
I neo genitori sono spesso pieni di dubbi e di domande, soprattutto nei primi mesi di vita del bambino, quando ogni dettaglio del suo corpo sembra delicatissimo e merita mille attenzioni. Non è raro che molte di queste domande riguardino le fontanelle neonato, le piccole zone morbide presenti sulla testolina dei bambini molto piccoli. Capita di chiedersi quando si chiuderanno del tutto, se è normale percepirle più morbide o più tese del solito, e quali segnali osservare per capire se è tutto nella norma.
Le fontanelle rappresentano un aspetto fisiologico importantissimo della crescita del bambino, ma possono generare ansia quando sembrano gonfie, infossate o addirittura quando si percepiscono pulsare. È assolutamente comprensibile, soprattutto per chi sta imparando giorno dopo giorno a conoscere il corpo del proprio piccolo.
Noi di BlaBlaMamma vogliamo offrire informazioni chiare e rassicuranti per guidarvi tra le domande più frequenti, aiutandovi a capire come funzionano davvero le fontanelle e quando è utile rivolgersi al pediatra.
- Cos’è la fontanella neonato
- Quante sono le fontanelle?
- Fontanella neonato, quando si chiude?
- Chiusura precoce o tardiva delle fontanelle
- Cosa fare se la fontanella neonato pulsa?
- Fontanella neonato infossata oppure gonfia: quando preoccuparsi?
- Cosa fare se il bambino ha le fontanelle aperte e prende una botta in testa?
- Conclusioni
Cos’è la fontanella neonato
La testa del neonato è senza dubbio una delle parti più delicate del suo corpo, soprattutto perché alla nascita le ossa del cranio non sono ancora del tutto saldate. Questo rende la zona più morbida e flessibile rispetto a quella degli adulti o dei bambini più grandi, motivo per cui spesso viene ricordato ai genitori di toccare la testolina del piccolo con particolare delicatezza.
Ma cos’è esattamente la fontanella neonato? Durante il primo anno di vita la scatola cranica è ancora in pieno sviluppo. Le ossa che la compongono non sono completamente fuse tra loro, ma separate da linee chiamate suture. Nel punto in cui queste suture si incontrano si forma una piccola area morbida e fibrosa: la fontanella. È composta da un tessuto connettivo molto robusto, anche se può sembrare fragile, e in alcuni momenti può capitare di percepirla pulsare in sincronia con il battito cardiaco del bambino, un fenomeno del tutto normale.
Le fontanelle svolgono un ruolo fondamentale in due momenti chiave della vita del neonato. La prima funzione è legata al parto: grazie alla loro elasticità, il cranio può modellarsi e adattarsi al passaggio attraverso il canale del parto, proteggendo il cervello durante la nascita. La seconda riguarda la crescita. La loro presenza permette il rapido accrescimento del cranio, indispensabile per lo sviluppo del cervello nei primi mesi di vita, un periodo in cui il bambino cresce e cambia in modo straordinariamente veloce.
Quante sono le fontanelle?
Il numero totale di fontanelle presenti alla nascita può variare da 6 a 8, anche se non tutte sono facilmente percepibili al tatto. La maggior parte di esse è molto piccola, quasi impercettibile per i genitori, e si chiude precocemente nei primi mesi di vita. Le due fontanelle davvero significative dal punto di vista clinico e osservativo sono però le più grandi e visibili:
- La fontanella anteriore, chiamata anche bregmatica. È la più ampia e riconoscibile ed è situata nella parte superiore della testa, tra la fronte e il vertice. Presenta una forma romboidale e può misurare fino a circa 5 centimetri. Proprio per le sue dimensioni è quella che i genitori riescono più facilmente a toccare e valutare.
- La fontanella posteriore, più piccola e posizionata nella parte occipitale. Ha una forma triangolare e misura circa 1 centimetro. Questa ridotta estensione la rende più difficile da individuare con le dita, e spesso si chiude molto prima rispetto a quella anteriore.
Le altre fontanelle, più minute, sono poste lungo le suture laterali del cranio e tendono a chiudersi rapidamente, al punto da passare del tutto inosservate. Pur essendo meno note, contribuiscono comunque alla flessibilità cranica e favoriscono lo sviluppo armonioso della testa nei primi mesi di vita.
Fontanella neonato, quando si chiude?
È una delle domande che i genitori si pongono più spesso, soprattutto durante le prime visite pediatriche. Ogni bambino segue il proprio ritmo di crescita e lo stesso vale per la chiusura delle fontanelle, che non avviene mai in un momento identico per tutti. Esistono però dei tempi medi di riferimento utili per orientarsi.
La fontanella posteriore, essendo molto piccola, tende a chiudersi piuttosto presto: solitamente tra la sesta e la dodicesima settimana di vita. In molti bambini risulta già difficilissima da percepire intorno ai due o tre mesi.
La fontanella anteriore, invece, ha un ruolo più prolungato nello sviluppo del cranio. Inizia a ridursi dopo i 6 mesi e conclude gradualmente la sua trasformazione, passando da tessuto fibroso a tessuto osseo, tra i 18 e i 24 mesi del bambino. È una finestra di tempo ampia e del tutto normale: alcuni piccoli la chiudono un po’ prima, altri necessitano di qualche mese in più.
Si definisce “chiusa” quando al tatto non è più possibile percepire la zona morbida, segno che le ossa del cranio si sono completamente fuse. Il pediatra, durante le visite di routine, valuta non solo lo stato delle fontanelle ma anche la crescita armoniosa della testa, fornendo indicazioni personalizzate caso per caso.
Chiusura precoce o tardiva delle fontanelle
Abbiamo visto quali sono i tempi medi di chiusura delle fontanelle, ma è importante ricordare che ogni bambino segue un proprio ritmo di sviluppo. A volte le fontanelle possono risultare più difficili da palpare, tanto da sembrare chiuse anche quando non lo sono del tutto. In questi casi continuano comunque a svolgere la loro funzione, permettendo un accrescimento armonioso del cranio e del cervello. Per questo motivo è il pediatra a rappresentare il punto di riferimento: durante le visite di controllo valuta la dimensione delle fontanelle, monitora la crescita del cranio e confronta le misure con i percentili di riferimento per assicurarsi che tutto proceda correttamente.
Tuttavia, possono verificarsi situazioni in cui le fontanelle si chiudono troppo tardi o troppo presto rispetto alla norma.
Una chiusura ritardata delle fontanelle richiede una valutazione più approfondita, soprattutto se accompagnata da altri segni clinici. In alcuni casi può rappresentare un aspetto del tutto benigno, ma in altri può indicare condizioni come ipotiroidismo, rachitismo da carenza di vitamina D o alcune sindromi genetiche, tra cui la sindrome di Down. È l’insieme del quadro clinico, e non solo l’esame della fontanella, a guidare la diagnosi.
All’opposto, una chiusura precoce della fontanella associata a una crescita della testa più lenta del previsto richiede l’intervento di uno specialista. Una chiusura troppo rapida della fontanella anteriore prende il nome di craniostenosi e può ostacolare il normale sviluppo cranico. In queste situazioni vengono prescritti esami di approfondimento per valutare l’entità della condizione e, nei casi più significativi, si può rendere necessario un intervento chirurgico correttivo per permettere al cervello di crescere in modo adeguato.
Cosa fare se la fontanella neonato pulsa?
Lo stato e le dimensioni delle fontanelle rappresentano un importante indicatore del benessere del neonato, motivo per cui durante i primi anni di vita vengono osservate regolarmente dal pediatra. È perfettamente normale che un genitore, accarezzando la testa del proprio bambino, percepisca un lieve movimento sotto le dita.
La fontanella anteriore che pulsa non è quasi mai un segnale preoccupante. La pulsazione corrisponde al battito cardiaco e riflette il normale flusso sanguigno all’interno dei vasi del cervello. Questo fenomeno risulta più evidente nei primi mesi perché la fontanella è ancora ampia e la membrana fibrosa lascia trasparire i movimenti interni.
Tuttavia, ci sono situazioni in cui la pulsazione può apparire più intensa del solito. È opportuno rivolgersi al pronto soccorso se la fontanella pulsa in modo continuo, marcato e anomalo, soprattutto se il bambino mostra anche sintomi come febbre alta, irritabilità, sonnolenza e scarsa reattività. In questi casi è fondamentale una valutazione medica tempestiva per escludere condizioni che richiedono attenzione immediata.
Nella maggior parte dei casi, però, una fontanella neonato pulsante è un fenomeno fisiologico e non indica alcun problema.
Fontanella neonato infossata oppure gonfia: quando preoccuparsi?
Prima di capire cosa può indicare una fontanella più bassa o più sporgente del solito, è utile sapere come palpare correttamente la fontanella. Il momento ideale è quando il bambino è tranquillo e rilassato, preferibilmente in posizione seduta. Facendo scorrere delicatamente i polpastrelli sulla parte superiore della testa, sarà possibile percepire l’area più morbida senza esercitare alcuna pressione. Questa semplice osservazione permette ai genitori di familiarizzare con l’aspetto della fontanella e di riconoscere eventuali cambiamenti.
A volte, però, la fontanella può apparire più infossata o più gonfia del solito. Cosa significa?
Fontanella neonato infossata
Una fontanella visibilmente infossata, cioè posizionata più in basso rispetto alle ossa del cranio, può essere un segnale di disidratazione. Le cause più comuni includono:
- un apporto insufficiente di liquidi tramite il latte;
- perdita di liquidi dovuta a diarrea, vomito o febbre elevata;
- esposizione prolungata a un ambiente troppo caldo.
La disidratazione di solito si accompagna ad altri sintomi: bocca e labbra secche, irritabilità o sonnolenza, pianto senza lacrime, pannolini meno bagnati del normale. In presenza di questi segnali è fondamentale contattare il pediatra, che indicherà come reidratare correttamente il bambino. È bene ricordare che la semplice acqua non è sufficiente nei neonati e che la gestione deve essere sempre guidata da un professionista.
Fontanella neonato gonfia
Una fontanella leggermente bombata può essere assolutamente normale, soprattutto mentre il bambino piange, strilla o sta facendo uno sforzo. Tuttavia, se la fontanella appare gonfia, tesa e sporgente quando il neonato è calmo e in posizione seduta, potrebbe rappresentare un segnale da non ignorare.
Una fontanella molto tesa può indicare:
- un aumento della pressione intracranica,
- un accumulo eccessivo di liquidi (idrocefalo),
- la presenza di un’infezione o di un processo infiammatorio,
- più raramente, la crescita di una massa all’interno del cranio.
In queste situazioni è consigliabile recarsi tempestivamente al pronto soccorso, soprattutto se la fontanella neonato gonfia si accompagna a febbre, sonnolenza marcata, rigidità, irritabilità inconsolabile o altri sintomi neurologici. Una valutazione rapida permette di individuare eventuali problemi e intervenire nel modo più adeguato.
Cosa fare se il bambino ha le fontanelle aperte e prende una botta in testa?
La testa del neonato è certamente una delle parti più delicate del suo corpo, e per questo ogni urto o caduta può spaventare molto i genitori. È importante sapere, però, che le fontanelle non sono “punti deboli” come spesso si crede. Sebbene non abbiano ancora la consistenza dell’osso, sono formate da una membrana elastica, spessa e sorprendentemente resistente, capace di assorbire piccoli colpi senza causare danni immediati.
Detto questo, ogni trauma alla testa nei primi mesi di vita merita sempre attenzione. Anche una caduta apparentemente banale può generare dubbi su gonfiori, cambiamenti nel comportamento o eventuali segni da monitorare. Per questo motivo, dopo una botta in testa è fondamentale osservare il bambino nelle ore successive.
È opportuno contattare il pediatra se il piccolo:
- piange a lungo in modo insolito o inconsolabile;
- appare molto sonnolento o poco reattivo;
- vomita dopo l’urto;
- presenta un rigonfiamento evidente nella zona della fontanella;
- mostra comportamenti diversi dal solito.
In tutti i casi in cui ci sia un dubbio, o se l’urto è stato significativo, sarà il pediatra a valutare la situazione e decidere se è necessario monitorare il bambino o richiedere un controllo più approfondito. Quando si parla di neonati, è sempre meglio una verifica in più che una in meno.
Conclusioni
Le fontanelle del neonato sono una parte del tutto naturale della sua anatomia e svolgono un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo del cranio e del cervello. Anche se al primo impatto possono suscitare dubbi o timori, conoscerle meglio permette ai genitori di affrontare con più serenità i piccoli cambiamenti che possono presentarsi nei primi mesi di vita.
Osservarle, palparle con delicatezza e seguire le indicazioni del pediatra aiuta a comprendere quando tutto procede in modo fisiologico e quando, invece, è necessario approfondire. Nella maggior parte dei casi le variazioni dell’aspetto delle fontanelle sono normali e temporanee, ma il supporto del medico rimane sempre il punto di riferimento più sicuro.
Con le giuste informazioni e un monitoraggio attento, è possibile vivere questa fase con maggiore consapevolezza e tranquillità, accompagnando il bambino nella sua naturale crescita giorno dopo giorno.





























