Distacco placenta: sintomi, cause e rischi per mamma e bambino Il distacco di placenta è un'eventualità che si può verificare nel corso di qualsiasi gravidanza. Vediamo insieme quali sono le cause, i rischi a cui vanno incontro mamma e bambino e quali sono i sintomi da non trascurare.

Distacco placenta: le cause e i sintomi

Durante la gravidanza, può verificarsi una complicanza che desta grande preoccupazione nei futuri genitori: si tratta del distacco di placenta, una condizione che può mettere a rischio la salute della mamma e del bambino, soprattutto se non riconosciuta in tempo. Ma che cos’è esattamente il distacco della placenta? Quando si manifesta e quali segnali possono farlo sospettare?

Noi di BlaBlaMamma vogliamo offrire un supporto chiaro e affidabile a chi sta affrontando questo percorso così delicato. In questo approfondimento troverete tutto ciò che c’è da sapere sul distacco placenta: dalle possibili cause ai sintomi da tenere sotto controllo, fino ai rischi e alle indicazioni su cosa fare in caso di diagnosi. Perché essere informati, in questi casi, può fare davvero la differenza.

Cos’è il distacco di placenta?

Il distacco della placenta si verifica quando la placenta si separa in modo parziale o totale dalla parete dell’utero, che è la sua sede naturale di impianto, prima della nascita del bambino. Questa condizione ostacola lo scambio di ossigeno e nutrienti tra madre e feto, ed è quindi considerata una delle emergenze ostetriche più serie.
Il distacco placenta può essere:

Anche se più comune nel terzo trimestre, il distacco di placenta può presentarsi in qualsiasi momento della gravidanza, incluso già come distacco placenta primo trimestre. È una complicanza che richiede attenzione e un attento monitoraggio medico, perché può mettere seriamente a rischio sia la salute della mamma sia quella del nascituro.

Quanto è frequente il distacco di placenta?

Il distacco di placenta è una complicanza rara, ma non eccezionale: si stima che si verifichi in circa 0,4–1 % delle gravidanze, ovvero tra 1 caso ogni 100 e 250 gravidanze. L’incidenza può variare leggermente in base all’età della madre, alla presenza di patologie preesistenti e ad altri fattori di rischio, come il fumo o l’ipertensione.
Nella maggior parte dei casi, il distacco della placenta si presenta nel terzo trimestre di gravidanza, ma può anche comparire prima, con conseguenze potenzialmente più gravi se la gravidanza è ancora nelle fasi iniziali.

È importante sapere che, se si è già verificato un distacco placenta in una gravidanza precedente, il rischio di recidiva nella successiva aumenta fino al 5% circa, e in alcune casistiche può arrivare anche oltre, in base alla gravità dell’episodio e alla presenza di fattori predisponenti.

Cause e fattori di rischio

Perché si verifica il distacco della placenta? Le cause non sono sempre facilmente identificabili, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione multifattoriale, cioè determinata dalla combinazione di diversi elementi di rischio, legati sia allo stato di salute della madre, sia a condizioni fisiche o ambientali.
Tra i principali fattori di rischio per il distacco di placenta troviamo:

  • Età materna avanzata (soprattutto oltre i 35 anni);
  • Gravidanze plurime precedenti (soprattutto se numerose o ravvicinate);
  • Fumo di sigaretta, che compromette la circolazione sanguigna e quindi anche l’afflusso di sangue alla placenta;
  • Uso di droghe, in particolare cocaina, che è fortemente associata al rischio di distacco placenta;
  • Condizioni mediche preesistenti, come ipertensione cronica, preeclampsia, diabete, lupus o malattie renali, che alterano i normali scambi tra placenta e feto;
  • Polidramnios (eccesso di liquido amniotico) o gravidanza gemellare, che causano un’eccessiva distensione dell’utero e possono predisporre al distacco placentare.

Esistono inoltre dei fattori meccanici che, pur non essendo legati alla salute materna, possono causare un distacco prematuro della placenta. Tra questi rientrano:

  • Traumi addominali (cadute, colpi accidentali, violenze);
  • Incidenti stradali con impatto nella zona pelvica o lombare;
  • Manovre ostetriche invasive o malposizionamenti del feto.

Infine, anche una storia clinica di precedente distacco di placenta rappresenta un fattore di rischio importante, da segnalare sempre al ginecologo, in modo che la gravidanza possa essere seguita con ancora maggiore attenzione.

Distacco placenta: sintomi da riconoscere subito e come viene diagnosticato

Riconoscere tempestivamente i sintomi del distacco della placenta può fare la differenza, anche se in alcuni casi i segnali possono essere sfumati o sovrapposti ad altri disturbi comuni in gravidanza. Per questo è fondamentale non sottovalutare alcun campanello d’allarme.
Tra i sintomi più frequenti del distacco di placenta troviamo:

  • Sanguinamento vaginale, generalmente di colore rosso vivo o scuro;
  • Dolore addominale acuto e persistente, localizzato in un punto preciso o diffuso;
  • Contrazioni uterine improvvise, frequenti e dolorose, che non si attenuano con il riposo;
  • Alterazioni del battito cardiaco fetale, rilevate tramite monitoraggio medico;
  • In alcuni casi, il sanguinamento può essere interno e non visibile, rendendo ancora più difficile il riconoscimento tempestivo.

Il distacco placenta può insorgere anche in una gravidanza che fino a quel momento è stata del tutto regolare. Proprio per questo motivo è fondamentale non trascurare mai sintomi come perdite di sangue o dolori improvvisi durante la gestazione: è sempre indicato rivolgersi immediatamente al proprio medico o al pronto soccorso ostetrico per un controllo.

Come viene diagnosticato il distacco di placenta?

La diagnosi del distacco della placenta viene effettuata tramite:

  • Ecografia ostetrica: permette di individuare eventuali aree di distacco o la presenza di ematomi retroplacentari;
  • Monitoraggio del battito fetale (cardiotocografia), per valutare eventuali segni di sofferenza del bambino;
  • Visita ostetrica, che può rivelare ipertono uterino, rigidità dell’utero o altri segni clinici;
  • Esami del sangue per valutare anemia o alterazioni nella coagulazione.

In alcuni casi, soprattutto se il distacco è lieve o in fase iniziale, può essere difficile da rilevare immediatamente. Per questo è importante monitorare attentamente i sintomi e riferire qualsiasi anomalia al proprio ginecologo di riferimento.

Cosa succede nel corpo?

Quando si verifica un distacco di placenta, la separazione della placenta dall’utero provoca una sorta di “ferita interna”, con conseguente fuoriuscita di sangue. A seconda dell’entità e della localizzazione del distacco, il sangue può accumularsi in modi diversi, dando origine a quadri clinici più o meno evidenti.
Nel dettaglio, possono verificarsi quattro situazioni:

  • Emorragia esterna: il sangue fuoriesce dalla vagina, ed è solitamente visibile, spesso di colore rosso scuro. È uno dei segnali più riconoscibili.
  • Emorragia interna: il sangue rimane nascosto tra utero e placenta, senza alcuna fuoriuscita esterna. Questa condizione è più subdola perché può non dare segnali immediati.
  • Penetrazione del sangue nel liquido amniotico: il sangue entra nelle membrane e si mescola al liquido amniotico, visibile durante la rottura delle acque o in fase di controllo ecografico.
  • Formazione di un ematoma retroplacentare: si accumula del sangue in una zona circoscritta, che può conferire all’utero una colorazione violacea o nerastra, visibile solo tramite esami strumentali o in fase post-partum.

In tutti questi casi, il distacco della placenta comporta un’interruzione del normale scambio di ossigeno e nutrienti tra madre e feto, e può mettere a rischio la salute di entrambi se non trattato tempestivamente.
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Rischi per mamma e bambino

Quali sono i reali rischi del distacco di placenta? La gravità delle conseguenze dipende in gran parte dalla quantità di placenta coinvolta nel distacco, dalla rapidità con cui viene riconosciuto il problema e dal momento della gravidanza in cui si verifica. Quando il distacco è parziale e viene trattato tempestivamente, l’esito può essere positivo. Tuttavia, nei casi più gravi possono emergere rischi significativi sia per la madre che per il bambino.

Per la mamma

Se il distacco della placenta comporta una perdita di sangue abbondante, può verificarsi un shock emorragico, una condizione d’urgenza che si manifesta con:

  • pressione sanguigna molto bassa,
  • tachicardia,
  • sudorazione intensa,
  • vertigini, pallore, senso di svenimento,
  • malessere generale e ansia crescente.

In casi rari ma severi, lo shock può portare a complicanze sistemiche come:

  • disordini della coagulazione (CID – coagulazione intravascolare disseminata);
  • insufficienza renale acuta da ipoperfusione;
  • danni uterini tali da richiedere, nei casi estremi, l’isterectomia d’urgenza (rimozione dell’utero).

Per il bambino

Il principale rischio per il feto è l’ipossia, ovvero la carenza di ossigeno dovuta all’interruzione del normale flusso sanguigno attraverso la placenta. Questo può comportare:

  • sofferenza fetale acuta o cronica,
  • distress fetale con alterazione del battito e dei movimenti,
  • ritardo di crescita intrauterino,
  • riduzione del liquido amniotico (oligoidramnios),
  • in casi estremi, morte intrauterina del feto.

La gestione tempestiva e specializzata del distacco placenta è fondamentale per ridurre al minimo queste complicanze e garantire, quando possibile, un esito positivo per entrambi.

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Si può prevenire?

Una domanda molto frequente tra chi attende un bambino è: è possibile prevenire il distacco di placenta? Purtroppo, nella maggior parte dei casi, non esistono misure in grado di escludere del tutto questa eventualità. Tuttavia, è possibile ridurre significativamente il rischio adottando stili di vita sani, affrontando la gravidanza in modo consapevole e monitorando attentamente eventuali condizioni predisponenti.
Ecco alcune buone pratiche che possono aiutare a prevenire il distacco della placenta o, quantomeno, a identificarlo precocemente:

  • Smettere di fumare: il fumo è uno dei principali fattori di rischio, perché compromette la circolazione sanguigna e aumenta il rischio di complicanze placentari.
  • Evitare l’uso di droghe, in particolare cocaina, fortemente associata a distacco placenta.
  • Controllare regolarmente la pressione arteriosa, soprattutto in caso di ipertensione o preeclampsia preesistenti.
  • Seguire tutte le visite ostetriche programmate, per monitorare la crescita del feto, il liquido amniotico e le condizioni della placenta.
  • Adottare precauzioni per prevenire traumi addominali, come l’uso della cintura di sicurezza in auto e attenzione in casa o sul lavoro.
  • Segnalare al medico eventuali precedenti episodi di distacco di placenta, anche se lievi, per pianificare un follow-up più attento nella gravidanza successiva.

Pur non potendo prevenire ogni singolo caso, questi accorgimenti aiutano a proteggere la salute della mamma e del bambino, intervenendo per tempo in caso di anomalie.

Cosa fare in caso di distacco di placenta

Le azioni da intraprendere in caso di distacco della placenta dipendono dal momento della gravidanza in cui si verifica, dalla gravità della situazione e dalle condizioni di mamma e bambino. L’intervento tempestivo è fondamentale per tutelare la salute di entrambi.
Ecco come si procede, in base al trimestre:

  • Nel primo trimestre: se avviene il distacco di placenta primo trimestre quindi nelle prime settimane, solitamente viene prescritto il riposo assoluto e la somministrazione di farmaci antispastici per contenere eventuali contrazioni uterine. In alcuni casi si possono usare integratori a base di progesterone, se indicati dal medico. Se però viene rilevata l’assenza di battito fetale, si è purtroppo di fronte a un aborto spontaneo, che verrà gestito secondo i protocolli clinici.
  • Nel secondo trimestre: il distacco placenta richiede un monitoraggio continuo tramite ecografie e tracciati. Se la situazione è stabile e il feto non mostra segni di sofferenza, si può tentare di proseguire la gravidanza con riposo, farmaci tocolitici (per bloccare le contrazioni) e controlli ravvicinati.
  • Nel terzo trimestre: la priorità è valutare la gravità del distacco e il benessere fetale. Oltre ai farmaci per contenere le contrazioni, può essere somministrato un corticosteroide per favorire la maturazione polmonare del bambino, in caso di parto anticipato. Se il sanguinamento è abbondante o il feto mostra segni di distress, si procede con un parto cesareo d’urgenza.

In tutti i casi, la gestione del distacco della placenta richiede l’intervento di un’équipe ostetrica esperta e strutture ospedaliere adeguate, con accesso a reparti di emergenza neonatale. Ogni minuto conta, ed è fondamentale non perdere tempo se si sospettano sintomi compatibili con questa condizione.

Il distacco di placenta è una complicanza che spaventa, ma conoscere i segnali e sapere come comportarsi può davvero fare la differenza. Affidarsi a controlli regolari, riferire ogni sintomo al proprio medico e seguire le indicazioni degli specialisti permette, nella maggior parte dei casi, di affrontare la situazione con consapevolezza e tempestività.

Domande frequenti

Il distacco di placenta può guarire da solo?

Dipende dall’estensione del distacco e dal momento della gravidanza. Nei casi lievi e stabili, soprattutto nel secondo trimestre, il distacco può essere contenuto con riposo, monitoraggio costante e terapia farmacologica. Tuttavia, va sempre seguito da uno specialista.

Il distacco di placenta è sempre pericoloso?

Non sempre. Un distacco parziale e gestito tempestivamente può permettere alla gravidanza di proseguire in sicurezza. I rischi aumentano nei casi più estesi o non riconosciuti in tempo. L’importante è agire prontamente.

Si può avere un’altra gravidanza dopo un distacco placenta?

Sì, è possibile. Avere avuto un distacco della placenta non esclude future gravidanze, ma va segnalato al ginecologo perché richiede un monitoraggio più attento fin dall’inizio. Il rischio di recidiva esiste, ma con le giuste precauzioni si può gestire.

Il riposo assoluto è sempre necessario?

Non in tutti i casi, ma spesso viene consigliato per ridurre al minimo le sollecitazioni uterine. Sarà il medico a indicare il grado di riposo necessario, che può variare da semplice riduzione dell’attività fisica al vero e proprio riposo a letto.

Come si distingue il distacco placenta da altre perdite di sangue?

Il sanguinamento da distacco di placenta è spesso accompagnato da dolore addominale intenso e contrazioni. Tuttavia, ogni perdita ematica in gravidanza deve essere valutata in pronto soccorso, anche in assenza di altri sintomi.

NOTE


Studio su PubMed sull’incidenza del distacco di placenta