Tutto quello che c’è da sapere sul respiro del neonato Vi sembra che il vostro bambino respiri in maniera affrettata o che il suo respiro sia rumoroso? Vediamo cosa sapere sul respiro del neonato e quali sono i campanelli d'allarme che dovrebbero spingerci a chiamare il pediatra.

Tutto quello che c'è da sapere sul respiro del neonato

Non c’è nessuna mamma che non controlli regolarmente il respiro del neonato, sia mentre dorme sia quando è sveglio e magari piange o mangia. Coglierne eventuali variazioni è importante, ma bisogna tenere presente che alcune caratteristiche del respiro del neonato sono molto diverse da quelle degli adulti. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.

Come respirano i neonati?

Il respiro di un neonato è diverso da quello di un adulto, ma anche da quello di un bimbo più grande, quindi i neo genitori non devono preoccuparsi se notano delle differenze. Il passaggio nel canale del parto al momento della nascita provoca una compressione della gabbia toracica del piccolo: è proprio quella a determinare la sua riespansione e il passaggio di aria nei polmoni. Una volta nato, il piccolo non può più respirare come faceva nell’utero, con lunghi periodi di apnea, ma il passaggio completo ad una respirazione regolare può richiedere anche alcune settimane. Nel frattempo si avrà quella che i pediatri chiamano “respiro periodico”: si tratta di un respiro veloce, che può raggiungere i 55-60 respiri al minuto (questo perché i polmoni sono molto piccoli) e con piccole pause respiratorie. Nei primi due mesi, quindi, il suo respiro potrebbe sembrare affannoso, in realtà è del tutto normale; dopo i tre mesi il respiro dovrebbe essersi regolarizzato e le apnee dovrebbero essersi significativamente ridotte.

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E se ha il respiro rumoroso?

Bisognerà distinguere e valutare la situazione caso per caso ed eventualmente chiamare il proprio pediatra che chiarirà ogni dubbio, ma il respiro rumoroso del neonato non è per forza indice di problemi. Il piccolo, infatti, ha una respirazione nasale obbligata, cioè non ha l’abitudine di respirare con la bocca. Le dimensioni molto ridotte delle sue narici, magari parzialmente ostruite da muco e secrezioni, possono dare origine ad un respiro un po’ rumoroso. In questa situazione, anche uno starnuto ogni tanto può non essere sintomo di raffreddamento, ma semplicemente un tentativo di liberare il nasino oppure un riflesso indotto da uno stimolo esterno.

Le condizioni in casa per favorire il respiro del bimbo

Creare un ambiente confortevole in casa non sarà utile solo per stare meglio, ma anche per favorire una buona respirazione del neonato. Ricordatevi quindi di impostare una temperatura gradevole, non troppo fredda ma nemmeno troppo calda: l’ideale sarebbe tra i 18 e i 22 gradi. Arieggiate frequentemente gli ambienti, anche solo aprendo le finestre per qualche istante quando il bimbo si trova in un’altra stanza per non fargli prendere freddo. Un’accortezza importante è quella di non fumare negli ambienti frequentati dal piccolo e di allontanarlo mentre si cucina, in particolar modo se si friggono i cibi: i vapori dell’olio fritto possono irritare gola e bronchi del neonato.

Come controllare il respiro del neonato?

Abbiamo visto che il respiro del nostro bimbo può essere diverso dal nostro, ma come monitorarlo e quali sono gli eventuali campanelli d’allarme che ci fanno capire che qualcosa non va?

I sintomi di sofferenza respiratoria

Come distinguere il normale respiro del neonato da una sofferenza respiratoria? Ci sono alcuni segno che possono farci capire che il nostro piccolo ha difficoltà a respirare, che variano a seconda dell’età del bimbo, di cosa ha scatenato la situazione e dalla sua gravità. Alcuni campanelli d’allarme possono essere:

  • respiro rapido e irregolare, che si può valutare appoggiando la mano sul petto del piccolo e contando quante volte si alza e si abbassa in un minuti. Per il primo anno di vita è normale una frequenza di 44 respiri al minuto circa, che possono arrivare a 60 se il neonato piange o ha la febbre. Se dopo essersi calmato continua a respirare velocemente è meglio chiamare il pediatra;
  • rientramenti della fossetto del collo sopra allo sterno e negli spazi tra le costole ad ogni respiro;
  • alitamento delle pinne nasali, cioè la pareti delle narici si allargano e tendono ad afflosciarsi l’una sull’altra, ostruendo le narici;
  • cianosi, cioè il colorito bluastro di cute e mucose;
  • tosse, un riflesso che serve a pulire le vie aeree dalle secrezioni ma che può essere anche il segnale di una malattia;
  • stridore, un rumore acuto che accompagna l’inspirazione e che può essere provocato dalla presenza di un corpo estraneo oppure da malattie croniche.[ 1 ]

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Cosa fare in questi casi?

Quando si presentano questi sintomi la cosa migliore da fare è chiamare il proprio pediatra, che valuterà la situazione, ne individuerà le cause e vi prescriverà dei rimedi, che ovviamente varieranno in base ai sintomi e ai fattori che li hanno scatenati. Tra questi rimedi potrebbero esserci lavaggi nasali, assunzione di broncodilatatori e ossigenoterapia, ma sarà il pediatra a consigliarvi al meglio; in questi casi il fai da te è assolutamente da evitare!

Tutto ciò che riguarda il respiro del neonato e le sue alterazioni dovrebbe ora essere più chiaro; se avete dubbi o domande fatecelo sapere sui nostri canali social!

NOTE


1. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Segni di sofferenza respiratoria nei bambini