I terribili due: come gestire crisi di pianto e capricci Pianti, urla e NO continui hanno cominciato a costellare le vostre giornate? Benvenuti nei terrible twos: ecco come gestire la situazione.

terribili due

Il vostro bimbo, tanto tranquillo e buono, è diventato testardo, capriccioso e quasi irriconoscibile? La sua parole preferita è diventata “no”? Niente paura, potrebbe essere entrati nei terrible twos, i tanto temuti “terribili due anni”, in cui il bimbo comincia a ricercare la sua indipendenza. Nonostante si tratti di una fase della crescita del vostro bambino del tutto normale, noi di BlaBlaMamma vogliamo darvi qualche consiglio utile per gestire al meglio la situazione, che a volte mette a dura prova anche i genitori dai nervi più saldi.

Terribili due, di cosa si tratta

I famigerati terrible twos non sono altro che una tappa evolutiva del tutto normale, che coincide con una presa di consapevolezza del piccolo di essere un individuo a se stante, separato dalla madre. E i continui no che costellano questa fase della crescita significano proprio questo: una progressiva conquista dell’indipendenza. Non è raro che i bimbi tra i 18 mesi e i 3 anni diventino più o meno improvvisamente testardi e apparentemente capricciosi, che cedano spesso a crisi di pianto inconsolabili e a vere e proprie sceneggiate che a noi adulti sembrano assolutamente sproporzionate rispetto alla causa scatenante. Si tratta semplicemente dell’espressione di un passaggio evolutivo che segna il distacco dalla figura che si è presa cura di lui finora.[ 1 ]

Cosa significano i NO del bambino

Spesso i genitori tendono a perdere la pazienza di fronte ai continui no e alla testardaggine che improvvisamente manifestano anche i bimbi più tranquilli. Come abbiamo visto, però, è una normale fase evolutiva e, più nello specifico, il no in questa fase è lo strumento che il bambino usa per affermare la sua personalità e manifestare l’appena scoperta autonomia rispetto a mamma e papà. Non dimentichiamo, poi, che pur avendo questo inconscio desiderio di indipendenza, il bimbo ha ancora bisogno di sicurezza, quindi il no può essere anche un modo per esprimere la sua paura nell’avventurarsi in un mondo ancora sconosciuto. Bimbi così piccoli, poi, non sanno ancora esprimere appieno i propri bisogni e le proprie esigenze e spesso non sanno nemmeno capire bene cosa desiderano, ma questo non impedisce loro di lasciarsi andare ad attacchi di rabbia quando non si sentono compresi o non riescono a controllare le proprie emozioni. Questa fase serve appunto anche a imparare a gestire rabbia e frustrazione.[ 1 ]

Insomma, di fronte a questa situazione non bisogna sentirsi cattivi genitori o pensare che il piccolo stia mettendo in atto una “lotta di potere” con gli adulti, ma bisogna semplicemente comprendere che si tratta di una fase che tutti attraversano e che è fondamentale per la loro crescita anche se, è vero, a volte mette a dura prova la pazienza dei genitori. È importante però ricordare che anche le risposte che i bambini ricevono dai genitori sono molto importanti.

terrible twos

Terribili due, il giusto atteggiamento per affrontarli

E i genitori? Spesso non sanno come comportarsi di fronte a questi bambini che apparentemente sembrano fare di tutto per far perdere la pazienza e alcuni di loro tendono ad assumere atteggiamenti rigidi, altri semplicemente non sanno cosa fare. Qual è il giusto atteggiamento?
Per prima cosa, i genitori non dovrebbero reprimere le emozioni del figlio né leggerle come una sfida; la cosa migliore è quella di accoglierle, ma ciò non vuol dire avvallare comportamenti come rompere oggetti o fare del male a se stesso o agli altri.
Cosa fare? Non è il caso che il genitore si agiti e urli a sua volta, ma dovrebbe mostrare al piccolo un atteggiamento calmo e sereno, aiutandolo a controllare l’emozione. Ciò può avvenire anche tramite il contenimento fisico, come un abbraccio, se è accettato, oppure con la semplice vicinanza.
Infine i genitori dovrebbero mettere in campo tutta la loro empatia e cercare di mettersi nei panni del bambino, cercando di capire le sue emozioni.[ 2 ]

Come gestire le “sceneggiate” dei terrible twos

Certo, capricci, pianti, no e attacchi di rabbia sono il mezzo che il piccolo usa per cominciare ad affermare la sua personalità, ma questo gli dà carta bianca per comportarsi come vuole? Vediamo qualche strategia pratica per sopravvivere ai terrible twos:

  • dare regole chiare, ma senza esagerare: non serve dare tante regole, rischieremmo solo di confondere il bambino. Meglio dare pochi divieti, ma sui quali non si transige. Non ha senso reprimere qualsiasi atteggiamento che riteniamo sbagliato, sarebbe frustrante per il bambino, ma ci devono essere dei no fermi, ad esempio su tutto ciò che riguarda la sua sicurezza e quella degli altri e sugli impegni della giornata, come ad esempio andare al nido o sedersi a tavola per mangiare.
  • cercare di tradurre le sue emozioni in parole, cosa che lui non è ancora in grado di fare. Dare un nome alla rabbia, alla tristezza e ad altri stati d’animo è il primo passo per imparare a gestirli.
  • disapprovare i comportamenti, non il bambino. Una frase come “sei cattivo” non serve e rischia anzi di essere dannosa. Meglio esprimere diversamente la nostra disapprovazione, ad esempio con una frase come “quello che hai fatto non è bello”.
  • incoraggiare i comportamenti positivi.
  • lasciargli tempo e spazio per crescere, senza “bloccarlo” con continui e frustranti divieti. Nei limiti del possibile, lasciamolo libero di sperimentare, senza riporre troppe aspettative in lui.

Speriamo di avervi dato qualche indicazione utile per affrontare con positività questa fase delicata e bellissima che fa parte della crescita del vostro bambino. Se avete dubbi, domande o esperienze da raccontare potete farlo sui nostri canali social.

NOTE


1. Spazio Psicologia, I terribili due anni: capricci e crisi di pianto
2. Cristina Radif, psicoterapeuta, Terribili due: come gestire i capricci dei bambini

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