Allattare al seno è il modo più naturale di nutrire il tuo bambino fin dai primi giorni di vita ma, soprattutto per le donne alla prima gravidanza, potrebbe risultare difficile o, quantomeno, complicato.
Per questo motivo noi di BlaBlaMamma crediamo sia importante riportare una serie di consigli su come avviare e proseguire al meglio l’allattamento al seno, partendo dai benefici che questo tipo di nutrizione procura a mamme e neonati.
- Cosa dice L’OMS su latte materno e allattamento
- Benefici per il bambino
- Benefici per la mamma
- Come avviare al meglio l’allattamento
- Come capire se si è attaccato al seno in modo corretto
- Quante donne allattano al seno in Italia
Cosa dice L’OMS su latte materno e allattamento
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea come il latte materno abbia numerose proprietà [ 1 ]:
“Il latte materno è l’alimento ideale per i bambini. È sicuro, pulito e ricco di anticorpi che aiutano a proteggere da molte malattie infantili comuni. Fornisce tutta l’energia e le sostanze nutritive di cui il neonato ha bisogno per i primi mesi di vita e continua a fornire anche più della metà del fabbisogno nutrizionale di un bambino durante la seconda metà del primo anno ed un terzo durante il secondo anno di vita.”
In riferimento all’allattamento al seno vengono esposte 3 linee guida:
- andrebbe iniziato entro la prima ora dalla nascita
- per i primi 6 mesi di vita il latte materno dovrebbe essere l’unica fonte di nutrimento
- sarebbe importante proseguire almeno fino ai 2 anni di età, integrando l’alimentazione con cibo sano e nutrizionalmente adeguato
Questo perché secondo l’OMS:
“I bambini allattati al seno ottengono risultati migliori nei test di intelligenza, hanno probabilità più ridotte di essere in sovrappeso o obesi e sono meno inclini al diabete in età più avanzata. Ma i vantaggi ci sono anche per le mamme: le donne che allattano, infatti, presentano un rischio ridotto di tumori al seno e alle ovaie.”
Benefici per il bambino
Il Ministero della Salute ha messo a disposizione dei cittadini un opuscolo [ 2 ] molto dettagliato sull’allattamento al seno e sui benefici che ne derivano per mamma e bambino. I vantaggi per il neonato risultano essere i seguenti:
- contributo allo sviluppo fisiologico della bocca
- diminuzione dei rischi di infezioni respiratorie e urinarie, di diarrea e di otiti
- diminuzione dei rischi di allergie e asma
- diminuzione dei rischi di diabete, obesità, leucemie, malattie cardiovascolari e sindrome della morte in culla
Benefici per la mamma
Allattare al seno costituisce un vantaggio per le mamme perché:
- favorisce la perdita del peso accumulato in gravidanza
- diminuisce i rischi di sanguinamento post-partum
- diminuisce i rischi di anemia
- diminuisce i rischi di alcune forme di tumore al seno, all’endometrio e all’ovaio
- diminuisce i rischi di malattie cardiocircolatorie
- è pratico, sempre a disposizione e alla temperatura corretta
- è economicamente conveniente
Come avviare al meglio l’allattamento
Il Ministero della Salute sottolinea come sia importante iniziare ad allattare entro un’ora dalla nascita del bambino e fornisce alcuni consigli pratici per avviare al meglio questa delicata pratica. Vediamoli insieme.
Consiglio 1 – Contatto pelle a pelle
Tenere il bambino a contatto pelle contro pelle, lasciandolo arrivare istintivamente al seno e facendosi guidare dai suoi movimenti alla ricerca del capezzolo.
Il bimbo è nudo e disteso a pancia in giù sul petto nudo della mamma. In questo modo sente il battito cardiaco, l’odore e il respiro della madre. Il suo corpo è in completo contatto con lei, traendone conforto.
Il contatto pelle a pelle aiuta la normalizzazione e la stabilizzazione del suo battito cardiaco, della sua respirazione e del livello dello zucchero nel sangue.
Il calore corporeo della madre mantiene il bambino alla giusta temperatura.
Questo contatto favorisce il legame mamma-figlio e aiuta la conoscenza reciproca, facendo sentire la madre più sicura e rilassata, favorendo l’uscita del latte e aumentandone produzione e flusso.
Il contatto pelle a pelle è importante non solo subito dopo il parto ma anche nei giorni successivi, per cui sarebbe bene avvenisse frequentemente e a lungo.
Consiglio 2 – Posizione e attacco
La prima posizione suggerita è l’attacco al seno guidato dal bambino, o posizione semi-reclinata. E’ la più adatta per la prima poppata e risulta portare benefici in qualsiasi altro momento.
In posizione semi-reclinata la madre, non del tutto sdraiata né seduta, deve sentirsi comoda, con la schiena sostenuta e rilassata. A questo punto il bambino viene adagiato a pancia in giù nella zona che va dall’addome al torace della mamma. E’ importante assicurarsi che si appoggi sulla guancia e abbia le vie respiratorie libere e che il collo, il pancino e le gambe siano in stretto contatto con il corpo della madre, che fornirà un sostegno naturale. In alcuni casi tenergli la schiena e il sedere con la mano o il braccio può contribuire a un sostegno ancora maggiore.
In questa posizione il neonato si troverà a raggiungere il seno con i suoi tempi, spingendo, sobbalzando e strisciando. L’uso della sue mani alla ricerca del capezzolo va assecondato e non inibito.
Nel caso in cui la madre avesse i capezzoli doloranti, è consigliabile avvicinare il viso del bambino al capezzolo stesso, in modo che la ricerca avvenga con la bocca e non con le mani. Dopo alcuni tentativi il bambino affonderà il mento e aprirà la bocca, ottenendo un attacco ottimale.
Questa posizione rappresenta un modo naturale e semplice per il neonato di esprimere il suo istinto di raggiungere il seno e un modo per la mamma di prendersi cura di lui, dimostrandosi sensibile e reattiva ai suoi bisogni.
All’inizio è importante che ci sia contatto pelle a pelle, ma è possibile allattare in questa posizione anche quando madre e figlio sono vestiti.
Questa posizione risulta essere molto utile quando il piccolo impara a poppare o non riesce ad attaccarsi bene al seno, ma anche quando alla mamma fanno male i capezzoli.
Come capire se si è attaccato al seno in modo corretto
Per capire se la poppata è efficace e indolore per la madre si possono prendere in considerazione questi segnali:
- il piccolo ha la bocca bene aperta e “riempita” dal seno
- ha il mento a stretto contatto con il seno e il collo leggermente reclinato
- ha il labbro inferiore rovesciato in fuori, ovvero non sta succhiandosi il labbro
- ha la punta della lingua estesa oltre la gengiva inferiore, con i bordi che avvolgono il seno formando una “U”
- si vede più areola sopra il labbro superiore piuttosto che sotto l’inferiore
- il ritmo delle suzioni varia durante la poppata, passando da suzioni brevi e frequenti a suzioni meno frequenti con movimenti della bocca ampi e profondi, talvolta intervallati da pause
C’è inoltre da considerare la possibilità che il neonato abbia difficoltà ad attaccarsi al seno a causa dell’ingorgo mammario, che si verifica quando la quantità di latte prodotta è superiore alla quantità di latte che il bambino succhia.
A tal proposito può essere utile riportare alcuni consigli e considerazioni contenuti in una “Guida all’allattamento” redatta dal Policlinico Umberto I di Roma [ 3 ] nella quale si legge:
- far fuoriuscire una goccia di latte prima di far attaccare il neonato, così da ammorbidire capezzolo e areola
- per ammorbidire il seno, attaccare il bambino o estrarre latte frequentemente (ogni 1-2 ore) con spremitura manuale o con il tiralatte
- dopo aver allattato o tirato il latte, applicare impacchi freddi sul seno per una ventina di minuti, in modo da ridurre il gonfiore che può interferire con il flusso di latte
- prima di allattare, applicare impacchi caldi sul seno così da favorire lo svuotamento
- nel primo mese di vita il bambino diventerà sempre più “esperto” nell’allattamento; alcuni imparano più in fretta di altri e si staccano spontaneamente dopo una quindicina di minuti, mentre altri restano attaccati anche per mezz’ora al primo seno. E’ molto importante che sia il neonato a decidere quando staccarsi dal seno, perché il latte finale della poppata contiene una maggior quantità di grassi e calorie
Quante donne allattano al seno in Italia
Nel 2013 un’indagine dell’Istat sulla salute in Italia [ 4 ] ha permesso di evidenziare alcuni dati statistici interessanti, a partire da un aumento della percentuale di donne italiane che allattano il proprio figlio, risultate essere l’85,5% contro l’81,1% del 2005.
In aumento anche il valore del periodo medio dell’allattamento: 8,3 mesi contro i 7,3 precedenti.
Altro dato interessante emerso è che il periodo di allattamento esclusivo al seno, ovvero i mesi in cui il neonato riceve unicamente latte materno, è di 4,1 mesi.
Speriamo di aver contribuito a fornire utili informazioni su come allattare al seno e sui vantaggi che ne derivano sia per la mamma che per il bambino.
Se hai domande in merito, non esitare a contattarci sui nostri social.
NOTE
1. OMS, “Breastfeeding”
2. Ministero della Salute, “Allattare al seno, un investimento per la vita”
3. Policlinico Umberto I di Roma, “Alimentazione del neonato – Guida all’allattamento”
4. Istat, “Gravidanza, parto e allattamento al seno”