Fragili e delicati, eppure con una grande voglia di vivere. Sono i bimbi nati prematuri, che cominciano la loro vita in maniera un po’ più difficoltosa rispetto agli altri neonati: dovranno infatti fare i conti con un maggiore rischio di incorrere in problemi metabolici, neurologici e respiratori. Noi di BlaBlaMamma vogliamo condividere con voi alcune cose da sapere sui neonati prematuri.
- Neonati prematuri, i numeri del fenomeno
- Cosa si intende per neonati prematuri
- Qual è il tasso di sopravvivenza dei bimbi prematuri?
- Perchè per i piccoli prematuri è necessaria l’incubatrice?
- L’importanza del contatto con la mamma
- L’effetto delle carezze sui bambini prematuri
- L’allattamento del neonato prematuro
Neonati prematuri, i numeri del fenomeno
Il numero dei bambini nati prematuri è significativo: secondo i dati dell’European Foundation for the Care of Newborn Infants, infatti, stiamo parlando di circa 40.000 nascite pre-termine all’anno solo in Italia. Questo numero rappresenta il 7-8% delle nascite che avvengono nel nostro Paese.
A livello globale questi numeri sono in aumento, negli ultimi venti anni: si contano 15 milioni di bambini prematuri nati ogni anno in tutto il mondo. In Africa e in Asia questo è dovuto a denutrizione e mancanza di diagnosi corrette e tempestive, mentre nei Paesi sviluppati le cause sono spesso da ricercare nell’aumento dell’età media in cui si affronta una gravidanza. In ogni caso, diagnosi sempre più precoci e accurate permettono di riconoscere tempestivamente eventuali problemi e patologie, procedendo se necessario con un parto prematuro provocato.
Cosa si intende per neonati prematuri
Viene considerato prematuro un bimbo nato prima della 37esima settimana di gestazione. Ci sono diversi gradi di prematurità:
- sotto le 28 settimane si parla di neonati estremamente prematuri;
- sotto le 32 settimane si definiscono neonati molto prematuri;
- tra le 34 e le 36 settimane + 6 giorni si parla di tardi prematuri.
I neonati prematuri tendono ad essere più piccoli dei piccoli nati a termine. I prematuri sono classificati anche per peso alla nascita:
- meno di 1.000 grammi di peso: peso estremamente basso alla nascita;
- tra 1.000 e 1.499 grammi: peso molto basso alla nascita;
- tra 1.500 e 2.500 grammi: peso basso alla nascita.
Qual è il tasso di sopravvivenza dei bimbi prematuri?
Buone notizie: in Italia il tasso di sopravvivenza dei neonati prematuri è tra i più alti al mondo e arriva al 90% anche per i bimbi che pesano meno di 1.500 grammi alla nascita. Il tasso di mortalità è legato anche alle settimane di gestazione: ogni settimana in più trascorsa nel grembo materno dona un 20% in più di possibilità di sopravvivenza.
Perchè per i piccoli prematuri è necessaria l’incubatrice?
I bambini nati prima del termine hanno difficoltà a mantenere un’adeguata temperatura corporea e per questo sono posti in una incubatrice neonatale, uno strumento in grado di assicurare le giuste condizioni al piccolo.
L’importanza del contatto con la mamma
Nonostante sia spesso necessario ricorrere a macchinari e strumenti che aiutino il piccolo nelle prime fasi della sua vita, il rapporto con i genitori[ 1 ] e in particolare con la mamma è fondamentale per il suo sviluppo. Si cerca quindi di favorire il contatto pelle a pelle e l’allattamento al seno (quando è possibile). Si cerca quindi di promuovere la Zero separation, cioè la possibilità di garantire la vicinanza dei genitori al neonato.[ 2 ]
Si cerca anche di favorire la cosiddetta Kangaroo Mother Care, che consiste nel tenere il neonato posizionato in verticale sull’addome della mamma o del papà, a pieno contatto con la pelle. Questa tecnica è stata sperimentata per la prima volta dal dottor Edgar Rey presso l’Istituto materno infantile di Santa Fe, a Bogotà, Colombia, per ovviare alla mancanza di incubatrici.[ 3 ]
L’effetto delle carezze sui bambini prematuri
Una ricerca condotta con la partecipazione dell’ospedale Buzzi di Milano, dell’Università di Milano-Bicocca, della Fondazione “Come” Collaboration di Pescara, dell’Istituto di Osteopatia di Milano e dell’Università John Moores di Liverpool e pubblicata sulla rivista Developmental Cognitive Neuroscience ha dimostrato scientificamente l’importanza non solo del contatto, ma anche delle carezze per i prematuri.
È stato constatato che le carezze migliorano il livello di ossigenazione del sangue e il battito cardiaco e che abbassano il livello di stress del bambino. Una curiosità? Il tocco pelle e pelle fisso, senza movimento, non ha dato gli stessi effetti del tocco-carezza, che si sono invece protratti per cinque minuti dopo la fine della stimolazione.[ 3 ]
L’allattamento del neonato prematuro
I piccoli prematuri hanno spesso difficoltà a succhiare e a deglutire, soprattutto i nati sotto le 32-33 settimane di gestazione, quindi non è raro che il latte venga inizialmente somministrato tramite un sondino. Nonostante questo è importante che la neo mamma avvii e sostenga la produzione di latte con l’aiuto di un tiralatte e di personale esperto che la possa sostenere dal punto di vista pratico ed emotivo. Non appena sarà possibile, al piccolo verranno poi proposti il seno materno o il biberon, ma il latte della mamma rimane il miglior alimento che gli si può dare fin dal primo momento, dal momento che sostiene il sistema immunitario ancora immaturo del bimbo e gli fornisce tutti i nutrimenti di cui ha bisogno. Stimola inoltre la crescita e sostiene lo sviluppo neurologico. È interessante notare che il corpo umano è davvero un meccanismo perfetto: il seno della mamma di un neonato prematuro, infatti, produce un latte diverso da quello di una mamma di un bimbo nato a termine. Il latte destinato ad un prematuro è infatti più ricco di sostanze nutrienti e proteine.
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NOTE
1. Società Italiana di Neonatologia, Prematurità
2. Ministero della Salute, 17 novembre, Giornata mondiale della prematurità
3. Fondazione Umberto Veronesi, Neonati prematuri e la cura delle carezze