Conservazione e donazione del cordone ombelicale, la situazione in Italia Si parla spesso di conservazione e donazione del cordone ombelicale, ma a volte c'è poca chiarezza in merito. Qual è la situazione in Italia? Ecco cosa sapere.

Conservazione e donazione del cordone ombelicale, la situazione in Italia1

Spesso i futuri genitori si pongono delle domande riguardo alla conservazione o alla donazione del cordone ombelicale del proprio bambino, ma altrettanto spesso intorno a questo argomento così importante e delicato c’è un po’ di confusione. Noi di BlaBlaMamma vogliamo aiutarvi a capire meglio alcune cose che riguardano la conservazione e la donazione del cordone ombelicale e fare il punto della situazione sulla normativa italiana.

Perché le cellule staminali del cordone ombelicale sono così importanti?

Il sangue del cordone ombelicale è una preziosa fonte di cellule staminali emopoietiche. Di cosa si tratta? Queste cellule sono in grado di riprodursi dando origine a tutte le tipologie di cellule del sangue, come ad esempio globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Sono anche in grado di ricostruire il midollo spinale in tutti i casi in cui risulta danneggiato, anche gravemente. È facile capire, quindi, quale importanza possano avere queste cellule staminali nell’ambito dei trapianti o della cura di pazienti affetti da malattie come leucemia, linfoma o immudeficienze ereditarie.
Rispetto alle staminali contenute nel midollo o nel sangue, quelle del cordone ombelicale presentano dei vantaggi: hanno infatti una elevata capacità di produrre cellule del sangue e sono in genere ben tollerate dall’organismo che le riceve, cosa che permette di limitare il rischio di rigetto rispetto alle staminali prelevate da midollo o sangue adulto. Si possono inoltre estrarre facilmente dal cordone ombelicale, che in caso contrario verrebbe semplicemente gettato via.[ 1 ] in questo modo, invece, possono diventare un vero e proprio salvavita per persone che soffrono di malattie oncoematologiche.

Chi ne può usufruire?

La legislazione in materia di conservazione del cordone ombelicale varia da Paese a Paese. In generale può essere prevista la possibilità di donare il sangue del cordone del proprio bimbo ad una banca pubblica, istituita proprio per conservare queste cellule e metterle a disposizione di chi ne ha bisogno: in questo caso si parla di donazione solidale eterologa. Ci sono poi alcune banche private, che conservano le staminali del cordone a nome del bimbo da cui sono state prelevate, crioconservandole per l’eventualità in cui dovessero servire a lui stesso oppure ad un suo famigliare compatibile. In questo caso si parla di donazione autologa. In Europa alcuni Paesi danno accesso ad entrambe le possibilità, mentre altri – come ad esempio l’Italia e la Francia – non consentono la donazione autologa e l’istituzione di banche private a questo scopo. C’è però la possibilità di esportare presso strutture estere campioni di sangue ombelicale per uso personale per chi ne fa richieste e viene autorizzato.

Cosa dice la legge in Italia

In Italia il decreto ministeriale del 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato” permette la conservazione del cordone per uso autologo presso banche pubbliche dedicate, ma solo in casi ben precisi:

  • se ci sono patologie del neonato rilevate alla nascita o prima del parto;
  • se un famigliare stretto presenta, al momento della nascita del bimbo, una patologia che si può trattare con le cellule staminali;
  • nel caso di famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie genetiche che possono essere curate con l’uso di cellule staminali del cordone ombelicale.

Al di fuori di queste eventualità, sul territorio nazionale è prevista esclusivamente la donazione eterologa. È però consentita l’esportazione presso strutture estere, previo rilascio del nulla osta all’esportazione da parte delle Regioni o Provincie autonome competenti, secondo le modalità previste dall’accordo Stato Regioni 29 aprile 2010.[ 1 ]

Conservazione e donazione del cordone ombelicale, la situazione in Italia

Quali sono i motivi di questa scelta?

Quella dello Stato italiano non è una decisione casuale, ma basate su un’evidenza scientifica: le probabilità di poter utilizzare le proprie cellule cordonali nel corso della vita sono circa una su centomila, mentre la possibilità di poter usare le staminali di un parente stretto sono circa del 30%. La donazione di queste cellule ad una banca pubblica, invece, aumenta per tutti la possibilità di trovare cellule staminali compatibili e di potersi così curare.[ 1 ]

Come si donano le staminali del cordone?

La donazione e la conservazione presso una banca pubblica sono interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La futura mamma che intende donare il sangue del cordone ombelicale può semplicemente dichiarare la propria volontà alla donazione presso il reparto di ostetricia dell’ospedale dove intende partorire. Per poterlo fare è necessario essere in buone condizioni di salute, sottoscrivere il consenso informato ed effettuare degli esami a carico dell’ospedale che possano garantire l’adeguatezza del cordone per un futuro trapianto.

Come funziona la raccolta?

Niente paura, si tratta di una manovra semplice, non dolorosa e assolutamente priva di rischi sia per la mamma che per il neonato, dal momento che avviene dopo la nascita del bimbo e dopo il taglio del cordone. La raccolta si effettua solo in sala parto: dal cordone tagliato viene prelevato con una siringa il sangue ricco di staminali, circa un decimo di litro. Questo campione viene poi valutato e, se idoneo, congelato in attesa del suo utilizzo.[ 2 ]

Speriamo che questo delicato argomento sia un po’ più chiaro. Avete esperienze da raccontarci? Fatecelo sapere sui nostri canali social!

NOTE


1. Ministero della Salute, FAQ – Uso appropriato del sangue da cordone ombelicale
2. Fondazione Umbero Veronesi, Cordone ombelicale: la conservazione privata delle cellule staminali non serve