Fase dei perché: perché è importante e cosa fare Siete già in quel periodo in cui sentite risuonare centinaia di “perché?” al giorno? È appunto la cosiddetta fase dei perché. Vediamo di cosa si tratta e cosa fare.

Fase dei perché: perché è importante e cosa fare

Perché il sole scotta? Perché le foglie sono verdi? Perché il nonno ha i baffi? C’è un periodo della vita in cui i nostri bambini potrebbero andare avanti all’infinito con queste domande: si tratta della cosiddetta fase dei perché! Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi perché questa fase è importante, come rispondere a questa raffica di domande e anche come limitarle in alcune occasioni.

Quando comincia la fase dei perché (e quando finisce)?

In genere non si fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo per la fine dei terrible two che subito arriva la fase dei perché, che di solito comincia in concomitanza con lo sviluppo del linguaggio e con l’acquisizione di una maggiore consapevolezza del bimbo nei confronti del mondo che lo circonda. Ogni bimbo è unico e ha i suoi tempi, ma solitamente questa fase comincia intorno ai 2/3 anni. In questo periodo tutto sembra catturare la loro attenzione e riempirli di stupore, tanto che sentono il bisogno di avere spiegazioni su ogni cosa. Questa fase, con modalità e intensità diverse, può proseguire anche fino ai 7/8 anni circa.

Le motivazioni e l’importanza di questa fase

La fase dei perchè è principalmente legata alla naturale curiosità dei piccoli, che rimangono interessati e stupiti da ogni cosa o quasi: il mondo per loro è una continua fonte di novità e di scoperte! A volte, però, la continua richiesta di spiegazioni è anche un modo di interagire con gli adulti e di attirare l’attenzione dei genitori: in questo caso la cosa migliore è dedicarsi interamente al bimbo, pensando attentamente al suo quesito ed evitando di rispondere distrattamente mentre si fa altro.

Come rispondere alle domande dei bambini?

Quando rispondete alle domande dei vostri bambini non abbiate paura di essere un po’ creativi: fino ai 5 anni circa, infatti, i bambini non sono pienamente in grado di capire una spiegazione logica e razionale e quindi potrebbero rimanere insoddisfatti di una risposta troppo rigorosa. Impariamo quindi a formulare spiegazioni “a misura di bambino”, che tengano conto della sua età e delle sue caratteristiche, usando anche analogie, metafore e immagini che possano comprendere. Spesso una spiegazione “scientifica” per i più piccoli è impossibile da capire e non è comunque quello che si aspettano da noi. Ci chiede cosa sono i tuoni? Inutile perdersi in un trattato scientifico: meglio affascinarli con l’immagine degli angeli che giocano a bocce! L’importante, in ogni caso, è dedicare loro attenzione, fermandosi un attimo per pensare alla risposta migliore e mostrando al bimbo che abbiamo preso sul serio la sua domanda. Quando il bambino sarà più grande, quindi in genere dopo i 5 anni, si potrà tentare di dare qualche risposta più precisa e articolata, che soddisfi la sua curiosità senza confonderlo con troppi dati e nozioni.

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Le risposte ai perché più importanti

A volte alcune domande dei nostri bambini ci colgono impreparati per la loro profondità. Non è raro che alcuni bimbi ci pongano domande su argomenti importanti come la vita e la morte, l’amore e il dolore. Come rispondere senza mentire e senza turbarli inutilmente? A seconda dell’età del bimbo saremo noi genitori, anche in base ai nostri valori e alle nostre convinzioni, a dover trovare la risposta più adatta. Cerchiamo in ogni caso di preservare la sua serenità e la sua tranquillità, facendolo sempre sentire protetto e al sicuro.

Quando è giusto porre un limite alle domande dei bambini?

Non vi preoccupate, è assolutamente normale che dopo decine e decine di domande la pazienza e la fantasia dei genitori finiscano. Va bene soddisfare la curiosità dei bimbi, ma non è sbagliato porre un limite alla quantità di domande a cui possiamo rispondere, anche in base al tempo a disposizione e al nostro umore. Spieghiamo quindi ai nostri bambini che è bello essere curiosi e voler sapere tante cose, ma che il papà, la mamma, i nonni o la commessa del negozio hanno anche altre cose da fare, quindi non possono rispondere per tutto il giorno alle loro domande. Per interrompere la catena di domande, nel caso dei bimbi più piccoli, è possibile distrarli e spostare la loro attenzione su altro oppure provare a capovolgere la situazione chiedendo al piccolo quale pensa che possa essere la risposta alla sua domanda.
Con i più grandi invece, potrete interrompere questo flusso di domande provando a soddisfare la loro curiosità in maniera diversa: date loro gli strumenti giusti per fare una piccola ricerca e rispondere in maniera autonoma alla loro curiosità!

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Voi come avete gestito e come pensate di gestire la fase dei perché dei vostri bambini? Avete idee o suggerimenti? Fatecelo sapere sui nostri canali social!