Il web rende tutto più semplice e veloce: la diffusione di notizie, il propagarsi di mode e tendenza ma anche, purtroppo il bullismo, che in questo caso prende il nome specifico di cyberbullismo. Si tratta di un fenomeno complesso e non facile da gestire, quando ci si trova coinvolti. Noi di BlaBlaMamma vogliamo aiutarvi a capire meglio di cosa di tratta e come proteggere i nostri bambini.
- Cos’è il cyberbullismo?
- La differenza tra bullismo e cyberbullismo
- Come accorgersi che qualcosa non va?
- Come proteggere i bambini dal cyberbullismo?
Cos’è il cyberbullismo?
Il termine cyberbullismo indica qualsiasi forma di aggressione, molestia, pressione, ricatto, denigrazione, ingiuria, diffamazione, manipolazione, trattamento illecito di dati personali e furti di identità che avviene per via telematica ai danni di un minorenne. Il concetto di cyberbullismo è stato definito per la prima volta dalla legge 71 entrata in vigore il 18 giugno 2017: un passo in avanti importante!
Ci sono alcune caratteristiche che possono aiutarci a capire se ci troviamo di fronte ad un episodio di questo genere:
- il cyberbullismo è intenzionale e praticato con l’intento di nuocere alla vittima;
- si tratta di atti vessatori ripetuti nel tempo:
- la vittima sperimenta un danno psicologico;
- il comportamento è messo in atto per via telematica tramite pc, cellulari o dispositivi di gioco.
La differenza tra bullismo e cyberbullismo
La differenza tra bullismo e cyberbullismo va oltre il mezzo attraverso il quale viene messo in atto questo comportamento: i cyberbulli possono infastidire le proprie vittime in modi che fino a qualche decina di anni fa non potevamo nemmeno immaginare. Ci sono meno violenze fisiche, è vero, ma ci sono molte più occasioni in cui le vittime possono essere prese di mira, dato che gli adolescenti trascorrono gran parte del loro tempo online. Ci sono alcune caratteristiche che rendono questo fenomeno particolarmente insidioso:
- la vittima può essere raggiunta praticamente ovunque, anche a casa sua, tramite il telefono o il computer;
- non è richiesta una interazione faccia a faccia;
- il comportamento dei cyberbulli può essere messo in atto anche in maniera anonima;
- foto e video diffusi per denigrare la vittima possono diventare virali e raggiungere una portata enorme, oltre a permanere online.
Come accorgersi che qualcosa non va?
Spesso i bambini e i ragazzi che sono vittime di cyberbullismo faticano a confidarsi con i genitori; dovranno quindi essere gli adulti a prestare attenzione ad alcuni segnali che possono indicare che qualcosa non va. Ognuno di noi conosce i proprio figli e sa quali possono essere i possibili campanelli d’allarme, ma in generale si può prestare attenzione cambiamenti nel modo di relazionarsi alla tecnologia, alla tendenza a nascondere i dispositivi quando si avvicina un adulto, a cambi improvvisi d’umore e cambiamenti nei ritmi del sonno, ad un calo del rendimento scolastico, ad una diminuzione dell’appetito o a “strani” malesseri fisici indotti dallo stress.
Come proteggere i bambini dal cyberbullismo?
Creare un clima di fiducia in famiglia è importante, in modo che il vostro bambino sappia che con voi può confidarsi e parlare di tutto senza imbarazzo. Parlate poi apertamente dell’argomento e di comune accordo verificate le impostazioni sulla privacy degli account online del ragazzo. Impostando in maniera corretta questi filtri e impostando il controllo parentale si può aumentare il proprio livello di privacy e di sicurezza ed impedire, ad esempio, che venga contattato da estranei. Cercate di mettere in chiaro che non si tratta di una punizione o di un modo di controllarlo, ma che agite spinti dalla preoccupazione per la sua sicurezza!
E se invece l’atto di cyberbullismo è già avvenuto? In questo caso registrate le prove prima di cancellare le conversazioni e i contenuti incriminati, ma poi non fatevi scrupoli nel bloccare il cyberbullo. Se è un compagno di classe o una persona che il ragazzo conosce si può parlarne con gli insegnanti o con gli altri genitori, in modo da far fronte comune per arginare la situazioni. Gli insegnanti potrebbero ad esempio fornire supporto alla vittima, ma anche intraprendere in classe un percorso che spieghi le conseguenze del bullismo e del cyberbullismo e che spieghi il tema della sicurezza digitale.
Se gli episodi sono molto gravi, a prescindere dall’identità del bullo si può segnalare l’utente sul social o sulla app su cui si è verificato l’episodio di cyberbullismo o alla Polizia se il ragazzo è stato minacciato e pensate che la sua sicurezza sia a rischio.
In ogni caso, fate in modo che il ragazzo trovi degli amici che lo sostengano: non solo la situazione sarà meno stressante per il ragazzo bullizzato, ma la statistiche dimostrano che in molti casi l’intervento di un coetaneo riesce a far cessare le offese.
Vi è mai capitato di dover affrontare episodi di cyberbullismo? Come è andata? Fatecelo sapere sui nostri canali social!
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