Tutto quello che c’è da sapere sulla placenta accreta Può capitare di sentir parlare di placenta accreta, ma di cosa si tratta esattamente e in cosa consiste questo disturbo della gravidanza? Vediamo insieme cosa sapere su cause, sintomi e conseguenze.

Tutto quello che c'è da sapere sulla placenta accreta

Se siete in dolce attesa vi sarà forse capitato di sentire il termine “placenta accreta” oppure “accretismo placentare”. Ma cosa significano questi termini e quando ci si dovrebbe preoccupare? Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi tutto quello che c’è da sapere sulla placenta accreta, un disturbo della gravidanza potenzialmente pericoloso.

Cos’è la placenta

Durante la gravidanza la futura mamma ha un organo in più, che condivide con il suo bambino. Si tratta della placenta, che porta nutrimento al piccolo tramite il cordone ombelicale e al tempo stesso depura il sangue dalle sostanze potenzialmente nocive per il feto. Cresce all’interno dell’utero, a cui è collegata tramite i villi coriali; proprio quando questi villi crescono oltre il dovuto e arrivano troppo in profondità si parla di placenta accreta.

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Cos’è la placenta accreta?

La placenta accreta è un problema difficile da diagnosticare, che a volte si manifesta solo al momento del parto quando può causare emorragie anche gravi, potenzialmente fatali per la partoriente. Abbiamo visto che la placenta aderisce alla parete dell’utero tramite dei piccoli vasi, che dopo il parto si chiudono in maniera fisiologica permettendo alla placenta di staccarsi e di essere espulsa poco dopo la nascita del bambino. A volte, però, capita che la placenta sia collegata troppo saldamente all’utero e che i villi coriali che la tengono adesa ad esso crescano in maniera anomala, arrivando addirittura alla muscolatura uterina. Questo può provocare dei problemi al momento del parto, quando la placenta faticherà a staccarsi correttamente dopo la nascita del bambino.

Placenta accreta, la classificazione

L’utero, che accoglie anche la placenta durante la gravidanza, è composto da tre strati. Procedendo dall’interno verso l’esterno troviamo l’endometrio, il miometrio (cioè lo strato muscolare) e il perimetrio o rivestimento peritoneale, che costituisce il proseguimento del peritoneo pelvico che avvolge tutti gli organi pelvici e addominali. In una situazione di normalità la placenta si ancora sull’endometrio, ma in caso di placenta accreta possono verificarsi diversi scenari:

  • placenta accreta propriamente detta: è il caso più diffuso e si verifica quando la placenta si attacca allo strato muscolare dell’utero;
  • placenta increta, quando la placenta invade lo strato muscolare;
  • placenta percreta, il caso più grave, in cui l’organo invade il perimetrio.

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Quali sono le cause di questo problema?

La cause della placenta accreta non sono ancora del tutto chiare. Ci sono però dei fattori di rischio che aumentano le probabilità di soffrire di questo problema. Tra questi possiamo trovare:

  • placenta previa, cioè posizionata in maniera anomala all’interno dell’utero;
  • cicatrici di precedenti parti cesarei;
  • pregressi interventi chirurgici all’utero;
  • aborti che abbiano richiesto una revisione della cavità uterina;
  • radioterapia all’utero;
  • malformazioni uterine;
  • fibromi;
  • aver già avuto più di un figlio;
  • lesioni endometriali;
  • età della madre superiore ai 35 anni;
  • pressione alta in gravidanza;
  • l’abitudine di fumare.

I sintomi da riconoscere

La placenta accreta è in genere asintomatica; solo in qualche raro caso si verifica un sanguinamento vaginale nel corso del terzo trimestre che potrebbe richiedere un cesareo d’urgenza. In presenza di più fattori di rischio, si può procedere nel corso della gravidanza ad esami specifici e approfonditi che non vengono eseguiti di routine, in modo da accertare la presenza o meno del problema.

Le possibili conseguenze

Non è raro che ci si accorga della placenta accreta solo al momento del parto: in questa situazione si può verificare una grave e potenzialmente pericolosa emorragia sanguigna, dal momento che la placenta risulta collegata saldamente al miometrio, uno strato che contiene un gran numero di vasi sanguigni. La placenta accreta in genere non compromette un normale svolgimento della gravidanza, ma dà problemi al momento del parto. Se si rileva in tempo si può decidere di procedere con un parto cesareo precoce, a volte seguito dalla rimozione chirurgica dell’utero. In caso contrario, il ginecologo può procedere a staccare la placenta al momento del parto manualmente oppure con l’aiuto di uno strumento chiamato curette.

Placenta accreta e gravidanze successive

La placenta accreta potrebbe compromettere anche successive gravidanze. Quando si rileva questo problema, infatti, nel corso del parto si interviene cercando di ripulire l’utero staccando ogni pezzo di placenta, ma quando questo non è possibile si deve purtroppo ricorrere ad una isterectomia, cioè all’asportazione chirurgica dell’utero. A parte questo scenario estremo, è possibile che la placenta accreta si ripresenti in chi ha sofferto di questo problema in una gravidanza precedente, mettendo nuovamente a rischio la sicurezza della partoriente.

Ora l’argomento dovrebbe essere più chiaro. Avete dubbi o domande? Fatecelo sapere sui nostri canali social!