10 Falsi Miti sulla maternità a cui dobbiamo smettere di credere Diventare madre è un'esperienza unica, che viene però vissuta in maniera diversa da ogni donna. Ecco 10 miti da sfatare per cancellare l'idea che esista un solo modo per essere madri

La maternità è un viaggio unico e personale che cambia la vita di ogni donna in modi inaspettati e differenti. Si presenta con alti e bassi, gioie e sfide, incertezze e realizzazioni. Tuttavia, questa esperienza universale è spesso avvolta in una nuvola di miti e false credenze che possono creare aspettative irrealistiche e portare a delusioni, frustrazione e stress.

Dal mito dell’istinto materno, che si suppone si attivi come per magia immediatamente dopo la nascita, alla convinzione che una madre debba sempre mettere i bisogni del suo bambino prima dei suoi, queste false credenze hanno radici profonde nella nostra società.

Introduzione

Perché è importante sfatare questi falsi miti, così come i falsi miti sul rimanere incinta?

Prima di tutto, la maternità è una esperienza complessa e individuale. Quello che funziona per una madre può non funzionare per un’altra, ogni donna ha un bagaglio di esperienze differenti, un’età differente, una situazione personale diversa. Insomma non esistono due gravidanze perfettamente uguali in tutto il mondo.

In secondo luogo, questi miti possono mettere una pressione enorme sulle madri, facendole sentire inadeguate se non si conformano a determinate aspettative, se non sono esattamente come la società si attende che siano.

Infine, queste idee fuorvianti possono alimentare il giudizio e la critica, sia da parte di estranei che da parte di amici e parenti, rendendo il percorso della maternità ancora più difficile.

In questo articolo, sfideremo dieci dei più comuni miti sulla maternità, offrendo una prospettiva più realistica e inclusiva di cosa significhi essere madre nel mondo di oggi. Non esiste un approccio “giusto” o “sbagliato” alla maternità; ciò che conta davvero è trovare ciò che funziona meglio per te e il tuo bambino.

Mito 1: L’istinto materno

Descrizione del mito: Tra i molteplici stereotipi che gravitano intorno alla maternità, uno dei più persistenti è sicuramente l’idea che essa sia un’esperienza istintiva, una sorta di seconda natura che ogni donna possiede fin dalla nascita. Questo mito profondamente radicato sembra suggerire che ogni madre, al momento del parto, si ritrovi improvvisamente dotata di una saggezza ancestrale, un istinto materno che le indica senza incertezze il cammino da seguire, la scelta giusta da fare per il suo bambino.

Perché è falso: La verità è che la maternità, come qualsiasi altro aspetto della vita, non si basa unicamente su un istinto innato, ma è un processo di apprendimento e crescita continua. Non esistono genitori perfetti e, proprio come i bambini, ogni madre apprende e si adatta man mano che procede nel suo percorso.

Alcune madri potrebbero sì sperimentare un’immediata connessione emotiva e una naturale predisposizione a prendersi cura del neonato, ma non tutte vivono la maternità allo stesso modo. Altre, invece, potrebbero sentire un senso di smarrimento, o provare incertezze e dubbi. Alcune potrebbero perfino attraversare momenti di distanza emotiva dal loro bambino. Questo non significa che siano madri meno amorevoli o incapaci; semplicemente, stanno vivendo il loro percorso in modo differente.

La maternità non è un viaggio lineare, bensì una continua scoperta, un alternarsi di sfide e soddisfazioni. Ciascuna madre ha il suo ritmo, e non esiste una sola “maniera giusta” di essere madre.

Proprio per questo motivo è fondamentale ricordare che chiedere aiuto non è un segno di debolezza ma di saggezza e intelligenza. La maternità è un lavoro di squadra che necessita del sostegno di una comunità, che siano i partner, gli amici, i professionisti della salute o le reti di supporto per genitori. Quindi è importante accettare il fatto che si commetteranno errori e si potrà imparare da essi, e avere la forza di chiedere aiuto quando se ne sente il bisogno, perché l’istinto non sostituisce mai l’esperienza e l’apprendimento.


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Mito 2: Dovresti sempre sentirti felice come madre

Descrizione del mito: Nella società odierna, siamo bombardati da immagini di mamme sempre sorridenti, serene, felici e appagate, che sembrano vivere la maternità in uno stato di beatitudine costante. Questo mito, alimentato da rappresentazioni ideali sui social media e in televisione, promuove l’idea che la maternità dovrebbe essere un’esperienza completamente positiva e che, una volta diventate madri, le donne dovrebbero sentirsi felici e soddisfatte in ogni momento.

Perché è falso: Sebbene la maternità possa certamente apportare gioia e soddisfazione, non è realistico né salutare aspettarsi che ogni momento sia pervaso da felicità. Essere genitore è un compito complesso e impegnativo che può comportare, anzi diciamo che sicuramente comporta, momenti di stress, fatica, frustrazione e tristezza. E tutto ciò è assolutamente normale.

Come in qualsiasi altro aspetto della vita, anche nella maternità ci sono alti e bassi. Alcuni giorni possono essere pieni di sorrisi e momenti gratificanti, mentre altri possono essere segnati da sfide e difficoltà. Sentirsi sopraffatte, stanche o frustrate non fa di una donna una madre meno buona o amorevole. Al contrario, riconoscere e accettare queste emozioni fa parte di un percorso sano verso la maternità.

La pressione sociale per apparire sempre felici può contribuire a creare aspettative irrealistiche e sentimenti di inadeguatezza. Può inoltre portare a minimizzare o nascondere sintomi di problemi di salute mentale come la depressione post-partum, che può colpire molte donne dopo la nascita di un figlio.

È fondamentale ricordare che non esiste una “maniera giusta” di sentirsi come madre. Ogni donna vive la maternità in modo diverso e tutte le emozioni, positive o negative che siano, sono valide e meritevoli di essere espresse. La chiave è cercare un equilibrio, prendersi cura di se stesse e chiedere aiuto quando necessario.

Mito 3: L’allattamento al seno viene naturale

Descrizione del mito: Sono tanti i falsi miti sull’allattamento, ma in particolare questo è un mito molto diffuso, secondo il quale l’allattamento al seno dovrebbe essere un’abilità innata sia per la madre che per il neonato, che dovrebbero “sapere” intuitivamente come farlo. Spesso viene diffusa l’idea che, poiché l’allattamento al seno è un atto biologico, dovrebbe essere un processo semplice e senza complicazioni.

Perché è falso: Nonostante l’allattamento al seno sia un processo naturale, non significa necessariamente che venga facile o naturalmente a tutte le donne o a tutti i neonati. Alcune madri possono incontrare difficoltà nel trovare una posizione confortevole per l’allattamento, oppure nel far attaccare correttamente il bambino al seno, problemi che possono causare dolore o ragadi al seno.

Allo stesso modo, alcuni neonati potrebbero avere difficoltà nel succhiare efficacemente o potrebbero dover affrontare problemi come il reflusso, che rendono l’allattamento al seno più difficile. Alcune donne, inoltre, potrebbero avere una produzione di latte insufficiente o eccessiva, o potrebbero dover affrontare problemi di salute che rendono l’allattamento al seno difficile o addirittura impossibile.

È importante sottolineare che l’allattamento al seno è una competenza che sia la madre che il bambino devono apprendere e che può richiedere tempo, pratica e, a volte, il supporto di un consulente professionale. Comprenderlo può aiutare a ridurre lo stress e le aspettative irrealistiche che molte neomamme possono avere riguardo all’allattamento al seno.

Infine, è essenziale ricordare che la scelta di allattare al seno o di utilizzare il latte artificiale appartiene alla madre. Entrambe le scelte sono valide e possono fornire al neonato l’alimentazione necessaria per crescere in modo sano.


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Mito 4: I bambini rovinano la tua vita sociale

Descrizione del mito: C’è una percezione comune che l’arrivo di un bambino comporti necessariamente la fine della vita sociale dei genitori. Secondo questo mito, l’impegno di cura e attenzione che un neonato richiede lascerà i genitori senza tempo per uscite sociali, hobbies, viaggi o addirittura per la cura di se stessi.

Perché è falso: Non c’è dubbio che l’arrivo di un bambino comporti cambiamenti significativi nella vita dei genitori e può richiedere un riadattamento delle routine quotidiane. Tuttavia, affermare che un bambino “rovina” la vita sociale è un’esagerazione.

È vero, le prime settimane o i primi mesi di vita di un neonato possono essere intensi e richiedere molta attenzione. Ma man mano che il bambino cresce, i genitori si adattano alla nuova vita e trovano il modo di bilanciare i bisogni del bambino con i loro.

Inoltre, diventare genitori può anche arricchire la vita sociale in modi inaspettati. Può aprire la porta a nuove amicizie con altri genitori, offrire opportunità di partecipare a gruppi o eventi dedicati ai bambini e alle famiglie, e può anche rafforzare le relazioni esistenti con amici e familiari.

Il trucco è trovare un equilibrio che funzioni per te e la tua famiglia. Questo può comportare il delegare alcune attività di cura del bambino ad altri membri della famiglia o ad amici di strettissima fiducia, oppure organizzare uscite o eventi sociali che includano anche il bambino. Ricorda che è importante anche per i genitori avere del tempo per se stessi e per le proprie attività preferite, per mantenere un buon equilibrio mentale e fisico.

Mito 5: Dovresti essere in grado di fare tutto da sola

Descrizione del mito: In molte culture, e la nostra non fa eccezione, esiste l’idea che una madre debba essere autosufficiente, pronta a gestire da sola ogni sfida che la maternità porta con sé. Questo mito sostiene che, dalla gestione dei pasti e delle pulizie di casa, alla cura del bambino e alle faccende domestiche, una madre dovrebbe essere in grado di fare tutto senza bisogno di aiuto.

Perché è falso: Questo mito è non solo irrealistico, ma può anche essere dannoso. Tentare di gestire tutto da soli può portare a stress e burnout, e può anche alimentare sentimenti di inadeguatezza se non si riesce a “fare tutto”. La realtà è che la maternità è un impegno enorme e continuo, e nessuno dovrebbe aspettarsi di gestire tutto da solo.

La maternità non è un viaggio da fare da soli. Ci vuole un villaggio per crescere un bambino, come dice il famoso proverbio africano. Questo significa che è importante avere una rete di supporto, che può includere il partner, i membri della famiglia, gli amici, o professionisti come i consulenti per l’allattamento o i pediatri, su cui poter contare. Qualche mamma avrà un villaggio più grande, qualche mamma più ridotto, ma è fondamentale avere un appoggio e qualcuno su cui fare affidamento.

Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un segno di forza. Riconoscere che si ha bisogno di sostegno e chiederlo può fare una grande differenza nella tua esperienza di maternità, fosse anche solo per fare un sonnellino di un’ora. Ricorda, non sei sola e non dovresti sentirti obbligata a fare tutto da sola.


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Mito 6: I bambini hanno bisogno di una routine rigida

Descrizione del mito: Esiste un’idea prevalente secondo cui i bambini prosperano meglio quando seguono una routine rigida e immutabile per il sonno, l’alimentazione e le attività di gioco. Alcuni credono che un programma preciso aiuti i bambini a sentirsi sicuri e a capire cosa aspettarsi durante la giornata.

Perché è falso: Sebbene una certa routine possa dare ai bambini una sensazione di sicurezza e prevedibilità, l’idea che una routine rigida sia necessaria per ogni attività di ogni bambino è un mito. Ogni bambino è un individuo con il proprio ritmo e bisogni unici, e ciò che funziona per un bambino potrebbe non funzionare per un altro.

Inoltre, un programma rigido può essere stressante per le famiglie e non tener conto delle inevitabili incertezze e imprevisti della vita quotidiana. Non bisognerebbe mai vivere nello stress, che il bambino percepisce istintivamente, solo per rispettare a tutti i costi una routine. La flessibilità è fondamentale quando si tratta di gestire le esigenze di un bambino. Invece di attenersi rigidamente a una routine, può essere più utile seguire il ritmo del bambino e adattare la routine in base alle sue esigenze specifiche.

Importante ricordare che ogni bambino è unico e che cosa potrebbe funzionare per uno, potrebbe non funzionare per un altro. La cosa più importante è capire e rispettare le esigenze individuali del tuo bambino.

Mito 7: Non dovresti lasciare che tuo figlio pianga

Descrizione del mito: Questo mito sostiene che lasciare un bambino piangere, anche per un breve periodo di tempo, possa causare danni emotivi o psicologici. Alcuni sostengono che i genitori dovrebbero intervenire immediatamente ogni volta che un bambino inizia a piangere.

Perché è falso: È normale e sano per i bambini piangere. Il pianto è uno dei pochi modi che un neonato ha per comunicare le sue esigenze ed è quindi importante ricordare che ogni pianto ha un motivo, può essere fame, sonno, noia, disagio o la necessità di conforto.

Certo, non è consigliabile lasciare un bambino a piangere ininterrottamente per lunghi periodi di tempo senza cercare di capire il motivo. Ma è anche vero che i genitori non devono sentire l’obbligo di fermare ogni pianto istantaneamente. Ci sono momenti in cui un bambino può piangere anche se le sue esigenze fondamentali sono soddisfatte (è alimentato, asciutto, al sicuro). In questi casi, permettere al bambino di piangere per un breve periodo può aiutarlo ad autoregolarsi e a gestire le sue emozioni.

È importante tenere presente che ciò non significa ignorare il pianto del bambino, ma piuttosto ascoltare e interpretare i segnali che il bambino sta inviando, e rispondere in modo appropriato alle sue esigenze individuali.

Mito 8: Il tuo corpo tornerà come prima dopo il parto

Descrizione del mito: Uno dei miti più comuni sulla maternità è che il corpo di una donna tornerà esattamente come era prima della gravidanza poco dopo il parto. Questo mito viene spesso alimentato da immagini di celebrità che sembrano tornare in forma quasi immediatamente dopo aver partorito.

Perché è falso: Ogni corpo è unico e risponde alla gravidanza e al parto in modi diversi. Alcune donne potrebbero vedere il loro corpo tornare rapidamente a come era prima della gravidanza, ma per molte altre, ci possono essere cambiamenti permanenti. Questi possono includere aumento di peso, smagliature, cicatrici da parto cesareo, cambiamenti nel seno dovuti all’allattamento e altre modifiche.

Inoltre, ciò non tiene conto dei cambiamenti ormonali e fisiologici che possono influire sul benessere emotivo e fisico di una donna dopo il parto. La “pancia del postpartum” è normale e può richiedere tempo per ridursi. Allo stesso modo, le madri possono sperimentare stanchezza, perdita di capelli, alterazioni dell’umore e altre condizioni legate alla salute post-partum.

Piuttosto che concentrarsi sul ritorno del corpo a come era prima, sarebbe più benefico concentrarsi sul prendersi cura del proprio corpo e ascoltare i suoi bisogni, così come nutrire e prendersi cura del nuovo arrivato. La maternità comporta un enorme cambiamento fisico ed emotivo, e può essere dannoso imporre aspettative irrealistiche sul “ritorno alla normalità”.

Mito 9: I bambini ti rendono meno produttiva sul lavoro

Descrizione del mito: Un altro mito comune riguarda l’idea che una volta diventate madri, le donne diventano meno produttive sul lavoro. Questa idea è alimentata dalla convinzione che le responsabilità legate alla cura dei bambini distraggano dal lavoro e riducano l’efficienza.

Perché è falso: Questo mito non tiene conto del fatto che le madri sono spesso incredibilmente abili nel gestire il tempo e nel multitasking. La maternità può effettivamente aiutare a sviluppare una serie di competenze trasferibili, come la pianificazione, l’organizzazione, la pazienza e la gestione delle priorità, che possono essere molto utili sul posto di lavoro.

Inoltre, molte madri riferiscono di essere più motivate a lavorare in modo efficace e produttivo dopo avere avuto dei figli, in quanto il lavoro diventa uno strumento per dare un esempio positivo e garantire la sicurezza finanziaria per i loro figli.

Infine, è importante notare che le madri possono essere altrettanto produttive quanto i loro colleghi se ricevono il giusto sostegno sul posto di lavoro, come un ambiente di lavoro flessibile, sostegno per l’allattamento e servizi di assistenza all’infanzia.

Certo, il ritorno al lavoro dopo la maternità e la necessità di trovare il giusto equilibrio tra il lavoro e la vita personale può essere una sfida per i genitori, ma con il supporto adeguato e l’organizzazione, le madri possono essere altrettanto produttive, se non di più, dei loro colleghi senza figli.

Mito 10: Dovresti sempre mettere i bisogni del tuo bambino prima dei tuoi

Descrizione del mito: Questo mito suggerisce che come madre, dovresti sempre mettere i bisogni del tuo bambino prima dei tuoi. L’idea di base è che la buona genitorialità richieda sacrificio e dedizione totale, a scapito della tua felicità, del tuo benessere e delle tue esigenze personali.

Perché è falso: Sebbene sia indubbio che la maternità richieda sacrifici e che l’attenzione ai bisogni del tuo bambino sia essenziale, è fondamentale anche prendersi cura di se stesse. Negare o ignorare i propri bisogni può portare a stress, esaurimento e persino depressione.

È importante capire che prendersi cura di se stessi non è un atto di egoismo, ma un aspetto fondamentale per essere un genitore efficace. Una madre che si prende del tempo per ricaricare le energie, che mantiene un equilibrio nella sua vita e che si prende cura della sua salute mentale e fisica, sarà in grado di prendersi cura del suo bambino in modo ancora più efficace e amorevole.

Inoltre, insegnare ai bambini l’importanza di prendersi cura di se stessi è una lezione preziosa che li aiuterà nel corso della loro vita. Pertanto, è fondamentale trovare un equilibrio tra il prendersi cura dei bisogni del bambino e il soddisfare i propri bisogni e desideri.

Conclusioni

Riconoscere questi dieci falsi miti sulla maternità non è solo una parte essenziale della comprensione della realtà dell’essere genitori, ma serve anche a sfidare le aspettative irrealistiche che possono spesso circondare la maternità. Non è raro che le madri si sentano sotto pressione a causa di queste idee preconfezionate su cosa significhi essere una “buona madre”.

Come detto a inizio articolo la maternità non è un’esperienza unica, e varia notevolmente da persona a persona. Non esiste una maniera giusta o sbagliata di essere madre, non ci stancheremo mai di ripeterlo, e le esperienze della maternità sono tanto diverse quanto lo sono le madri stesse. È importante riconoscere che ciascuna madre ha il suo personale stile di genitorialità, e che ciò che funziona per una famiglia potrebbe non funzionare per un’altra.

In questo articolo abbiamo sottolineato l’importanza di riconoscere e sfidare le idee preconcette sulla maternità. Sfidare questi falsi miti può non solo aiutare le madri a sentirsi meno giudicate, ma può anche creare una maggiore comprensione e compassione per le diverse esperienze della maternità.

In conclusione, è fondamentale continuare a sfidare questi falsi miti sulla maternità. Solo allora potremo creare un ambiente di supporto, comprensione e rispetto per tutte le madri, indipendentemente dalle loro scelte e dalle loro circostanze.