La placenta è un organo importante nel corso della gravidanza: è proprio lei, infatti, a legare ancora più strettamente mamma e bambino e a fornire al piccolo tutto il nutrimento necessario. Alcune delle problematiche che si possono verificare durante la gravidanza riguardano proprio la placenta. Una di queste è la placenta invecchiata, che con un termine più tecnico viene chiamata anche placenta calcificata. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi di cosa si tratta, quali sono le cause e i sintomi e i rischi che si possono correre.
- Cos’è la placenta invecchiata?
- Placenta invecchiata: le cause
- I sintomi della placenta invecchiata
- Quali sono i rischi per il bambino?
- Si può prevenire?
Cos’è la placenta invecchiata?
Verso la fine della gravidanza è normale notare la placenta invecchiata, cioè con piccole calcificazioni di colore bianco che assomigliano a sassolini. Se questo si verifica alla fine della gravidanza non è necessario intervenire in alcun modo, ma se questa condizioni si nota nel corso della gravidanza è bene tenere monitorata la situazione e, in particolare, controllare regolarmente la crescita del feto.
Placenta invecchiata: le cause
La principale causa della placenta invecchiata è proprio la durata della gravidanza: se la gestazione si prolunga oltre le 40 settimane è più facile notare calcificazioni sulla placenta. Si tratta quindi di un processo fisiologico che, al termine della gravidanza, non comporta particolari rischi. Ci sono però altri fattori che entrano in gioco e che possono provocare la calcificazione della placenta anche nel corso della gravidanza. Tra questi si possono individuare:
- il diabete gestazionale;
- l’ipertensione, che è connessa anche con la gestosi, una complicanza della gravidanza molto pericolosa;
- il fumo: questa cattiva abitudine non aumenta solo il rischio di distacco della placenta o di invecchiamento della placenta, ma potrebbe portare persino ad un aborto spontaneo.
I sintomi della placenta invecchiata
In passato non era possibile diagnosticare la placenta invecchiata nel corso della gravidanza e pertanto non si riteneva nemmeno che potesse essere un problema per il feto. Ora abbiamo la possibilità di sottoporci a esami più precisi e approfonditi come le ecografie ad alta risoluzione, che possono rivelare subito le piccole calcificazioni bianche simili a sassolini tipiche della placenta invecchiata. Questo è l’unico modo per accorgersi di questa condizione, che non rappresenta necessariamente un problema: molto dipende dal momento della gravidanza in cui si verifica. In caso di placenta invecchiata, alla nascita del bimbo si possono notare unghie più lunghe, pelle desquamata e scarsa presenza di vernice caseosa.
Quali sono i rischi per il bambino?
I rischi della placenta calcificata per il bambino variano a seconda del momento della gravidanza in cui si verifica il problema. In generale, la situazione richiede un monitoraggio costante per controllare che il feto cresca regolarmente. Alla fine della gravidanza l’invecchiamento della placenta è un processo fisiologico che di solito non comporta particolari problemi, anche se bisognerà tenere la situazione sotto controllo. All’inizio della gravidanza il discorso è diverso: un invecchiamento precoce della placenta potrebbe comportare problemi di crescita del feto. Una placenta calcificata, infatti, non consente al piccolo di ricevere ossigeno e nutrimento a sufficienza, con conseguenze sul buon andamento della gravidanza e sulla crescita fetale. Le calcificazioni sulla placenta, inoltre, possono anche causare coaguli di sangue nella placenta stessa, indurire i vasi sanguigni e quindi ridurre ulteriormente l’apporto di ossigeno al feto. Si tratta però di complicanze abbastanza rare: sarà il vostro ginecologo a tenere sotto controllo la situazione e a valutare come è meglio procedere.
Si può prevenire?
Non ci stancheremo mai di ripetere che una buona alimentazione è fondamentale, in particolare nel delicato periodo della gravidanza in cui bisogna rispondere alle esigenze nutrizionali non solo della mamma, ma anche del piccolo che cresce dentro di lei. Non si tratta di “mangiare per due” come si riteneva in passato, ma di scegliere alimenti ricchi di sostanze preziose per mamma e bambino. Per prevenire la placenta invecchiata, ad esempio, è necessario assumere la giusta dose di calcio ogni giorno attraverso l’alimentazione o l’assunzione di integratori specifici, che possono essere consigliati dal proprio medico se la situazione lo richiede. Una donna in dolce attesa ha bisogno di circa 1.200 mg di calcio al giorno: questo apporto garantirà la salute non solo della placenta, ma anche di ossa e denti, oltre a migliorare la coagulazione del sangue e la funzionalità nervosa, muscolare e cardiaca. Bisognerebbe inoltre smettere di fumare e controllare regolarmente la pressione arteriosa.
Tutto ciò che riguarda la placenta invecchiata dovrebbe essere più chiaro. Se avete dubbi o domande potete farcelo sapere sui nostri canali social.