Una delle pratiche ostetriche maggiormente controverse è la manovra di Kristeller, che prende il nome proprio dal nome del ginecologo tedesco che la descrisse per primo nel 1867. Si tratta di una pressione che viene esercitata sul fondo uterino durante il parto che da un parte sembrerebbe accorciare il travaglio, dall’altre pare comportare rischi per la mamma e il bambino, oltre che essere percepita come molto fastidiosa dalla partoriente. Noi di BlaBlaMamma vorremmo spiegarvi in cosa consiste e quali sono i pro e i contro della manovra di Kristeller.
- Manovra di Kristeller, di cosa si tratta esattamente?
- I rischi della manovra di Kristeller
- Le conseguenze psicologiche per la mamma
- Manovra di Kristeller, le linee guida dell’Oms
Manovra di Kristeller, di cosa si tratta esattamente?
La pressione sul fondo uterino (uterine fundal pressure o UFP) è meglio conosciuta come manovra di Kristeller e consiste nell’esercitare una pressione manuale su fondo dell’utero durante la contrazione o la spinta della partoriente, in modo da spingere il feto verso il canale del parto. Anche se il modo in cui viene esercitata la pressione può cambiare, ad esempio usando una cinta gonfiabile, il suo scopo sarebbe sempre quello di accorciare i tempi del travaglio quando ormai il parto si trova in una fase avanzata, facilitando l’uscita del piccolo.
Malgrado non ci siano evidenze scientifiche che permettano di definire sicura questa operazione, in alcuni casi viene ancora oggi usata quando la seconda fase del travaglio sembra durare troppo o non progredire, quando la futura mamma sembra aver esaurito le forze oppure quando spinte troppo prolungate potrebbero nuocere alla mamma.
I rischi della manovra di Kristeller
Abbiamo visto in cosa consiste questa operazione, ma siamo sicuri che sia senza controindicazioni per la mamma e per il suo bambino? Nonostante molte donne affermino che senza questo aiuto non potrebbero stringere tra le braccia il proprio bimbo, ormai molti professionisti sembrano concordare sui rischi della manovra di Kristeller, sia per la mamma che per il bimbo.
Le possibili conseguenze per la partoriente
A seguito della manovra di Kristeller, la mamma può accusare dolori anche intensi per un lungo periodo di tempo, ematomi, frattura delle costole, inversione uterina, lacerazioni vagino-perineali, strappi muscolari o del bacino. Tra le possibili conseguenza c’è anche la rottura dell’utero, che può portare ad una emorragia. Inoltre la pressione applicata al momento della spinta è difficilmente controllabile e nel caso di una manovra eseguita troppo energicamente ci potrebbero essere anche danni al pavimento pelvico, con conseguente incontinenza urinaria o fecale e dolori nei rapporti intimi.
I rischi della manovra di Kristeller per il bambino
La manovra di Kristeller, soprattutto se non eseguita correttamente, può essere rischiosa anche per il bambino. Normalmente, infatti, il corpo del neonato si adatta al bacino della mamma man mano che il parto procede, ma in questo modo la sua uscita viene forzata senza che abbia il tempo di adattarsi. Tra le conseguenze possono esserci ematomi, fratture di omero e clavicola o del cranio, danni o paralisi dei nervi cervicali. Tra i rischio c’è anche quello di un distacco della placenta, che potrebbe causare la mancata ossigenazione del bambino nel momento del passaggio nel canale del parto, quando sarebbe più che mai necessaria, provocando ipossia e danni anche irreparabili.
C’è poi sempre il rischio di dover ricorrere ad un cesareo d’urgenza in caso di rottura dell’utero.
Le conseguenze psicologiche per la mamma
Molte donne vivono la manovra di Kristeller durante il parto come una vera e propria forma di violenza, a causa della sua aggressività e per il fatto che spesso viene eseguita senza prima avvertire la partoriente, che in questo modo non solo è impreparata, ma la subisce senza poter decidere.
Questa operazione, nel caso in cui se ne accetti l’uso, andrebbe eseguita solo se davvero necessaria, dal momento che come abbiamo visto comporta molti rischi: il problema è che spesso viene usata senza un valido motivo, causando complicanze sia di tipo fisico che psicologico in chi la subisce. Non è raro, infatti, che questa manovra dolorosa venga proposta come un “aiuto” per la mamma, che in questo modo potrebbe percepirsi come inadeguata nel momento del parto.
Manovra di Kristeller, le linee guida dell’Oms
Attualmente non ci sono studi o pubblicazioni che possano sostenere l’efficacia e la sicurezza della manovra di Kristeller, né la sua capacità di ridurre i tempi della seconda fase del travaglio. In Italia in particolare, i pochi studi disponibili sembrano ritenere la manovra inefficace, tanto che il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità ritengono più opportuno raccomandare di non usare la manovra di Kristeller nel corso del parto.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, nelle sue linee guida aggiornate nel 2018[ 1 ] definisce la manovra di Kristeller come “non raccomandata” dal momento che i rischi che corrono mamma e bambino sono di gran lunga superiori agli eventuali vantaggi che ne potrebbero avere. Di conseguenza in alcuni Paesi europei, come Spagna e Gran Bretagna, è illegale: coloro che la praticano sono perseguibili penalmente.
E in Italia? Nel nostro Paese la manovra di Kristeller non è mai stata vietata per legge, data la difficoltà nel ricondurre proprio a questa operazione eventuali danni alla mamma e al neonato, però c’è la raccomandazione di non praticarla e di formare il personale affinchè non si arrivi al punto di doverla utilizzare.
La realtà sembra però tristemente diversa: nel 2017 il 22,3% delle donne dichiarava di aver subito questa manovra in sala parto. Questo dato potrebbe essere ampiamente sottostimato, dal momento che in moltissimi casi la manovra di Kristeller non viene riportata nella cartella clinica.
Il consiglio, quindi, è quello di informarsi a fondo in proposito prima di scegliere l’ospedale in cui si vorrebbe partorire e, soprattutto, di tenere sempre ben presenti i propri diritti.
Speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza su un argomento che fa ancora molto discutere: voi come la pensate? Fatecelo sapere sui nostri canali social!
NOTE
1. WHO, Intrapartum Care for a positive childbirth experience