Nell’attuale clima di incertezza dettato dalla crisi sanitaria si sente sempre più parlare di homeschooling, cioè della scelta di istruire i propri figli a casa oppure in piccoli gruppi gestiti dai genitori, che possono fare lezione di persona oppure affidando questa incombenza a degli educatori. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi tutto quello che c’è da sapere su questa modalità di istruzione che in Italia, ve lo anticipiamo, è del tutto legale.
- Cos’è l’homeschooling
- I numeri dell’homeschooling in Italia e nel mondo
- Cosa dice la legge italiana sull’homeschooling?
- Quando si può iniziare a fare homeschooling? E per quanto si può continuare?
- Homeschooling, come fare?
- Homeschooling o unschooling?
- Homeschooling e socialità, cosa sapere
Cos’è l’homeschooling
Si parla di homeschooling o istruzione parentale quando i genitori decidono di farsi carico dell’istruzione dei figli in prima persona oppure delegando questo compito a persone scelte direttamente dalla famiglia. Si tratta di una tendenza che proviene dagli Stati Uniti e che ora sta lentamente prendendo piede anche in Italia.
I numeri dell’homeschooling in Italia e nel mondo
Negli Stati Uniti, dove l’homeschooling è “di casa”, sono circa 2 milioni i ragazzi che vengono educati in casa; in Canada sono invece circa 60.000. Veniamo all’Europa: gli studenti che non frequentano le aule scolastiche in Gran Bretagna sono circa 70.000, mentre si scende a 3.000 in Francia e a 2.000 in Spagna. Questi dati non sono precisi perchè non ci sono statistiche definitive e risalgono al 2012, tuttavia riescono a darci un’idea delle dimensioni del fenomeno. Anche in Italia i dati sono approssimativi, ma si parla di circa 1.500/2.000 famiglie che hanno scelto l’educazione parentale per i propri figli; negli ultimi mesi, però, l’interesse verso questa alternativa alla scuola è molto cresciuto.
Cosa dice la legge italiana sull’homeschooling?
In Italia è l’istruzione ad essere obbligatoria, non la frequenza scolastica. I genitori che decidono di scegliere l’homeschooling, quindi, lo possono fare in maniera del tutto legale e seguendo unicamente le norme dettate dalla legislazione statale: non ci sono infatti regole regionali o provinciali di cui tenere conto.
Cominciare a praticare l’educazione parentale, dal punto di vista puramente burocratico, è abbastanza semplice: è infatti sufficiente comunicare all’autorità competente (in genere il Sindaco e il dirigente scolastico della scuola di territorio) che di adempirà in questo modo all’obbligo di istruzione tramite una semplice dichiarazione che potrete inviare tramite raccomandata A/R, Pec oppure consegnare in Comune per farla protocollare. È importante conservare la ricevuta per poter dimostrare di essere in regola. Se vostro figlio risulta già iscritto a scuola, oltre a questa dichiarazione dovrete comunicare alla scuola anche il ritiro dello studente.
La normativa prevede che possa essere richiesta alla famiglia una certificazione delle capacità tecniche ed economiche: non è necessario che i genitori siano docenti, basterà inviare una autocertificazione che riporti i titoli di studio dei genitori e delle persone che eventualmente si occuperanno di istruire il bambino insieme a voi: nonni, parenti, insegnanti privati, istruttori sportivi e così via.
Questa comunicazione va effettuata ogni anno, meglio ancora se nel periodo in cui vengono fatte le iscrizioni a scuola, quindi in genere verso gennaio. Nessuno potrà impedirvi di fare homeschooling o chiedervi motivazioni o giustificazioni per la vostra scelta.
Quando si può iniziare a fare homeschooling? E per quanto si può continuare?
Con questa modalità di educazione si può coprire tutto il ciclo di studi, dalle elementari all’università. Si può cominciare in qualsiasi momento nella fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni, cioè quando è in vigore l’obbligo di istruzione; prima dei 6 anni non è obbligatoria la frequenza di una scuola materna, dopo i 16 si può continuare a fare homeschooling ma decade l’obbligo di comunicarlo alle autorità. Il ragazzo può comunque decidere se sostenere l’esame di maturità come privatista.
I ragazzi che vengono istruiti a casa dovranno sostenere ogni anno un esame: questo serve a formalizzare la carriera scolastica dello studente e a determinare il suo livello di apprendimento, in modo che in qualsiasi momento possa rientrare nel percorso scolastico tradizionale.
Homeschooling, come fare?
Non esiste un solo modo di fare homeschooling, proprio perchè con questa modalità ogni famiglia decide i tempi e i modi di istruire i propri figli: alcuni fissano degli orari, usano testi scolastici e seguono i programmi della classe che il bambino avrebbe frequentato, altri invece scelgono un approccio più libero e spontaneo, assecondando i tempi e le inclinazioni dei figli, sfruttando le risorse che hanno a loro disposizione e spaziando anche su argomenti che non riguardano il programma. Saranno i genitori, gli educatori e gli studenti stessi, insomma, a personalizzare il proprio percorso scolastico, tenendo però sempre a mente gli obiettivi principali in vista dell’esame di fine anno.
Homeschooling o unschooling?
C’è anche una versione ancora più destrutturata dell’homeschooling, che viene in genere chiamata unschooling. In questo caso il bambino viene stimolato con proposte sempre nuove ma senza forzarlo, lasciandolo totalmente libero di dedicarsi a ciò che più gli interessa, senza fissarsi obiettivi da raggiungere. Vi potreste ad esempio trovare di fronte un ragazzino che fa fatica a leggere ma che dipinge meravigliosamente oppure che è in grado di programmare un software, oppure un altro che si dedica a letture da adulto ma della matematica proprio non ne vuole sapere; insomma, massima libertà.
Homeschooling e socialità, cosa sapere
Uno dei maggiori timori dei genitori che pensano ad una scelta di questo genere è che il bambino, non andando a scuola, non riesca a socializzare con i suoi coetanei. In realtà chi ha già fatto questa scelta afferma che la socialità viene semplicemente vissuta in maniera diversa, al di fuori dell’ambito scolastico, e con attività mirate.
E voi cosa ne pensate? Fareste questa scelta per i vostri bambini o magari avete già fatto questa esperienza? Raccontatecelo sui nostri canali social!