I compiti a casa dei nostri ragazzi sono spesso un tasto dolente: non tutti i piccoli studenti, infatti, si mettono di buon grado alla scrivania per portare a termine tutto ciò che gli insegnanti hanno assegnato loro. Il desiderio di mamma e papà è di certo quello di aiutarli e questo non è sicuramente un atteggiamento sbagliato, anzi, è un buon modo per consolidare il vostro legame e mostrare partecipazione alle attività del bambino. Noi di BlaBlaMamma vogliamo però aiutarvi a capire quali sono gli errori che un genitore non dovrebbe commettere riguardo ai compiti a casa dei figli.
- Assumere un atteggiamento giudicante su come vengono svolti i compiti
- Fare osservazioni negative sulla quantità di esercizi assegnati
- Trasformare i compiti in punizioni…
- Imporre lo studio anziché incentivare la curiosità del bambino
- Fare i compiti in un luogo qualsiasi della casa
- Fare i compiti al posto del bambino
- Identificare il bambino con i suoi voti
Assumere un atteggiamento giudicante su come vengono svolti i compiti
I genitori spesso correggono i compiti al figlio; se può essere giusto far notare eventuali errori e aiutarlo a capire come correggerli (ma di questo potreste discutere con gli insegnanti del vostro piccolo studente), è sicuramente sbagliato approcciarsi con un atteggiamento giudicante e aggressivo, con frasi del tipo: “stai sbagliando tutto” oppure “non capisci mai nulla”. Rischiereste di scoraggiarlo oppure di provocare una reazione di rabbia e di rifiuto verso i compiti a casa. A questo punto, secondo molto esperti, è meglio lasciare libero il bambino di fare i suoi errori e di comprenderli, magari con l’aiuto dell’insegnante, oppure aspettare che sia lui a chiedere il nostro aiuto, offrendoglielo in maniera paziente.
Fare osservazioni negative sulla quantità di esercizi assegnati
Va bene, potete essere convinti che gli insegnanti di vostro figlio assegnino troppi compiti da svolgere a casa, ma non dovreste condividere questo pensiero con il bambino: il risultato sarebbe quello di offrirgli ottime scuse per non fare le cose e per non prendersi le proprie responsabilità. Se pensate che la mole di compiti rappresenti un problema potete parlarne direttamente con i docenti, senza coinvolgere il ragazzo.
Trasformare i compiti in punizioni…
… e magari pretendere poi che li faccia volentieri! Lo sappiamo, è difficile, ma cercate di rendere quello dei compiti un momento piacevole o perlomeno un momento programmato nel corso della giornata in cui il ragazzo sa che dovrà lasciare quello che sta facendo per mettersi a studiare, indipendentemente dal suo comportamento. Non imponete mai i compiti come una punizione o un castigo per le sue azioni!
Imporre lo studio anziché incentivare la curiosità del bambino
A volte si impone lo svolgimento dei compiti a casa e lo studio con urla e minacce di punizioni oppure agendo su leve sbagliate, come la corsa al voto migliore o la competizione con i compagni. Questo atteggiamento non solo potrebbe rendere il bambino ansioso, ma potrebbe anche minare la sua autostima nel caso in cui non riuscisse ad arrivare al risultato desiderato.
Puntate piuttosto sulla sua naturale curiosità e cercate di fargli considerare lo studio come un modo per soddisfarla e per scoprire cose nuove, oltre che come un arricchimento e come un modo per scoprire i suoi talenti e le sue inclinazioni.
Fare i compiti in un luogo qualsiasi della casa
La cosa migliore sarebbe quella di stabilire un momento e un luogo ben preciso per fare i compiti, in modo che diventi parte di una routine quotidiana. Banditi cellulari, tv e tablet, se non per esigenze didattiche: bisognerà creare uno spazio tranquillo e silenzioso in cui sia facile concentrarsi.
Fare i compiti al posto del bambino
A volte può sembrare la strada più comoda e veloce, sia per il bambino sia per i genitori, che così non si complicano la vita a spiegare al bambino ciò che non ha capito. Questo è uno degli errori che i genitori non dovrebbero fare con i compiti a casa dei figli: si tradurrebbe in una mancanza di disciplina e in una possibile lacuna nella preparazione dello studente che prima o poi, credeteci, salterà fuori. Lo metterete anche nella scomoda posizione di dover mentire agli insegnanti perché dovrà sostenere di averli fatti lui stesso.
Identificare il bambino con i suoi voti
Che si tratti di una verifica, di una interrogazione o dei compiti a casa, è sbagliato far coincidere il valore del nostro bambino con i suoi risultato a scuola. Questo genera una forte ansia da prestazione, la paura di non essere mai abbastanza bravo e persino la paura di non meritare l’amore e l’attenzione dei genitori. Inutile dire che questo è molto dannoso per la sua autostima e per il suo benessere. Evitate quindi di parlare esclusivamente di voti e di verifiche; chiedetegli piuttosto come è andata la sua giornata, come si sente e cosa ha imparato.
Voi fate qualcuno di questi errori con i compiti dei vostri figli? Come gestite questo aspetto della sua educazione? Fatecelo sapere sui nostri canali social!