Può capitare che il bambino faccia la pipì a letto: l’enuresi notturna, così si chiama in maniera tecnica questo piccolo “incidente”, fino ad una certa età è assolutamente normale. Noi di BlaBlaMamma vogliamo darvi qualche consiglio per affrontare serenamente la situazione con il vostro bambino, senza colpevolizzarlo o farlo sentire a disagio, e aiutarvi a capire quando sarebbe il caso di fare qualche approfondimento.
- Cos’è l’enuresi notturna dei bambini
- Come si manifesta?
- I numeri del fenomeno
- Le cause dell’enuresi notturna
- Come comportarsi con un bambino che fa la pipì a letto?
- E se il bambino vuole trascorrere una notte fuori casa?
- Quando bisogna preoccuparsi?
Cos’è l’enuresi notturna dei bambini
Il termine “enuresi notturna” indica una perdita involontaria di urina durante il sonno in un’età superiore ai 5 anni, quindi semplicemente il fenomeno di fare la pipì a letto. Nonostante sia un fenomeno piuttosto diffuso molti genitori lo sottovalutano, soprattutto riguardo alla sensazione di ansia che può provocare nel bimbo.
Come si manifesta?
Il bambino che soffre di enuresi notturna non è in grado di svegliarsi quando ha la vescica piena. In passato si pensava che questo fosse dovuto ad un sonno molto profondo, in realtà ora si è constatato che in genere il sonno di chi soffre di enuresi è molto disturbato, con frequenti risvegli incompleti.
Se si è di fronte alla sola enuresi notturna, questa viene detta mono-sintomatica, mentre se ci sono problemi legati al controllo della vescica anche durante il giorno viene chiamata non-monosintomatica. Tra i sintomi diurni ci possono essere, ad esempio, andare in bagno per fare pipì troppo o troppo poco frequentemente oppure con grande urgenza, bagnare le mutandine o addirittura gli indumenti.
Se l’enuresi non è presente da sempre, ma compare dopo mesi in cui il bambino non ha bagnato il letto, viene invece chiamata enuresi secondaria; in questo caso potrebbero essere necessari degli approfondimenti.[ 1 ]
I numeri del fenomeno
L’enuresi notturna nei bambini è un fenomeno piuttosto diffuso. La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha infatti condotto un’indagine[ 2 ] in cui dimostra, dati alla mano, che l’enuresi è una delle condizioni cliniche più frequenti in età pediatrica. Ne soffre infatti il 10-20% dei bambini di 5 anni, il 5-10% di quelli di 10 anni e il 3% dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni. L’incidenza è maggiore nei maschi rispetto che nelle femmine, senza distinzioni culturali, socio-economiche e ambientali.
Le cause dell’enuresi notturna
Ma quali sono le cause di questo fenomeno così diffuso? Nell’enuresi possono intervenire diverse cause, sia fisiche che psicologiche ed ereditarie. Una delle cause è la sovrapproduzione di urina durante la notte, chiamata tecnicamente poliuria notturna, combinata ad una difficoltà a svegliarsi in seguito allo stimolo di vescica piena e, a volte, ad una ridotta capacità della vescica, che sembra essere più piccola del normale. C’è anche una importante questione genetica: se i genitori hanno sofferto di enuresi notturna da bambini, i loro figli hanno ben il 70% di possibilità di soffrirne a loro volta.[ 1 ] Le più frequenti cause dell’enuresi notturna, quindi, possono essere:
- poliuria;
- alterazioni del sonno;
- famigliarità e predisposizione ereditaria;
- un ritardo generalizzato nella maturazione del bambino che rallentano l’acquisizione delle complesse competenze di controllo necessarie per gestire il controllo della minzione, soprattutto di notte;
- apnee ostruttive del sonno, che sembrano rendere il bambino meno sensibile allo stimolo di vescica piena a causa dei diminuiti livelli di ossigeno;
- possono avere la loro parte nel problema anche stress e ansia, magari provocati da grossi cambiamenti in famiglia come la nascita di un fratellino, un trasloco o l‘inizio di una nuova avventura scolastica.
Come comportarsi con un bambino che fa la pipì a letto?
Nessun bambino è felice di svegliarsi in un letto bagnato, quindi i genitori dovrebbero confortare il piccolo, bandendo ogni senso di colpa. Purtroppo è ancora molto diffuso un atteggiamento punitivo nei confronti dei bambini che soffrono di enuresi notturna, con rimproveri da parte dei genitori, l’obbligo di rimanere nel letto bagnato per tutta la notte e deprivazione del sonno causata da frequenti risvegli notturni a cui i genitori lo sottopongono proprio per fare la pipì. Un atteggiamento comprensivo e alcune buone abitudini da adottare la sera, credeteci, funzioneranno molto meglio.
- Rassicurate il bambino e dategli il vostro supporto, instaurando un clima sereno e di dialogo. Spiegategli che bagnare il letto ogni tanto è un fatto comune, che succede a molte persone e che capitava anche a voi. Fategli capire che ad un certo punto questo problema si risolve, che non sarà per sempre.
- non colpevolizzatelo, punitelo e deridetelo, soprattutto in presenza di parenti e amici;
- impedite a fratelli e sorelle di prenderlo in giro, soprattutto in presenza di amici e famigliari: spiegate loro che si tratta di una cosa che non può controllare e che il bambino non ha nessuna colpa;
- resistete all’impulso di rimettergli il pannolino di notte, anche se cambiare spesso le lenzuola può essere faticoso;
- coinvolgetelo nella ricerca di soluzioni, ad esempio bere meno di sera, in modo da incoraggiarlo con un atteggiamento positivo;
- complimentatevi con lui se passa una notte senza bagnare il letto; potete anche pensare ad un piccolo regalo se trascorre un’intera serie di notti “asciutte”;
- instaurate un rituale del sonno, andando in bagno appena prima di mettersi a letto e magari mettendo una lucina strategica per aiutarlo a trovare la strada verso il bagno;
- non svegliatelo di notte per mandarlo in bagno. È vero che questo può limitare i danni, ma certamente non risolve il problema e inoltre priva il bambino del giusto riposo, stressandolo ulteriormente. Lo ricordate? Lo stress può essere tra le cause dell’enuresi notturna…
- fatevi aiutare a cambiare le lenzuola dal bimbo stesso, in modo da responsabilizzarlo. Attenzione, non si tratta di una punizione, ma di un modo fargli prendere consapevolezza della situazione senza ricorrere a sgridate e, soprattutto, senza farlo vergognare.
E se il bambino vuole trascorrere una notte fuori casa?
L’enuresi notturna del bimbo non deve dissuadere i genitori dal concedergli di dormire fuori casa, magari da un amichetto o in occasione di una gita. Probabilmente sarà nervoso per via della possibilità di bagnare il letto, ma basterà ricordargli tutti gli accorgimenti che usate a casa e dargli un cambio di pigiami e biancheria intima, e magari anche qualche traversina assorbente. Non mancate però di avvertire gli adulti che saranno con lui, in modo che possa trovare un piccolo aiuto se ne avesse bisogno.
Quando bisogna preoccuparsi?
Si può fare molto per aiutare i bambini a risolvere il problema dell’enuresi notturna, invece molto spesso l’atteggiamento dei genitori è quello di limitarsi ad aspettare che il problema, prima o poi, si risolva da solo. È però un peccato far sentire a disagio un bambino quando ci sono semplici soluzione per alleviare il problema. La prima cosa da fare è naturalmente parlarne con il proprio pediatra senza imbarazzo e senza sensi di colpa; probabilmente verrà prescritto qualche semplice esame non invasivo per escludere che dietro all’enuresi notturna si celino altre patologie.
Non c’è un’età precisa per decidere di cominciare a trattare l’enuresi, ma se il bimbo tra i 4 e i 5 anni ancora bagna regolarmente il letto di notte va quanto meno tenuto d’occhio, soprattutto se in famiglia ci sono stati altri casi di enuresi notturna. In genere si decide di intervenire verso i 6-7 anni, un’età resa ancora più delicata dall’inizio della scuola e nella quale il bambino va sostenuto e incoraggiato.
La prima “terapia” da mettere in atto è proprio questa: aiutare il bambino a sentirsi compreso e sostenuto, adottando un atteggiamento ottimista e aiutandolo a non sentirsi solo, spiegandogli che ci sono molti bambini a cui capita di bagnare il letto di notte. Rimuovere vergogna e senso di colpa è il primo passo verso la risoluzione del problema.
Speriamo di avervi dato una mano ad affrontare questo delicato argomento, che per alcuni bambini può costituire un vero e proprio problema. Avete dubbi, domande o esperienze da condividere? Fatecelo sapere sui nostri canali social!
NOTE
1. Ospedale Bambino Gesù, Pipì a letto (enuresi notturna)
2. Sip, Enuresi nel bambino: screening, diagnosi e gestione in età pediatrica