Ogni mamma ha il diritto di accudire al meglio il proprio bambino, soprattutto se è appena nato. A volte per le mamme che lavorano è difficile conciliare il lavoro e le esigenze del neonato, ma sarete contente di sapere che alla nascita del bimbo si hanno una serie di diritti, tra cui ovviamente rientra anche quello di allattare il bambino. Noi di BlaBlaMamma sappiamo bene quanto sia importante questo momento speciale tra mamma e bambino, quindi vediamo insieme cosa è utile sapere in merito al diritto all’allattamento, valido anche per le mamme e i papà di figli adottivi o affidatari.
- Cos’è il diritto all’allattamento
- Chi può richiederlo?
- Il diritto all’allattamento per i papà
- A cosa dà diritto l’indennità per allattamento?
- Allattamento a rischio: quali sono i diritti delle mamme?
- A chi richiedere l’indennità per riposo per allattamento?
- Come richiedere l’indennità per l’allattamento
Cos’è il diritto all’allattamento
L’Inps riconosce una serie di diritti alle mamme che lavorano e tra questi rientra anche l’indennità per riposi per allattamento. In pratica si tratta della possibilità data alla neo-mamma nel corso del primo anno di vita del bambino di uscire prima dal lavoro per prendersi cura del figlio, ma senza che quelle ore di assenza influiscano negativamente sullo stipendio grazie ad un sostegno economico che viene erogato dall’Inps.[ 1 ] Come avrete notato, non si è mai specificato che per usufruirne sia necessario allattare il proprio bambino al seno. In qualsiasi modo si scelga di farlo, infatti, l’allattamento è un momento importante per l’accudimento del proprio piccolo.
Chi può richiederlo?
I riposi per allattamento possono essere richiesti dalle mamme lavoratrici dipendenti e, in particolar modo, da quelle che rientrano in queste categorie:
- lavoratrici dipendenti con contratto di lavoro sia a tempo indeterminato che a tempo determinato;
- mamme lavoratrici che operano nel campo dell’agricoltura, anche con un contratto a termine;
- LSU o APU, cioè donne che operano nei servizi di pubblica utilità.
Il diritto all’allattamento per i papà
Non tutti sanno, inoltre, che il diritto all’allattamento spetta anche ai papà! In questo caso, però, è possibile richiederlo solo a determinate condizioni. Vediamole insieme:
- il papà può richiedere l’indennità per i riposi per allattamento nel caso in cui la mamma vi rinunci, in modo che uno dei genitori possa comunque accudire il figlio;
- può presentare la richiesta se la mamma è lavoratrice autonoma oppure parasubordinata o a progetto;
- se il figlio è affidato al padre sarà lui a dover richiedere l’indennità per l’allattamento;
- il diritto all’allattamento spetta al papà nel caso in cui purtroppo la mamma sia affetta da una grave malattia oppure sia deceduta.
In ognuno di questi casi, però, il padre deve essere un lavoratore dipendente, a tempo determinato o indeterminato.
A cosa dà diritto l’indennità per allattamento?
L’indennità per allattamento dà diritto a delle ore di riposo nell’arco della giornata per poter dedicare del tempo al proprio bambino nel suo primo anno di vita. Il numero delle ore a cui si ha diritto varia a seconda dell’orario di lavoro:
- se lavorate almeno 6 ore al giorno, vi spettano 2 ore di riposo;
- se lavorate part time, o comunque meno di 6 ore al giorno, vi spetta un’ora di riposo;
- per le mamme (o i papà) di due gemelli, i permessi allattamento sono raddoppiati: 4 ore al giorno se lavorate più di 6 ore, 2 ore al giorno per l’orario part time.
Le ore di allattamento sono cumulabili, quindi si può scegliere di usufruirne anche, ad esempio, in un solo giorno della settimana. Questa decisione deve essere presa di comune accordo con il datore di lavoro, che può concedere o meno questa modalità di fruizione.
Le ore di allattamento non possono però essere cumulate con il congedo parentale a ore, come specifica una nota dell’INPS. [ 2 ]
Può essere utile sapere che una mamma durante l’allattamento non può fare turni che vanno da mezzanotte alle 6 del mattino, ma è l’unica concessione: fermo restando il diritto alle ore di allattamento, bisognerà coprire gli altri turni assegnati, compresi quelli domenicali e festivi.
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Allattamento a rischio: quali sono i diritti delle mamme?
Ci sono alcuni lavori che più di altri espongono a rischi, soprattutto in una fase delicata come quella dell’allattamento. Spesso si pensa correttamente alle donne che lavorano in laboratori chimici o negli ospedali ma, tanto per fare un esempio, per una neo-mamma è considerato un lavoro a rischio anche quello dell’insegnante, perchè stando per molte ore a contatto con tanti bambini si è particolarmente esposte alla possibilità di contrarre malattie infettive.
Cosa fare in questo caso? Se è possibile, il datore di lavoro farà del suo meglio per ricollocare momentaneamente la neo-mamma e assegnarle mansioni che non la espongano a rischi. Se ciò non è possibile, il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro può essere prolungato.
A chi richiedere l’indennità per riposo per allattamento?
È l’Inps a garantire il diritto all’allattamento alle famiglie grazie ad un assegno che copre le ore di permesso dedicate all’accudimento del bambino, ma l’indennità può essere erogata in due modi diversi:
- può essere il datore di lavoro ad anticipare l’assegno per le ore di allattamento in busta paga e poi chiedere il rimborso all’Inps. In questo caso tra le varie voci della busta paga si potrà vedere quella relativa all’indennità per l’allattamento;
- può essere richiesta direttamente all’Inps, che la erogherà sul conto corrente della neo-mamma. Devono seguire questa procedura le donne che lavorano come stagionali, come lavoratrici agricole o nell’ambito dello spettacolo, in tutti e tre i casi con contratto a termine.
Come richiedere l’indennità per l’allattamento
La procedura per richiedere l’indennità per il riposo per allattamento è abbastanza semplice, ma è diversa se a fare richiesta è la mamma o il papà del bambino.
- la mamma deve presentare la richiesta al datore di lavoro tramite un apposito modulo in carta semplice. Se rientra nelle categorie che abbiamo citato prima – stagionali e lavoratrici agricole o dello spettacolo con contratto a tempo determinato – dovrà presentare la propria domanda anche alla sede Inps di appartenenza;
- il papà dovrà invece fare richiesta all’Inps con un modulo in carta semplice, da inviare tramite raccomandata A/R all’INPS, senza dimenticare di allegare anche una copia del proprio documento di identità.
Se avete dei dubbi in proposito oppure c’è qualche argomento che vi interesserebbe approfondire su BlaBlaMamma ci potete contattare sui nostri canali social.
NOTE
1. INPS, Indennità per riposi giornalieri per padri e madri dipendenti
2. INPS, Messaggio numero 6704 del 3 novembre 2015