L’allattamento dei nostri bambini è un argomento davvero delicato e personale: da una parte, infatti, sono dimostrati i benefici che questo alimento unico e speciale può apportare al neonato e l’importanza dell’allattamento al seno nella creazione di un forte legame tra mamma e bambino. Dall’altra, però, ci sono molti motivi per i quali una mamma non può o non vuole allattare, che devono essere rispettati e assolutamente non giudicati: ci sono altri modi per favorire il rapporto tra mamma e bambino e, ovviamente, per assicurare tutto il nutrimento di cui il piccolo ha bisogno.
Tra le tante domande che ci sono sull’allattamento un altro argomento controverso è quello dell’allattamento al seno in pubblico, soprattutto a seguito di occasionali fatti di cronaca che vedono neo mamme allontanate dal luogo in cui stavano allattando il proprio bambino.
Ognuno su questo argomento ha la sua opinione: noi di BlaBlaMamma ci siamo fatti raccontare l’esperienza di alcune mamme proprio su questi temi. Alcune mamme sono alle prese proprio in questo periodo con la crescita dei propri bambini, altre invece hanno figli ormai adulti e ripensano alla loro esperienza, a volte con un occhio diverso.
Abbiamo chiesto anche il parere della Dottoressa Cristina Pedroni, che ci ha dato il suo prezioso punto di vista professionale su questo argomento.
Hanno risposto:
Mamme di oggi
Irene due figli di 3 anni e 9 mesi
Laura due figli di 4 e 6 anni
Mamme di ieri
Lucia due figli di 29 e 37 anni
Sabrina due figli di 29 e 26 anni
- Allattamento e svezzamento
- Allattamento in pubblico
- Il giudizio degli altri
- Il punto di vista della psicologa
Allattamento e svezzamento
Qual è stata la tua esperienza con allattamento e svezzamento?
Primo figlio, allattamento esclusivo al seno ad orari fissi: una pacchia!
Secondo figlio, allattamento esclusivo al seno a richiesta: tosto!
Entrambi svezzati a 6 mesi con buoni risultati.
LAURA
Ho allattato al seno entrambe le mie figlie, fino ad un’età di due anni la primogenita, fino a due anni e mezzo la secondogenita. Con entrambe ho affrontato l’autosvezzamento, nessuna delle due voleva saperne di mangiare omogenizzati e farine.
Ho scelto l’allattamento artificiale, per motivi di salute ma poi mi sono pentita!
Nota della figlia: avevano detto a mia mamma che, se avesse allattato al seno, le sarebbe calata ulteriormente la vista e la miopia sarebbe peggiorata.
SABRINA
Ho due figli ed ho avuto due allattamenti diversissimi. Il primo allattato al seno senza nessun problema fino a 6 mesi, poi seguendo i consigli della pediatra l’ho svezzato. Anche all’inizio non è stato né difficile né complicato, il bambino ha subito gradito il cambiamento e, sempre seguendo i preziosi consigli della pediatra, è andato tutto benissimo.
Il secondo figlio, invece, l’ho allattato artificialmente, non per mia scelta, ma è andata bene lo stesso. Certo era molto più scomodo dover preparare il latte e trovare qualcuno che lo scaldasse se eravamo in giro, rispetto ad avere la tetta pronta. Anche col secondo figlio ho seguito le indicazioni della pediatra per lo svezzamento.
Allattamento in pubblico
Ti è mai capitato di allattare in pubblico? Quali sono state le reazione delle persone intorno a te? Se no, quali sono i motivi che ti hanno trattenuto?
Ho sempre allattato in pubblico. Mi sono fatta paranoie all’inizio ma poi basta: è un gesto bello e naturale, basta farlo in modo “elegante”. Ecco, non allatterei a seno nudo in un circolo di anziani.
IRENE
Ho allattato in pubblico, ovunque mi trovassi e la situazione lo richiedesse. Non sono mai stata messa in difficoltà dalle persone intorno a me, non ho mai ricevuto sguardi di disapprovazione e non mi sono mai preoccupata di cosa potessero pensare gli altri.
L’allattamento in pubblico credo sia un dovere, non nel senso che lo si debba fare apposta ma se capita in quel preciso istante nessuno ti può dire “non lo puoi fare”. È il gesto più naturale e bello che una persona possa fare, sfamare qualcuno, figuriamoci una mamma con suo figlio. Fortunatamente a me non è mai capitato di incrociare qualcuno a cui dava fastidio vedermi allattare mio figlio.
Il giudizio degli altri
Discuti di questo argomento con le amiche? Ti sei informata in merito? In che modo?
Poco. L’allattamento è un argomento ancora taboo, esattamente come il sesso!
LAURA
In passato mi sono confrontata con le amiche, ho in egual modo amiche che hanno scelto di non allattare perché non si sentivano adeguate a farlo e chi ha allattato per tempi più o meno lunghi. Eventuali informazioni in merito le ho ricevute dalle ostetriche prima e da siti che trattavano l’argomento poi.
Per lo svezzamento ho seguito le indicazioni della pediatra e non ho avuto difficoltà di nessun genere.
SABRINA
Ho parlato di questo con amiche e colleghe e devo dire che su alcune di queste mi sono ricreduta. Alcune che consideravo emancipate o comunque di idee molto aperte non trovavano giusto il fatto di allattare ovunque, invece altre che, al contrario, pensavo non lo facessero la pensavano come me.
Qualcuno ha cercato di convincerti ad agire in modo diverso, ad esempio consigliandoti di smettere di allattare dopo i 6 mesi o, viceversa, di proseguire con l’allattamento a richiesta? Ti sei sentita criticata in qualche aspetto della tua scelta? Da chi?
Sì, da altre donne che non mi sono mai piaciute. Le ho lasciate parlare e ho sempre fatto di testa mia.
LAURA
Ho ricevuto più inviti a smettere che a continuare ad oltranza, soprattutto da persone oltre i 50 anni e quindi con una cultura molto ridotta sull’argomento. Non mi sono mai sentita condizionata da nessuno nelle mie scelte, ho proseguito per la strada che sentivo giusta per me e per le mie bambine.
Con la seconda figlia, in ospedale hanno cercato di insistere per farmi allattare (puericultrice, neonatologo etc.) ma essendo stata sconsigliata dal medico mi sono sentita determinata. Mi sono sicuramente sentita criticata da chi allattava al seno.
SABRINA
Ricordo che quando mi hanno dimessa dall’ospedale mi avevano consigliato di allattare ogni 3 ore e, nel caso in cui il bimbo dormisse, di svegliarlo. Io ero inesperta e non sapevo se dare retta ai medici oppure ai miei genitori, che mi hanno sempre detto di lasciar decidere al bambino quando, quanto e come mangiare. La prima volta a casa da sola ho aspettato le 3 ore e poi ho svegliato mio figlio… Non l’avessi mai fatto! Ha pianto per non so quanto tempo, quindi mi son detta MAI PIU’, quando ha fame si sveglia e lo chiede lui. Comunque ogni bimbo è diverso dall’altro e queste cose le impari solo vivendole e facendoti la tua esperienza, nessuno te le può insegnare.
Il punto di vista della psicologa
Questa è l’esperienza che ci hanno raccontato alcune mamme, ma abbiamo intervistato anche la Dottoressa Cristina Pedroni, che ci ha dato in esclusiva il suo parere di esperta su questo argomento.
BLABLAMAMMA: L’approccio ad allattamento e svezzamento è decisamente cambiato: se prima nella maggior parte dei casi si allattava fino ai 6 mesi circa, spesso ad orari fissi, per poi proseguire con omogeneizzati e pappine, ora si punta molto sull’allattamento a richiesta prolungato nel tempo e sull’autosvezzamento, in cui il bimbo partecipa in tutto e per tutto ai pasti della famiglia. Questo può influire sullo sviluppo del carattere del bimbo e sul suo rapporto con i genitori? Come cambia il suo approccio al cibo, anche sul lungo periodo?
Dottoressa Cristina Pedroni
Sicuramente lo stato dell’arte rispetto alle indicazioni fornite dai pediatri alle neo mamme relativamente all’allattamento è molto cambiato negli ultimi decenni. A questo proposito possiamo ricordare che L’organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce che “i bambini vengano allattati esclusivamente al seno per i primi sei mesi e che poi l’allattamento prosegua, integrato da cibi solidi, almeno fino ai due anni e comunque finché mamma e bambino lo desiderino”. Viene, inoltre, indicato che l’allattamento dovrebbe avvenire a richiesta, ogni volta che il piccolo lo desideri.
Partendo proprio dalle indicazione dell’OMS è possibile, a nostro avviso, fare una serie di considerazioni.
In primis, tali indicazioni non derivano solo dal fatto che il latte materno rappresenta l’alimento d’elezione per i neonati, essendo ricco di nutrienti e anticorpi, ma anche dall’aver riconsiderato il valore relazionale del contatto fisico che si instaura durante l’allattamento. Il bambino riconosce l’odore della mamma, il battito cardiaco e riceve non solo nutrimento fisico ma anche nutrimento affettivo: piango, arriva la mamma che mi dà il latte e mi fa sentire al sicuro.
A nostro avviso, infatti, è proprio quest’ultimo aspetto ad essere primario e fondamentale. Per Winnicott, pediatra e psicoanalista inglese, ad esempio, l’allattamento al seno rappresenta la prima forma di comunicazione in grado di condizionare le successive esperienze comunicative e relazionali. Non si tratta semplicemente di offrire del latte ma di creare un legame. A conferma di questo vanno anche gli esperimenti svolti da Harlow negli anni 50 attraverso cui si è osservato che i cuccioli di scimmia scegliessero di ricevere calore da una madre finta ma morbida e ricoperta di pelo, piuttosto che latte da una madre metallica. Ciò che permette una sensazione di benessere per i piccoli è il sentirsi accolti e protetti, sentire che la madre accorre e poter instaurare con lei una comunicazione, fatta di sguardi, suoni e gesti.
Per questo è importante che le madri vengano aiutate e accompagnate nei primi mesi di vita dei loro figli e che siano sostenute nella nuova esperienza di avere un neonato che dipende da loro e che richiede accudimento.
Riteniamo che le indicazioni dell’OMS, sicuramente valide, vadano però calate nella specifica realtà di ogni diade mamma-bambino. A volte fattori fisiologici (dolore, ragadi, carenza di sonno… ) o condizioni esterne, come la necessità di dover tornare al lavoro presto, possono incidere sulla scelta della madre di allattare. Anche con l’allattamento artificiale la mamma può comunque trovare il suo modo particolare di trasmettere cura, protezione e calore, anche con il biberon mamma e bambino possono trovare il loro modo di guardarsi, sentirsi e sintonizzarsi.
L’allattamento riguarda una sfera molto personale e intima, che coinvolge in primis la mamma, la sua salute fisica e psicologica e il suo bambino. Qualunque sia la scelta della madre, può non essere condivisa, ma è necessario rispettarla ed evitare giudizi o accuse anche implicite. La cosa fondamentale è che la mamma sia serena e si senta a suo agio nel modo di dare cure, sia che si tratti di allattamento al seno o artificiale. Non ha senso forzare o giudicare una mamma che per mille motivi non riesca o scelga di non allattare, così come non ha senso guardare di traverso una mamma che scelga di portare avanti un allattamento prolungato. Ha senso invece sostenere la madre nella sua relazione unica e speciale con il suo cucciolo e creare attorno a loro un clima di accoglienza che li aiuti a trovare la loro speciale sintonia. Non si deve mai dimenticare, infatti, quanto una mamma possa essere affaticata o sentirsi incerta nel muovere i primi passi in questa esperienza.
Voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre idee su questo argomento tanto importante quanto personale? Parliamone insieme sui nostri canali social!