualcuno più grande di lui che sa aiutarlo e stargli accanto anche quando lui perde il controllo, che sa indicargli cosa si può o non si può fare e cosa è pericoloso per lui.

Voi cosa ne pensate? Come vi regolate con i vostri bambini? Parliamone sui nostri canali social!