La preeclampsia è una complicazione della gravidanza che preoccupa molte future mamme e non a caso: è infatti potenzialmente pericolosa per la mamma e per il suo bambino. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi tutto quello che c’è da sapere su questo delicato argomenti, capendo insieme cos’è la preeclampsia e come fare a riconoscerne i sintomi.
- Cos’è la preeclampsia
- Quali sono i rischi per mamma e bambino
- Quali sono i sintomi da riconoscere?
- Le cause della preeclampsia e i fattori di rischio
- Cosa fare?
- La preeclampsia si può prevenire?
Cos’è la preeclampsia
La preeclampsia viene chiamata anche gestosi ed è una delle complicazioni più serie della gravidanza, da non sottovalutare assolutamente. È legata alla pressione alta in gravidanza e colpisce circa il 3/5% delle donne in dolce attesa, ma pare che questa percentuale sia destinata a salire nei prossimi anni a causa dell’aumento dell’età delle donne che vogliono diventare mamme e del numero sempre maggiore di casi di obesità o di malattie croniche come il diabete.[ 1 ] Per evitare conseguenze anche gravi sia per la mamma che per il suo bambino è di fondamentale importanza diagnosticarla in tempo.
Quali sono i rischi per mamma e bambino
La preeclampsia in molti casi non provoca grandi problemi e migliora dopo il parto, ma c’è il rischio di complicanze anche gravi, tanto che viene considerata una delle principali cause di mortalità materna in gravidanza e durante il parto. La donna in dolce attesa rischia disturbi della coagulazione, danni agli organi e l’evoluzione della situazione in eclampsia, una patologia che può manifestarsi con convulsioni, perdita di coscienza ed emorragie cerebrali.
Il bambino, invece, rischia un ritardo o un arresto della crescita dovuti al malfunzionamento della placenta e una nascita prematura. L’unica soluzione per risolvere la preeclampsia, infatti, è il parto.[ 2 ]
Quali sono i sintomi da riconoscere?
La preeclampsia può essere una patologia subdola, che in genere compare improvvisamente dopo le 20 settimane di gestazione (e più frequentemente verso la fine della gravidanza) e che ha volte non dà segnali specifici. Le future mamme, soprattutto quelle considerate più a rischio, dovrebbero tenere costantemente monitorata la propria pressione e fare attenzione in particolare a due sintomi: pressione alta e presenza di proteine nelle urine, che si rileva durante controlli specifici previsti durante la gravidanza.[ 2 ]
Altri sintomi che potrebbero comparire sono:
- dolori addominali;
- dolore sotto alle costole;
- nausea e vomito;
- mal di testa;
- alterazioni della vista e visione offuscata;
- tremori alle mani;
- un aumento di peso eccessivo, di oltre 5 chili in una settimana.
In presenza di questi sintomi è necessario rivolgersi subito al proprio medico per approfondire la situazione.
Le cause della preeclampsia e i fattori di rischio
Non sappiamo ancora precisamente quali siano le cause della gestosi gravidica, ma alla base della patologia si possono individuare delle alterazioni nello sviluppo della placenta e dei vasi sanguigni che la irrorano. Il danno a questo organo che ha il compito di portare ossigeno e sostanze nutritive al feto può provocare conseguenze serie: prima di tutto una sofferenza del piccolo, a cui non arrivano più ossigeno e nutrimento, e dall’altra dei danni all’organismo della mamma causati da sostanze nocive che si producono in questa condizione.
Ci sono dei fattori di rischio che espongono ad una maggiore probabilità di sviluppare la preeclampsia:
- pressione alta, diabete e malattie renali presenti già prima della gravidanza;
- età della futura mamma superiore ai 40 anni;
- sovrappeso e obesità;
- essere in attesa di due gemelli;
- aver sofferto di preeclampsia in una precedente gravidanza;
- avere famigliari che ne hanno sofferto;
- avere una malattia autoimmune chiamata sindrome da anticorpi antifosfolipidi.[ 1 ]
Cosa fare?
L’unica cura risolutiva per la preeclampsia è il parto ed è proprio per questo motivo che la donna che ne soffre viene tenuta sotto stretto controllo medico fino al momento in cui è possibile far nascere il bambino. Non è sempre necessario il ricovero in ospedale: se l’unico sintomo è la pressione alta, la futura mamma può rimanere a casa, ma sottoponendosi a controlli regolari e rispettando tutte le indicazioni del medico.
Se invece viene diagnosticata la preeclampsia è necessario il ricovero in ospedale per tenere costantemente monitorata la situazione della mamma e del piccolo, controllando in particolar modo che il flusso di sangue attraverso la placenta sia sufficiente a consentirgli una crescita sana e regolare fino al momento in cui viene ritenuto sicuro farlo nascere (in genere non prima della 37esima settimana, solo in caso di preeclampsia grave non si tiene conto delle settimane di gravidanza e si procede con il parto immediatamente).
Anche dopo il parto bisognerà tenere sotto controllo la pressione e seguire le prescrizioni del proprio medico; in generale la situazione si risolve entro 6 settimane dal parto.
La preeclampsia si può prevenire?
Purtroppo la preeclampsia, al momento, non si può prevedere né prevenire. Quello che è possibile fare è indirizzare le donne che presentano fattori di rischio ad ambulatori specialistici che possano seguirle nel migliore dei modi, identificando l’eventuale comparsa della patologia più precocemente possibile.
Speriamo che questo argomento un po’ complesso sia ora più chiaro. Se avete dubbi o domande potete farcelo sapere sui nostri canali social.
NOTE
1. ISS Salute, Preeclampsia o gestosi
2. Ospedale Niguarda, Preeclampsia ed eclampsia in gravidanza: di cosa si tratta?