Ci sono bambini che hanno qualche difficoltà a maneggiare la penna e a scrivere: potrebbe trattarsi di disgrafia, un disturbo che rientra nei cosiddetti DSA, cioè i disturbi specifici dell’apprendimento. Ovviamente questa diagnosi deve essere fatta da uno specialista valutando bene tutti i fattori in gioco, ma noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi cos’è la disgrafia e quali sono i campanelli d’allarme che potrebbero farvi valutare l’idea di approfondire la questione.
- Cosa sono i DSA?
- Cos’è la disgrafia?
- Quali sono le cause e come si manifesta?
- I campanelli d’allarme da non trascurare
- Disgrafia o disortografia?
Cosa sono i DSA?
I DSA, cioè disturbi specifici dell’apprendimento, sono disturbi della sfera del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e fare calcoli in modo fluente; proprio per questo motivo non è raro che ci si accorga che c’è qualche problema di questo tipo solo in età scolare. Si possono individuare:
- dislessia, che si manifesta con una difficoltà nella lettura;
- disortografia, che comporta difficolta nella competenza ortografica e fonografica;
- disgrafia, che consiste in una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura;
- discalculia, che rende difficoltose le operazioni che prevedono di comprendere e operare con i numeri.
È importante sapere che queste difficoltà non sono assolutamente il segno di un deficit di intelligenza o di una mancanza di impegno da parte del bimbo, ma dipendono da diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte in queste attività.[ 1 ]
Cos’è la disgrafia?
La disgrafia è un disturbo specifico di apprendimento della scrittura che riguarda la competenza grafo-motoria: chi ne soffre mostra delle capacità di scrittura inferiori rispetto alla media dei coetanei. La disgrafia si riferisce prevalentemente al controllo degli aspetti grafici della scrittura e può quindi manifestarsi con difficoltà che riguardano la dimensione delle lettere e la distanza tra di loro, oltre ad una minore fluenza e qualità della scrittura. Questi bambini, quindi, spesso non riescono a scrivere correttamente le parole su una riga, a tracciarle tutte della stessa altezza e in generale ad avere una scrittura ordinata, cosa di cui si rendono conto. Un bimbo che soffre di disgrafia può risultare anche poco organizzato nel gestire il proprio materiale, nel lavorare in maniera autonoma e nei compiti di motricità fine. Questo non è assolutamente legato a pigrizia, mancanza di impegno o deficit di intelligenza!
Quali sono le cause e come si manifesta?
Non c’è una vera e propria causa della disgrafia, ma si può ricondurre il problema ad un diverso modo di funzionare del cervello. È lui, infatti, ad acquisire informazioni, a gestirle e a riprodurle, anche attraverso la scrittura. Nelle persone disgrafiche questo non avviene: le persone che ne soffrono hanno quindi difficoltà a organizzare le informazioni in loro possesso e a riprodurle in forma scritta. Questo si traduce in una scrittura difficile da leggere e che spesso non rispecchia ciò che si voleva scrivere; ci possono essere anche problemi nel ricordare come si scrivono lettere o parole, con la conseguenza di ulteriori difficoltà nella scrittura. Queste difficoltà possono condizionare, anche pesantemente, sia l’apprendimento scolastico sia le attività quotidiane, con ricadute negative anche a livello emotivo e comportamentale.
Tra le cause della disgrafia, secondo alcuni esperti, ci può essere anche una componente genetica: è stata infatti riscontrata una certa famigliarità di questo disturbo.
I campanelli d’allarme da non trascurare
Una premessa è doverosa: una scrittura lenta, poco precisa o poco leggibile non è automaticamente sinonimo di disgrafia. Dovrà essere una valutazione psicodiagnostica specialistica ad accertare eventuali problemi.
Se la scrittura del vostro bimbo, però, risulta lenta, poco leggibile persino a lui stesso, con lettere di altezze diverse e disallineate e, in più, il processo di scrittura risulta davvero faticoso per il vostro piccolo, dovreste prestare attenzione a questi fattori:
- eccessiva pressione della penna sul foglio;
- parole e righe disordinate e “fluttuanti” sul foglio;
- distribuzione delle lettere, delle parole e delle righe alterata sulla pagina;
- interruzioni nel tratto;
- distanza variabile tra le lettere;
- eccessiva lentezza nella scrittura;
- problemi motori nell’impugnare correttamente la matita, ma anche forbici e altri strumenti.
In genere la valutazione della competenza grafica viene effettuata alla fine della seconda elementare, ma può succedere che alcune difficoltà nel disegno, come ad esempio l’incapacità a colorare all’interno dei contorni, si manifestino già in età prescolare.
Disgrafia o disortografia?
Le due cose spesso vengono confuse oppure i due termini vengono usati come sinonimi. In realtà si tratta di due disturbi diversi, anche se è vero che possono coesistere e rafforzarsi a vicenda. La disgrafia, in particolare, è un disturbo che coinvolge principalmente la sfera motoria, mentre la disortografia coinvolge la componente linguistica e segnala un deficit nei processi di cifratura.
Speriamo che questo delicato argomento sia ora più chiaro. Se avete dubbi, domande o esperienze da raccontare potete farcelo sapere sui nostri canali social.
NOTE
1. Associazione Italiana Dislessia, Cos’è la dislessia?