Pensate che l’ansia sia una prerogativa degli adulti? In realtà non è così: anche i nostri bimbi possono soffrirne, e viene definita come uno stato di paura o di preoccupazione eccessiva, sproporzionata o non adeguata alla situazione reale. Sempre più studi lo confermano: l’ansia nei bambini è una condizione frequente e può comparire anche in età molto precoce. Per questo è importante riconoscerla subito e affrontarla con il giusto supporto.
Con questa guida vogliamo offrire ai genitori consigli pratici per riconoscere e gestire l’ansia nei bambini, aiutandoli ad interpretare i primi segnali ed accompagnare serenamente il bambino lungo questo percorso emotivo.
- Cos’è l’ansia e perché è utile anche nei bambini
- A cosa serve l’ansia nei bambini
- Ansia bambini nelle diverse fasi di crescita
- Come riconoscere l’ansia nei bambini (sintomi e segnali da osservare)
- Ansia bambini: come aiutarli concretamente
- Si può prevenire l’ansia nei bambini?
- Conclusioni
Cos’è l’ansia e perché è utile anche nei bambini
Facciamo un passo indietro: l’ansia è uno stato d’animo in cui si mescolano paura, agitazione e preoccupazione per qualcosa che potrebbe accadere. Può essere accompagnata da sintomi fisici come mal di testa, nausea, vomito o mal di pancia, soprattutto nei bambini che fanno più fatica a verbalizzare ciò che provano.
Anche se spesso considerata un’emozione negativa, non è affatto inutile: al contrario, rappresenta un meccanismo di difesa prezioso per la sopravvivenza. Ai tempi dei nostri antenati, questo stato di allerta permetteva di prepararsi ad affrontare in tempo reale un pericolo reale, come un predatore o una situazione minacciosa.
Ancora oggi l’ansia svolge una funzione importante, aiutandoci a mantenere alta l’attenzione di fronte a un evento nuovo o potenzialmente rischioso (ad esempio attraversare una strada o trovarsi in un ambiente sconosciuto). Diventa però disfunzionale quando viene attivata senza un reale motivo, o quando l’intensità della paura è sproporzionata. In questo caso può influenzare il comportamento, ostacolare le attività quotidiane e, nei bambini, interferire con il sonno, la scuola o i momenti di gioco.
A cosa serve l’ansia nei bambini
Tutti i bimbi sperimentano ansie, paure e piccole fobie, ed è importante sottolineare che questo fa parte del loro percorso di crescita. Nei primi mesi può comparire la paura di essere allontanati dalla mamma, tra i 2 e i 4 anni può emergere la paura del buio, degli estranei oppure di figure “immaginarie” come i ladri o i mostri.
Queste paure sono del tutto fisiologiche: servono a proteggere il bambino da situazioni che, nel suo mondo, vengono percepite come potenzialmente pericolose. L’ansia ha quindi una funzione evolutiva, perché aiuta i bambini a sviluppare prudenza, attenzione e capacità di valutazione.
In alcuni casi però le paure possono essere difficili da decifrare e assumere forme che mettono in difficoltà anche i genitori. Se il timore persiste nel tempo, è molto intenso o limita il gioco, il sonno o la vita sociale, può trasformarsi in una vera e propria fonte di sofferenza emotiva. Per questo è fondamentale capire come riconoscere l’ansia nei bambini: solo così è possibile sostenerli nel modo giusto e aiutarli, poco alla volta, ad affrontare ciò che li spaventa.
Ansia bambini nelle diverse fasi di crescita
L’ansia non si manifesta allo stesso modo in tutte le età: cambia in base alla fase di sviluppo del bambino e alle competenze emotive che sta acquisendo. Per questo alcune paure risultano “tipiche” di una certa età e tendono a scomparire naturalmente una volta superato un determinato stadio di crescita.
- 0 – 2 anni: l’ansia è legata principalmente alla separazione. Il bambino può reagire con pianto o agitazione quando un genitore si allontana o quando si trova in un ambiente nuovo. È una fase fisiologica che coincide con il bisogno di sentirsi protetto e con lo sviluppo del senso di attaccamento.
- 2 – 5 anni: compaiono le prime paure legate all’immaginazione: buio, mostri, ladri, rumori forti. Il bambino sta imparando a distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è, e l’ansia rappresenta una forma di difesa da possibili “minacce”.
- 6 – 10 anni: l’ansia inizia a spostarsi su aspetti più concreti, come la scuola, la prestazione e il giudizio degli altri. Possono comparire paure legate alla salute, alle guerre o agli eventi catastrofici, spesso alimentate dalle informazioni ascoltate in casa o in tv.
- 11 anni e oltre: nella preadolescenza possono emergere forme di ansia sociale. Il bambino teme di essere giudicato o di “fare brutta figura” e può evitare alcune situazioni (compleanni, presentazioni scolastiche, attività di gruppo).
Riconoscere queste fasi aiuta i genitori a distinguere ciò che fa parte di un normale processo evolutivo da una situazione in cui l’ansia inizia a limitare le esperienze e richiede un supporto mirato.
Come riconoscere l’ansia nei bambini (sintomi e segnali da osservare)
Come riconoscere i bambini ansiosi per poterli aiutare realmente? I disturbi d’ansia nei bambini sono molto più frequenti di quanto si pensi, nonostante l’idea diffusa che l’infanzia sia un periodo spensierato e privo di preoccupazioni. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa l’8% dei bambini e degli adolescenti sviluppa un vero e proprio disturbo d’ansia durante la crescita., e se si considerano le paure meno intense, ma comunque stressanti, la percentuale cresce ulteriormente.
I sintomi possono variare da bambino a bambino, ma in generale includono una preoccupazione intensa e sproporzionata che interferisce con le attività quotidiane, con il rendimento scolastico o con le relazioni con i coetanei. In molti casi l’ansia si manifesta anche con comportamenti o situazioni pratiche riconoscibili (evitare una festa, chiedere continuamente rassicurazioni, non riuscire ad addormentarsi da solo).
- Ansia generalizzata – preoccupazioni che riguardano diversi ambiti (scuola, salute dei genitori, malattie, guerre), spesso associate a sintomi fisici o al rifiuto di andare a scuola o partecipare alle attività.
- Disturbo ossessivo-compulsivo – l’ansia diventa una vera e propria ossessione e spinge il bambino a ripetere determinati gesti o rituali per cercare di ridurla (contare, lavare le mani, controllare più volte qualcosa).
- Ansia sociale – paura intensa di essere giudicato o di “fare una figuraccia”, che porta ad evitare situazioni in cui potrebbe sentirsi osservato.
- Fobie specifiche – paura verso oggetti o situazioni concrete, come i cani, l’aereo o i dottori.
- Attacchi di panico – episodi improvvisi di ansia molto intensa, accompagnati da sintomi fisici come tachicardia, respiro corto, sudorazione o vertigini.
È fondamentale ricordare che solo un professionista può valutare caso per caso e formulare una diagnosi corretta.[ 1 ]
Ansia bambini: come aiutarli concretamente
È indubbio che, quando l’ansia raggiunge un certo livello, il bambino soffre realmente: non si tratta di una strategia per attirare l’attenzione. Questa condizione può arrivare a interferire con la vita quotidiana, provocando calo del rendimento scolastico, rifiuto delle attività abituali o difficoltà a socializzare con gli altri bambini. In alcuni casi anche il clima familiare ne risente, perché le paure del bambino condizionano l’organizzazione di tutta la giornata.
Per gestire l’ansia nei bambini è sempre necessario il supporto di uno specialista, soprattutto perché ogni bambino manifesta il proprio disagio in modo diverso. In genere si interviene con la psicoterapia, che lavora sui pensieri e sulle convinzioni che portano il bambino a percepire il mondo come un luogo pericoloso.
Allo stesso tempo è importante accompagnare il bambino in modo graduale ad affrontare ciò che lo preoccupa, rispettando i suoi tempi ed evitando forzature. Il professionista costruisce un percorso personalizzato che coinvolge anche i genitori, aiutandoli a:
- creare routine rassicuranti e prevedibili;
- offrire ascolto e validare le emozioni, evitando frasi come “non devi avere paura”;
- utilizzare giochi o libri per affrontare e normalizzare le paure (es. “barattolo delle preoccupazioni”, storie illustrate);
- insegnare piccole tecniche di respirazione o rilassamento da utilizzare nei momenti di ansia;
- rinforzare i progressi con incoraggiamenti concreti (“hai fatto un passo importante, hai provato ad andare alla festa nonostante la paura”).
Con il supporto giusto, anche i bambini più timorosi possono imparare a gestire l’ansia e a trasformarla, nel tempo, in una risorsa.
Si può prevenire l’ansia nei bambini?
Non sempre è possibile prevenire l’ansia, perché alcune paure fanno parte dello sviluppo emotivo di ogni bambino. Ci sono però comportamenti e abitudini che i genitori possono adottare per creare un ambiente più sereno e aiutarli a sviluppare strumenti emotivi utili fin da piccoli.
- Dare un nome alle emozioni – aiuta il bambino a riconoscere ciò che prova (“ti senti preoccupato?”, “ti fa un po’ paura?”) e a capire che può parlarne senza vergogna.
- Favorire una comunicazione aperta – rispondere alle domande senza minimizzare o banalizzare le paure; spiegare in modo semplice cosa sta succedendo.
- Offrire routine stabili – ritmi prevedibili (sonno, pasti, momenti di gioco) danno sicurezza e riducono l’ansia legata all’incertezza.
- Essere un modello – i bambini osservano il comportamento degli adulti: vedere un genitore che affronta una situazione con calma insegna come reagire alle difficoltà.
- Limitare l’esposizione a contenuti ansiogeni – notiziari, discussioni e immagini cariche di tensione possono innescare paure difficili da elaborare.
Un clima familiare accogliente, in cui le emozioni sono riconosciute e accolte, rappresenta il terreno più fertile per un equilibrio emotivo sano, anche nelle fasi più delicate della crescita.
Conclusioni
L’ansia, soprattutto durante l’infanzia, non deve essere vista solo come un ostacolo ma come un’emozione che può essere compresa, gestita e trasformata con il supporto giusto. Osservare con attenzione i segnali, parlarne senza giudizio e affidarsi a un professionista quando necessario permette al bambino di sentirsi sostenuto e di sviluppare gli strumenti emotivi per affrontare le sue paure. Anche piccoli gesti quotidiani, una routine stabile, l’ascolto autentico, una spiegazione semplice, possono fare la differenza nel percorso verso un equilibrio emotivo più sereno.
NOTE
1. Ieled, Ansia nei bambini