Le giornate dei nostri bambini spesso assomigliano a corse frenetiche tra mille impegni: la scuola, ovviamente, ma anche la palestra, la piscina, i corsi di musica o di lingue e svariati altri impegni. Pare che il tempo dei bambini sia sempre più gestito dai genitori e riempito di cose da fare: il tempo libero viene spesso visto come “tempo morto”, in cui il bambino rischia di annoiarsi.
E se vi dicessimo che la noia non è negativa, ma che a volte – insieme al gioco libero e non strutturato – permette ai bimbi di sviluppare creatività e fantasia? Certo, però, il tempo libero dei bambini non dovrebbe essere riempito con tv, videogiochi e smartphone che, si sa, affascinano da sempre i piccoli (ma anche i grandi). Quanto è bene strutturare le giornate dei nostri bambini e quando invece è il caso di lasciarli liberi di organizzarsi? E come regolare l’uso della tecnologia come fonte di svago?
Lo abbiamo chiesto ad alcune mamme che in questi anni si trovano alle prese con bimbi piccoli o molto piccoli e ad altre mamme che invece hanno figli ormai adulti, per capire se nel tempo è cambiato qualcosa e in che modo. Abbiamo poi chiesto anche il prezioso parere in esclusiva di una “addetta ai lavori”, la psicologa Cristina Pedroni.
Hanno risposto:
Mamme di oggi
Fabiana due figli di 3 anni e 9 mesi
Laura due figli di 4 e 6 anni
Mamme di ieri
Giovanna due figli di 29 e 37 anni
Bianca due figli di 29 e 26 anni
Gestione del tempo libero
Come gestisci il tempo libero del tuo bambino? Pensi che debba essere sempre impegnato in qualche attività o gli lasci del tempo libero in cui organizzarsi come vuole?
FABIANA
Bello passare il tempo insieme e crescere. Ma sì anche all’attività individuale e autonoma. Lavorando in casa o è così o è così.
LAURA
Faccio entrambe le cose. Lascio che una parte del loro tempo libero lo impieghino scegliendo cosa fare e una parte organizzando loro attività utili ad imparare qualcosa o esercitare una capacità.
GIOVANNA
Giocavo con i miei figli, ma ho sempre lasciato del tempo libero per organizzarsi e anche per annoiarsi, perché dalla noia escono le idee e le iniziative.
BIANCA
Il poco tempo libero che hanno avuto i miei figli se lo sono gestito in autonomia, ne senso che tra scuola, piscina, compiti ne avevano ben poco di tempo libero, ma per quel poco credo di avergli lasciato libera scelta anche di non fare nulla.
Ti capita spesso di organizzare attività che coinvolgano tutta la famiglia, ad esempio cucinare insieme o fare un gioco?
FABIANA
Difficile. Forse fare tutti insieme le pulizie di casa.
LAURA
Dal momento che le mie figlie hanno 4 e 6 anni, quasi tutte le attività organizzate richiedono la presenza di noi genitori.
Bambini e tecnologia
Cosa ne pensi del rapporto tra bambini e tecnologia? Lasci spesso smartphone e tablet al tuo bambino, magari per tenerlo tranquillo al ristorante o in altre occasioni, e quali sono le alternative? Come gestisci il suo tempo davanti alla televisione?
FABIANA
Cerco di ponderare. Talvolta lascio in mano il tablet a mio figlio mentre lavoro oppure ho bisogno di “staccare”. Sì ai cartoni, ce ne sono di carini e di educativi.
LAURA
Penso che i bambini di oggi non possano fare a meno di crescere avendo a che fare quotidianamente con la tecnologia. Le mie figlie non hanno il permesso di usare lo smartphone di noi genitori, né di usare apparecchi tecnologici in situazioni di convivialità come il ristorante, in quei casi possono portare con loro un libretto da colorare o da leggere o un piccolo gioco per ingannare il tempo. Hanno accesso al tablet a casa ma solo per utilizzare applicazioni di giochi che riguardino la conoscenza di lettere e numeri o giochi strutturati come memory, ma per un tempo molto limitato. Anche l’utilizzo della tv ha un tempo molto limitato durante la giornata.
Il rapporto tra bambini e tecnologia è una sfida! È molto comoda per i genitori ma difficile da gestire e ha diversi pericoli, fisici e psicologici. Quando erano piccoli i miei figli c’era la tecnologia, ma non dava molta assuefazione (c’erano ad esempio Gameboy, Playstation e computer) e i bambini ci giocavano!
Compravo giochi spesso, perché sono indispensabili secondo me. Non erano premi o regali legati a festività, ma veri e propri “attrezzi del mestiere”.
(Nota della figlia: mia mamma scrive così perché lei dice sempre che “i giocattoli sono gli attrezzi del mestiere dei bambini”, ma senza viziare).
Al ristorante portavamo fogli e matite. Gli abbiamo insegnato a comportarsi con pazienza ed educazione, non abbiamo mai avuto complicazioni.
(Nota della figlia: è vero che io e mio fratello eravamo abituati ad annoiarci, quindi il ristorante non era una novità, ma eravamo anche molto abituati a stare in mezzo alle persone e in compagnia degli adulti.)
Per quanto riguarda il tempo davanti alla televisione, sceglievo programmi adatti a loro ma non necessariamente solo cartoni: si vedevano tanti film, anche vecchi della Disney o altri film per la famiglia. C’era un limite di tempo per guardare la televisione, che era necessariamente scandito da altre attività, come gioco, studio e così via.
BIANCA
Ancora una volta devo dire grazie alla fortuna di aver avuto due bambini bravissimi, quando andavamo al ristorante o in pizzeria non è mai successo che i miei figli andassero in giro per il ristorante a disturbare i commensali, o facessero i capricci per fare qualcosa che sapevano non poter fare.
Trovo molto sbagliato invece dare in mano ai piccoli di oggi lo smartphone o il tablet, è solo un sostituto genitoriale secondo me dannoso per loro, ma molto utile ai genitori per togliergli l’impiccio di stare dietro ai figli, insomma li hai fatti e te li curi.
Stessa cosa per la tv. In casa anche questo apparecchio è un sostituto di presenza umana, a volte fa molto comodo, è vero, però non bisognerebbe abusarne o per lo meno si dovrebbero guardare programmi adatti ai bimbi ma sempre con i genitori accanto.
Il punto di vista della psicologa
Questa è l’esperienza di alcune mamme, ma abbiamo intervistato anche la Dottoressa Cristina Pedroni, che ci ha dato in esclusiva il suo parere di esperta su questi stessi punti.
BLABLAMAMMA: Alcune mamme ci hanno dato il loro punto di vista sulla gestione del tempo libero dei bambini, ma cosa ne pensa una psicologa? È giusto organizzare ogni momento della giornata dei nostri bimbi o è meglio lasciare che si gestiscano in maniera autonoma, correndo anche il “rischio” di annoiarsi? E cosa ne pensa dell’uso della tecnologia per intrattenere i bambini?
Dottoressa Cristina Pedroni
Prima della pandemia, molto spesso i genitori cercavano di organizzare il tempo dei bambini: sport, corsi di inglese, pittura, parco, feste… Il Covid ha posto le famiglie di fronte alla necessità di gestire un tempo “vuoto”, un tempo non più scandito da attività e impegni. Questo ha sicuramente tolto alcuni stimoli e la possibilità di promuovere le passioni dei propri bambini, ma allo stesso tempo ha dato l’occasione di riscoprire una dimensione differente dell’uso del tempo.
Per un sano sviluppo occorre, infatti, equilibrare momenti di stimolo con momenti meno impegnativi, in cui il bambino potrà ritagliarsi un proprio spazio personale per rilassarsi, godere del dolce non far niente e anche annoiarsi. Proprio così, annoiarsi! Perché questo sentimento spesso difficile da gestire in realtà è molto prezioso, è un “tempo” in cui il bambino può sviluppare la propria creatività, rielaborare ciò che ha vissuto, riflettere e scoprire cosa gli piace di più.
Sappiamo che gestire un bambino annoiato non è sempre semplice: “Mamma cosa posso fare? Mi annoio!”. Quando ci troviamo in queste situazioni siamo spesso tentati di trovare qualcosa in cui impegnarlo e questo è comprensibile; questi momenti sono frustranti sia per il bambino che non sa cosa fare sia per noi genitori che ci troviamo a dover sentire le sue continue lamentele.
Soprattutto quando siamo impegnati possiamo essere tentati di ricorrere all’uso della Tv o degli smartphone per calmarlo, ma mettere un bambino davanti ad uno schermo, per quanto faccia smettere il bambino di lamentarsi, non è sempre una buona idea e non bisogna eccedere. Apparentemente il bimbo davanti ai dispositivi elettronici sembra placare il suo disagio, ma in realtà semplicemente se ne dissocia. Ed è molto diverso. Calmandosi davanti allo schermo il bambino impara a non sentire più ciò che ci accade dentro, mentre il ruolo dell’adulto è insegnare al bambino a risolvere (e non negare) il suo disagio emotivo.
Occorre quindi tenere nella mente la necessità di non vivere la noia come un vuoto da colmare con qualcosa da fare che sia divertente o utile. Aiutare il proprio piccolo a tollerare e osservare questo sentimento andando alla scoperta di propri modi per viverlo ed imparare a gestirlo. Recuperare dentro di noi la dura esperienza delle restrizioni e le preziose risorse che siamo stati capaci di trovare e attivare in quelle circostanze può darci fiducia nel metterci accanto ai nostri bambini annoiati. Proviamo a non sostituirci, ma semplicemente a ricordare loro quali sono le cose che possono fare (colorare, lavorare il pongo, fare una costruzione ecc…), per poi lasciarli liberi di scegliere e trovare la loro strada.
E voi cosa ne pensate? Siete abituati a organizzare ogni momento della giornata dei vostri bambini o lasciate spazio all’improvvisazione? Fatecelo sapere sui nostri canali social!