Maternità surrogata, cosa c’è da sapere? Cosa c'è da sapere sulla maternità surrogata e in cosa consiste esattamente? Intorno a questa pratica, ad ora vietata in Italia, c'è un acceso dibattito etico. Cerchiamo di fare un po' di chiarezza.

Maternità surrogata, cosa c'è da sapere

Può capitare di sentir parlare di maternità surrogata, a cui spesso ci si riferisce anche come “utero in affitto”, ma su questo argomento abbastanza controverso spesso si hanno informazioni frammentarie e si fa un po’ di confusione. Proprio per questo motivo noi di BlaBlaMamma vogliamo fare un po’ di chiarezza sui principali aspetti della maternità surrogata.

Cosa si intende con questo termine?

La maternità surrogata consiste nel far portare avanti la gravidanza ad una donna che affiderà il bambino subito dopo il parto ad altre persone – un single o una coppia – che ne diventeranno gli effettivi genitori. Ci si rivolge alla surrogazione di maternità, conosciuta anche come “utero in affitto”, per diversi motivi, tra i quali il principale è quello di non riuscire ad avere un figlio in altro modo.

Come si svolge?

La madre surrogata, chiamata anche gestante d’appoggio o portatrice gestazionale, dovrebbe essere una donna che compie questa scelta liberamente per dare la possibilità di avere un figlio a persone che non altrimenti non potrebbero avere una gravidanza: coppie sterili, coppie omosessuali o genitori single, per esempio. Dove è legale e consentito viene stipulato un contratto di surrogazione gestazionale: i dettagli cambiano a seconda del Paese in cui ci si trova, ma in generale il punto fermo è che la madre surrogata rinuncia al bambino subito dopo al parto, affidandolo ai genitori o al genitori che ha richiesto la gestazione.

Le diverse tipologie di maternità surrogata

Questa pratica può avvenire in diverse maniere, a seconda che si usino i gameti della coppia che desidera avere il bambino o meno. Si può distinguere quindi tra:

  • maternità surrogata tradizionale, che prevede l’uso dell’ovulo della gestante e del seme o del genitore che poi adotterà il bambino, con il quale avrà quindi un legame biologico, oppure di una persona estranea alla coppia. In quest’ultimo caso il bambino non avrà nessun legame biologico che gli aspiranti genitori;
  • maternità surrogata gestazionale, in cui si utilizzano ovuli e seme della coppia di aspiranti genitori tramite tecniche di fecondazione in vitro; in questo caso il bambino non avrà alcun legame biologico con la donna che lo porterà in grembo durante la gravidanza.

Maternità surrogata, cosa c'è da sapere

Maternità surrogata, cosa dice la legge in Italia

La pratica della maternità surrogata in Italia è vietata. Nella Legge 40 del 2004 si può leggere:

“Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”.

Nel nostro Paese, quindi, la maternità surrogata è reato, sia che avvenga gratuitamente sia che ci sia un compenso o un rimborso per la portatrice gestazionale. In particolare, in Italia questa pratica violerebbe le disposizioni in materia di adozione di minori e costituirebbe un affidamento illegale di minore; a farne le spese sarebbe sia chi riceve il neonato (ma solo se la consegna è subordinata ad un pagamento) sia chi lo consegna, che compie un reato in ogni caso.
Se un single o una coppia decide quindi di volere un bambino ricorrendo alla maternità surrogata dovrà dunque recarsi in un Paese dove questa è consentita e legale, ma con la possibilità concreta di avere problemi legati al riconoscimento dei diritti genitoriali sul bambino al ritorno in Italia.

La situazione all’estero

Abbiamo visto che in Italia ricorrere alla maternità surrogata costituisce un vero e proprio reato, ma non è così in tutti i Paesi; in Europa e nel mondo la situazione può variare anche di molto. Ad esempio:

  • in Grecia è una pratica consentita, ma solo l’aspirante madre non è in grado di portare avanti una gravidanza; la madre surrogata non può ricevere alcun compenso in denaro e sia lei sia gli aspiranti genitori devono risiedere nel Paese;
  • in Belgio, Danimarca e Paesi Bassi è consentita solo se c’è un legame biologico tra gli aspiranti genitori e il neonato; la madre surrogata, in ogni caso, ha diritto fino all’ultimo a cambiare idea sulla cessione del piccolo;
  • in Bielorussia, Ucraina e Russia si tratta di una pratica legale e molto diffusa come fonte di guadagno per la madre surrogata; vi possono accedere però solo coppie eterosessuali sposate o donne single;
  • nel Regno Unito e in Canada la maternità surrogata è consentita ma solo in forma altruistica, senza che venga riconosciuto alcun tipo di pagamento alla gestante se non un eventuale rimborso spese;
  • negli Stati Uniti è una pratica legale, ma non in tutti gli Stati; dove è legale, però, esistono vere e proprie agenzie che aiutano gli aspiranti genitori nelle pratiche burocratiche, mediche e legali e nella scelta della madre surrogata;
  • in Brasile è legale ma consentita solo se uno degli aspiranti genitori è imparentato con la madre surrogata;
  • in India è legale ma vietata ad omosessuali, single stranieri e alle coppie che provengono da un Paese in cui la maternità surrogata è proibita;
  • in Thailandia è consentita ma, dal momento che tale pratica era diventata una vera e propria forma di sfruttamento femminile, ora vi possono ricorrere solo i cittadini thailandesi.

Il dibattito sulla maternità surrogata

Come su tutte le questione etiche, il dibattito sulla maternità surrogata è sempre molto acceso. In molti vedono questa pratica come una forma di sfruttamento del corpo femminile, affermando anche che in questo modo si trasforma il neonato in una vera e propria “merce”, che può essere ordinata, acquistata e ceduta. Altri, invece, pensano che possa essere un modo per permettere di avere un bambino anche a coppie o a persone che lo desiderano ma che non possono portare avanti una gravidanza.
Il rischio concreto, che in alcuni dei Paesi più poveri si è purtroppo già realizzato, è quello che molto donne in difficoltà scelgano di diventare madri surrogate per far fronte ad una situazione di grande bisogno che non riescono ad affrontare in altro modo, mettendo però spesso a rischio la propria salute. In molti casi, però, esistono leggi che cercano di regolamentare in maniera chiara questa pratica, preservando la salute della madre surrogata e del nascituro.

Voi cosa ne pensate? Fateci sapere il vostro punto di vista su questa delicata questione attraverso i nostri canali social!