Spesso le mamme non vedono l’ora di avere tra le braccia il proprio bambino e si chiedono come aiutare l’avvio del travaglio, soprattutto se la data prevista per il parto è già alle spalle. È veramente possibile? Ci sono metodi per avviare il travaglio che non mettano a rischio mamma e bambino? Noi di BlaBlaMamma vogliamo aiutarvi a scoprire tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.
- È possibile avviare il travaglio in modo naturale?
- I metodi naturali per avviare il travaglio
- Quando si può cercare di stimolare il parto e quando è meglio non farlo
È possibile avviare il travaglio in modo naturale?
Una gravidanza si intende conclusa a 42 settimane e, se non ci sono seri motivi che mettano a rischio la salute della mamma o del bambino, nessun ginecologo indurrà il travaglio prima di quel termine. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che l’induzione al parto deve avvenire solo in presenza di condizioni specifiche e non per futili motivi o per comodità.
Ci sono però alcuni metodi naturali che possono essere messi in pratica sin dalla 38esima settimana per preparare il proprio corpo al parto: si tratta di azioni che, nel peggiore dei casi, non sortiranno effetto ma che non saranno rischiose per la mamma e per il nascituro.
I metodi naturali per avviare il travaglio
Avviare il travaglio significa invertire i meccanismi che si sono innescati in gravidanza, trasformando l’utero da organo contenitore a organo espulsore; ciò richiede che entrino in campo processi sia ormonali che meccanici per permettere al collo dell’utero di dilatarsi e al bambino di cominciare la sua discesa nel canale dell’utero.
Un processo tutt’altro che semplice, quindi, ma che si può cercare di facilitare a partire dalla 38esima settimana con alcune azioni:
- avere rapporti sessuali regolari: fare l’amore, infatti, stimola la produzione di ossitocina e stimola micro contrazioni uterine, che non sono rischiose ma possono aiutare ad avviare il travaglio. Il liquido seminale maschile, inoltre, contiene una piccola quantità di prostaglandina, una sostanza usata (in dosi decisamente maggiori) per indurre farmacologicamente il parto;
- stimolare i capezzoli favorisce il rilascio di ossitocina, un ormone chiave per il parto e per stimolare le contrazioni. Si possono massaggiare i capezzoli con i polpastrelli per qualche secondo ogni due o tre minuti, per un’oretta circa;
- fare passeggiate tranquille: l’attività fisica è consigliata durante tutta la gravidanza, con le dovute precauzioni, perchè fa bene sia al fisico che all’umore della futura mamma. Per avviare il travaglio si possono fare delle passeggiate non impegnative: sarà il peso stesso del bambino a spingere sulla cervice e a favorire l’avvio del parto;
- nuotare a rana: anche il nuoto è tra gli sport consigliati in gravidanza. In particolare, lo stile a rana allena il pavimento pelvico e potrebbe favorire le contrazioni;
- mangiare determinati alimenti, come ad esempio l’ananas, che contiene bromelina, una sostanza che ammorbidisce la cervice e la aiuta a maturare;
- alcuni sostenitori della digitopressione suggeriscono che esercitare una leggera pressione su alcuni punti del corpo possa favorire la produzione di ossitocina e quindi l’avvio del travaglio.
Ci sono alcune pratiche che invece possono essere tranquillamente relegate tra i “rimedi della nonna” che non hanno una reale utilità, se non molto limitata: lavare i pavimenti e fare le scale, ad esempio, possono aiutare l’avvio del travaglio solo in una gravidanza a termine stimolando l’attività contrattile, ma il loro effetto è molto blando e spesso non vale la pena di fare questo sforzo con il peso del pancione. Bere olio di ricino è un altro “rimedio della nonna”: se è vero che stimolare l’attività intestinale potrebbe di riflesso indurre una lieve attività contrattile dell’utero, è anche vero che questo risultato può essere raggiunto anche con altri rimedi dal sapore decisamente migliore.
Quando si può cercare di stimolare il parto e quando è meglio non farlo
Le attività che vi abbiamo descritto possono essere messe in pratica con moderazione a partire dalla 38esima settimana in assenza di particolari problemi e possibilmente dopo essersi consultate con il proprio ginecologo. Ci sono poi procedure, come lo scollamento delle membrane, che possono essere messe in pratica dopo 40-41 settimane di gravidanza esclusivamente ad opera del ginecologo. Dopo 41 + 3 settimane, cioè 10 giorni dopo la data presunta del parto, si può ricorrere all’induzione medica del travaglio.
In caso di particolari situazioni, come ipercontrattilità o minaccia di parto prematuro, anche le attività per avviare il travaglio in modo naturale sono in genere sconsigliate.
Speriamo di avervi dato qualche utile consiglio in merito all’avvio del parto: in ogni caso, non fatevi prendere dalla fretta e chiedete sempre un parere al vostro ginecologo. Se avete dubbi o domande potete farcelo sapere sui nostri canali social.