Morte in utero e lutto perinatale, come affrontarli? Dover affrontare una morte in utero o un lutto perinatale è una dura prova per tutta la famiglia. Ognuno vive il proprio dolore in maniera personale, ma ci sono alcuni consigli che potrebbe essere utile seguire.

Morte in utero e lutto perinatale, come affrontarli?

Affrontare una morte in utero o un lutto perinatale è una delle prove a cui nessun genitore vorrebbe mai essere sottoposto. Si tratta di un lutto dolorosissimo, che avviene quando ormai si è concentrati sull’aspettativa di tenere il proprio bimbo tra le braccia, e che spesso non viene capita a fondo da chi non lo ha mai provato. Noi di BlaBlaMamma vogliamo parlarvi di come si può affrontare un lutto perinatale, pur senza volerci sostituire a figure specializzate che dovranno essere il vostro principale punto di riferimento in una situazione tanto delicata e dolorosa.

Cosa si intende con lutto perinatale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “morte perinatale” quella che avviene nel periodo compreso tra la ventottesima settimana di gravidanza e i sette giorni successivi al parto, mentre viene definita “morte prenatale” quella che avviene durante la gravidanza. Si tratta di una distinzione puramente formale, dal momento che la perdita sarà in ogni caso molto dolorosa.
Si stima che in Italia questo fenomeno colpisca lo 0,29% delle nascite totale, cioè circa 1.400 bambini all’anno. Di queste morti, circa la metà non hanno una causa nota e avvengono dopo una gravidanza normale e senza particolari fattori di rischio.

Le giuste informazioni

Come abbiamo visto, non sempre c’è una causa precisa per queste morti in utero. Nel corso di qualsiasi gravidanza c’è sempre la possibilità che qualcosa non vada per il verso giusto, ma spesso le future mamme non lo sanno. Avere queste informazioni prima ancora di essere in dolce attesa, però, potrebbe contribuire a evitare o ad alleviare il senso di colpa in caso di morte perinatale.

Morte in utero e lutto perinatale, come affrontarli

Come affrontare un lutto perinatale?

La morte perinatale avviene quando ormai i futuri genitori sono pronti a stringere il proprio bimbo tra le braccia. Non c’è un modo giusto o sbagliato di affrontare questa dolorosa situazione: ognuno ha il suo modo di reagire e di affrontare le cose. Questo dolore non può essere alleviato o eliminato, ma ci sono alcuni modi per facilitare la sua elaborazione e arrivare a superarlo, senza mai dimenticarlo del tutto. La cosa migliore sarebbe quella di rivolgersi ad una persona qualificata, come uno psicologo o un terapeuta, per trovare la strada più giusta per ognuno per elaborare questo lutto. Ci sono però alcuni consigli che vengono generalmente dati dagli esperti in questa situazione:

  • non aver paura di esprimere le proprie emozioni e il proprio dolore, senza pensare alle possibili reazioni degli altri;
  • prendersi del tempo per capire cosa si desidera fare. Spesso questo evento è così traumatico e imprevisto che si rimane senza parole e senza capacità di reagire, soprattutto al momento della diagnosi. Non tutti sanno che al momento della morte in utero non è sempre necessario agire con urgenza: a volte può servire prendersi del tempo per riflettere sulla situazione e affrontarla in maniera più consapevole, informandosi anche sulle opzioni a propria disposizione (ad esempio per quanto riguarda il parto) e dei propri diritti.

E quando si torna a casa?

In caso di lutto perinatale, il rientro a casa è dolorosamente diverso da quello che ci si era immaginati durante la gravidanza. Probabilmente si era sognato mille volte il momento dell’arrivo a casa con il bimbo o la bimba tra le braccia: in questo caso la realtà è completamente diversa e probabilmente mille piccole cose ricorderanno continuamente la perdita, a partire dalla cameretta pronta ad accogliere il piccolo. Affidarsi a persone competenti ed esperte è una delle scelte più indicate, ma anche in questo caso ci sono alcuni consigli che potrebbero risultare utili:

  • non negare le proprie emozioni, qualunque esse siano, e non giudicarsi per il solo fatto di provarle;
  • condividere il proprio dolore con le persone che ci stanno accanto e che ci possono aiutare a sopportarlo meglio;
  • raccontare l’evento traumatico nei minimi dettagli per prenderne coscienza e cominciare ad elaborare le proprie emozioni;
  • darsi tempo, senza pretendere di ricominciare con la propria vita esattamente dove la si era lasciata. Spesso sono proprio amici e parenti a spingere in questo senso, ma è importante fare ciò che ci si sente, non quello che gli altri si aspettano da noi. Rallentare i ritmi per metabolizzare il proprio lutto potrebbe essere la scelta migliore per molte persone;
  • affrontare il lutto in coppia, condividendo il dolore e rispettando le reciproche differenze;
  • farsi sostenere da persone specializzate e iniziare un percorso terapeutico per elaborare il lutto;
  • una volta superato il momento traumatico, costruire una relazione interiore e simbolica con il figlio perso, attraverso i ricordi e le emozioni della gravidanza.

Una nuova gravidanza?

Ogni coppia di genitori è diversa e affronta le cose nel modo che le risulta più congeniale, quindi anche sul fatto di cercare una nuova gravidanza subito dopo la perdita subita non c’è giusto o sbagliato. Al di là delle considerazioni di natura medica, però, molti psicologi sconsigliano una nuova gravidanza immediatamente dopo il lutto perinatale, quasi come se fosse un rimedio al proprio dolore. Le conseguenze di questa scelta potrebbero essere importanti sia per i genitori sia per il nascituro, che sarebbe caricato fin da subito da ansie e aspettative. Non c’è comunque un momento giusto per rimanere di nuovo incinta, ma si consiglia in genere di aspettare almeno qualche mese.

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