Mollusco contagioso: cos’è e come si cura Anche se non tra le più conosciute il mollusco contagioso è una malattia virale che colpisce soprattutto neonati e bambini. Scopriamo insieme cos'è, e come si cura.

Anche se il termine mollusco contagioso può sembrare poco familiare, si tratta in realtà di una condizione cutanea piuttosto diffusa nell’infanzia. Colpisce con maggiore frequenza i più piccoli, in particolare in età prescolare e scolare, quando il contatto ravvicinato con altri bambini è quotidiano e il sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo.

Riconoscerlo e sapere come comportarsi è importante non solo per gestire eventuali sintomi o fastidi, ma anche per prevenire la diffusione ad altri membri della famiglia o ai compagni di gioco.

In questa guida vi daremo spiegazioni chiare e aggiornate su cos’è il mollusco contagioso nei bambini, come si trasmette, quali sono i sintomi da riconoscere e le possibili opzioni di trattamento.

Che cos’è il mollusco contagioso nei bambini

Il mollusco contagioso è una infezione virale della pelle causata da un virus appartenente alla famiglia dei Poxvirus. Si manifesta con la comparsa di piccole protuberanze tonde, lisce e generalmente color carne o rosa, caratterizzate da una tipica fossetta centrale. Pur non essendo dolorose, queste lesioni possono risultare lievemente pruriginose o fastidiose, soprattutto nei bambini più piccoli che tendono a grattarsi.

Il mollusco contagioso nei bambini è particolarmente comune in età prescolare e scolare[ 1 ], ma può colpire anche adolescenti e adulti. La trasmissione avviene facilmente tramite contatto diretto pelle a pelle oppure attraverso oggetti o superfici contaminate, come asciugamani, giocattoli, attrezzature sportive o indumenti condivisi.

Si tratta di una condizione benigna, che nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente, ma che merita attenzione per ridurre il rischio di diffusione e prevenire complicazioni legate a grattamento o infezioni secondarie.

Cause e modalità di trasmissione del mollusco contagioso bambini

Il mollusco contagioso nei bambini è provocato dal Molluscum contagiosum virus (MCV), appartenente alla famiglia dei Poxvirus. Questo agente patogeno si replica esclusivamente nello strato superficiale della pelle e non si diffonde internamente all’organismo, ma è altamente contagioso.

La trasmissione può avvenire in diversi modi:

  • Contatto diretto pelle a pelle: la modalità più comune, soprattutto durante il gioco, attività sportive o momenti di condivisione tra coetanei.
  • Contatto indiretto: attraverso oggetti e superfici contaminate come asciugamani, lenzuola, giocattoli, spazzole per capelli o attrezzi da palestra.
  • Acqua condivisa: ambienti come piscine o vasche da bagno possono facilitare la diffusione, in particolare se le lesioni non sono coperte.

Il rischio di contrarre l’infezione è maggiore nei bambini con pelle sensibile o piccoli tagli/abrasioni, che rappresentano una porta d’ingresso per il virus. La frequenza in comunità scolastiche o sportive e la condivisione di oggetti personali aumentano ulteriormente la probabilità di contagio.

Sintomi e aree più colpite nei bambini

Nel mollusco contagioso nei bambini, il sintomo principale è la comparsa di piccole lesioni cutanee rotonde, lisce e leggermente rilevate. Queste protuberanze misurano in genere dai 2 ai 5 millimetri di diametro e presentano una caratteristica fossetta centrale, da cui talvolta può fuoriuscire un materiale biancastro e ceroso.

Le lesioni non provocano dolore, ma possono causare prurito o lieve irritazione. Nei bambini molto piccoli, il grattamento può favorire la diffusione ad altre zone del corpo e aumentare il rischio di sovrainfezione batterica.

Le aree più comunemente colpite sono:

  • viso, in particolare intorno alla bocca e agli occhi
  • tronco (petto, addome, schiena)
  • braccia e gambe
  • zona ascellare e pieghe cutanee
  • regione genitale, soprattutto nei bambini più grandi

Il numero di lesioni può variare da poche unità a decine, e la loro disposizione è spesso raggruppata. Con il tempo, possono diventare più rosse o infiammate: questo è un segnale che il sistema immunitario sta reagendo e che il processo di guarigione è in corso.

Come si diagnostica il mollusco contagioso nei bambini

La diagnosi di mollusco contagioso nei bambini è solitamente clinica, ovvero basata sull’osservazione diretta delle lesioni cutanee da parte del pediatra o del dermatologo. L’aspetto caratteristico delle protuberanze, con superficie liscia e fossetta centrale, è spesso sufficiente per distinguere questa condizione da altre malattie della pelle.

In alcuni casi, quando le lesioni presentano un aspetto atipico o si sospetta un’altra patologia, lo specialista può ricorrere a:

  • Dermatoscopia: esame non invasivo che, tramite un dispositivo ottico, permette di osservare la pelle in ingrandimento e confermare la tipicità delle lesioni.
  • Esame istologico: raramente necessario, comporta il prelievo di un piccolo campione di tessuto per analisi di laboratorio.

È importante evitare diagnosi “fai da te” basate solo su immagini trovate online: alcune malattie cutanee, come verruche o impetigine, possono avere un aspetto simile ma richiedere approcci terapeutici diversi.

Quali effetti ha il mollusco contagioso nei neonati e nei bambini

Nella maggior parte dei casi, il mollusco contagioso nei bambini è una condizione benigna che non comporta conseguenze gravi per la salute. Le lesioni cutanee non sono dolorose e tendono a rimanere confinate nella zona in cui compaiono inizialmente. Tuttavia, possono risultare fastidiose a causa del prurito o di un leggero senso di irritazione.

Nei bambini molto piccoli, che non hanno ancora sviluppato il pieno autocontrollo, il rischio principale è quello di grattarsi in modo ripetuto, con due possibili conseguenze:

  • Autoinoculazione: il virus si trasferisce ad altre zone del corpo, favorendo la comparsa di nuove lesioni.
  • Sovrainfezione batterica: il continuo grattamento può provocare piccole ferite, esponendo la pelle ai batteri e causando arrossamenti, gonfiori o pus.

Mollusco contagioso: quando sta guarendo?

Il decorso varia da bambino a bambino. In genere, le protuberanze si risolvono spontaneamente nell’arco di 6-12 mesi, ma in alcuni casi possono persistere anche per 18-24 mesi. I segnali che indicano un miglioramento includono:

  • riduzione graduale del numero e delle dimensioni delle lesioni
  • comparsa di arrossamento o lieve infiammazione intorno alla protuberanza, segno della risposta immunitaria
  • scomparsa progressiva della fossetta centrale

È importante monitorare periodicamente la pelle del bambino e segnalare al pediatra eventuali aumenti di numero o diffusione delle lesioni, così da valutare se sia necessario un intervento per accelerare la guarigione o prevenire complicazioni.

Mollusco contagioso: cure e trattamenti

Come si può curare il mollusco contagioso nei bambini?

Attualmente non esiste un trattamento universalmente riconosciuto come definitivo. In molti casi, le lesioni guariscono spontaneamente grazie alla risposta del sistema immunitario, senza lasciare cicatrici. Uno studio condotto negli Stati Uniti tra il 2008 e il 2011[ 2 ] ha evidenziato che, a distanza di 12 e 18 mesi, la percentuale di bambini guariti era simile sia tra chi aveva ricevuto una terapia specifica, sia tra chi non era stato trattato.

Ogni situazione va però valutata singolarmente dal pediatra o dal dermatologo, considerando fattori come il numero di lesioni, la loro localizzazione e l’eventuale presenza di prurito intenso o sovrainfezioni.

Tra le opzioni di trattamento possibili:

  • Crioterapia: congelamento delle lesioni con azoto liquido, indicato per pochi elementi isolati.
  • Creme o unguenti medicati: prodotti a base di sostanze come imiquimod o acido salicilico, che stimolano la risposta immunitaria o favoriscono la rimozione della lesione.
  • Curettage: rimozione meccanica delle protuberanze con uno strumento chirurgico, eseguita in ambito medico.
  • Trattamenti topici lenitivi: utili per ridurre prurito e fastidio, specialmente nei bambini piccoli.

In generale, si preferisce evitare procedure invasive nei bambini molto piccoli, privilegiando un approccio di osservazione e monitoraggio. Il trattamento può essere raccomandato se:

  • le lesioni causano fastidio o disagio estetico significativo
  • si diffondono rapidamente
  • sono localizzate in zone soggette a sfregamento o grattamento

Mollusco contagioso bambini e frequenza a scuola/asilo

Uno dei dubbi più comuni tra i genitori riguarda la possibilità di continuare a portare il bambino a scuola o all’asilo in presenza di mollusco contagioso. Nella maggior parte dei casi, questa infezione cutanea non richiede l’esclusione dalla frequenza scolastica, poiché non comporta gravi rischi per la salute e non influisce sul benessere generale del bambino.

Tuttavia, è fondamentale adottare alcune precauzioni per limitare la diffusione del virus:

  • Copertura delle lesioni con cerotti o abbigliamento, soprattutto durante le attività di gruppo o il gioco a contatto.
  • Evitare la condivisione di asciugamani, bottigliette, giocattoli e altri oggetti personali.
  • Igiene delle mani frequente, in particolare dopo il contatto con la pelle o gli indumenti del bambino.

In ambienti come piscine scolastiche o corsi sportivi, può essere utile sospendere temporaneamente la partecipazione finché le lesioni non sono guarite o adeguatamente protette. È consigliabile informare gli insegnanti o gli educatori, così da poter mettere in atto semplici misure preventive senza allarmismi.

Prevenzione e buone pratiche in casa

Prevenire il mollusco contagioso nei bambini significa ridurre il rischio di contagio all’interno della famiglia e in ambienti condivisi. Sebbene non sia sempre possibile evitarlo del tutto, alcune semplici abitudini possono fare la differenza.

Ecco le principali buone pratiche da adottare:

  • Igiene delle mani: insegnare al bambino a lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo il gioco o l’attività sportiva.
  • Evitare il grattamento: tenere le unghie corte e, se necessario, coprire le lesioni per ridurre il rischio di autoinoculazione.
  • Uso esclusivo di oggetti personali: asciugamani, lenzuola, indumenti, spazzole e giocattoli non devono essere condivisi con altri bambini.
  • Protezione in acqua: nelle piscine pubbliche o durante il bagno in vasca con fratelli/sorelle, coprire le lesioni con cerotti impermeabili.
  • Lavaggio frequente di tessuti e superfici: biancheria e asciugamani vanno lavati regolarmente ad alte temperature, mentre superfici e giochi devono essere puliti e disinfettati.

Queste misure non solo limitano la diffusione del virus, ma aiutano anche a mantenere un ambiente domestico più sicuro e sano per tutti i membri della famiglia.

Conclusioni

Il mollusco contagioso nei bambini è un’infezione cutanea virale frequente, generalmente innocua e autolimitante, che tende a risolversi spontaneamente nella maggior parte dei casi. Non esiste al momento una cura universalmente riconosciuta, ma il monitoraggio attento e alcune semplici precauzioni possono aiutare a gestire la situazione e prevenire la diffusione del virus.

In caso di sospetto mollusco contagioso, il primo passo è consultare il pediatra per ottenere una conferma della diagnosi e valutare se sia necessario intervenire con trattamenti mirati o se sia preferibile attendere il decorso naturale.

Per alleviare eventuali sintomi e proteggere la pelle del bambino, possono essere utili:

  • lavarsi accuratamente le mani dopo aver toccato le lesioni
  • evitare che il bambino gratti o tocchi le protuberanze
  • coprire le aree interessate per ridurre il rischio di contagio
  • applicare creme o unguenti lenitivi per attenuare prurito e irritazione

Queste azioni non risolvono l’infezione, ma offrono sollievo e contribuiscono a evitare complicazioni.
Il segnale di guarigione più comune è la riduzione progressiva delle lesioni, seguita dalla loro completa scomparsa. Se invece le protuberanze aumentano di numero, cambiano aspetto o si diffondono rapidamente, è opportuno rivalutare il caso con il medico per definire il percorso più adatto.

FAQ sul mollusco contagioso nei bambini

Il mollusco contagioso nei bambini è pericoloso?

No, nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione benigna che guarisce spontaneamente. Può però causare fastidio, prurito e, se non gestito correttamente, diffondersi ad altre aree della pelle o ad altri bambini.

Quanto dura il mollusco contagioso nei bambini?

La durata è variabile: in media le lesioni scompaiono entro 6-12 mesi, ma in alcuni casi possono persistere fino a 18-24 mesi.

Il mollusco contagioso lascia cicatrici?

Di solito no, a meno che le lesioni non vengano grattate o rimosse in modo traumatico. Un’eventuale sovrainfezione batterica può aumentare il rischio di segni permanenti.

Il bambino può andare a scuola o all’asilo?

Sì, salvo diversa indicazione del medico. È importante coprire le lesioni e seguire buone norme igieniche per ridurre il rischio di contagio.

Si può prevenire il mollusco contagioso?

Non sempre, ma si può ridurre il rischio evitando la condivisione di oggetti personali, mantenendo una buona igiene delle mani e coprendo le lesioni già presenti.

Esiste un vaccino per il mollusco contagioso?

Al momento non esiste un vaccino specifico contro il virus responsabile del mollusco contagioso.

NOTE


1. PubMed.gov, Clinical, Histopathological, and Virological Evaluation of 203 Patients With a Clinical Diagnosis of Molluscum Contagiosum

2. Wiley.com, Molluscum Contagiosum: To Treat or Not to Treat? Experience with 170 Children in an Outpatient Clinic Setting in the Northeastern United States