Ambliopia bambini, cosa fare in caso di occhio pigro? Quando un bambino non usa allo stesso modo entrambi gli occhi si parla di amblioplia, ma è più facile che abbiate sentito il termine “occhio pigro”. Di cosa si tratta e come intervenire?

Ambliopia, cosa fare in caso di occhio pigro?

Siamo abituati a chiamarlo semplicemente “occhio pigro”, ma il termine medico corretto è ambliopia. Si tratta di una condizione piuttosto diffusa in età pediatrica, nella quale un bambino utilizza un occhio molto più dell’altro, con conseguente riduzione della capacità visiva nell’occhio meno stimolato. Spesso non è facile accorgersene subito, perché il piccolo riesce comunque a vedere bene grazie all’occhio “forte”, ma senza una diagnosi tempestiva il rischio è che il difetto diventi permanente con la crescita.

Proprio per questo noi di BlaBlaMamma vogliamo accompagnarvi in un approfondimento chiaro e completo: dalle cause più comuni ai sintomi da osservare, fino ai possibili trattamenti e alle strategie di prevenzione che permettono di intervenire in tempo e tutelare la salute visiva dei bambini.

Cos’è l’ambliopia

Si parla di ambliopia bambini, conosciuta comunemente come occhio pigro bambini, quando un bambino utilizza un occhio molto più dell’altro. Questa condizione porta a una riduzione della capacità visiva dell’occhio meno usato, con gravità variabile: in alcuni casi lieve, in altri più marcata, e solo raramente interessa entrambi gli occhi.

Alla base del problema non vi è un difetto strutturale dell’occhio, che di solito è integro dal punto di vista anatomico, bensì un’alterazione nel modo in cui il segnale visivo viene trasmesso e interpretato dal cervello. Quest’ultimo, infatti, tende a “privilegiare” l’occhio che invia informazioni più nitide, trascurando quello che fatica di più.

Il risultato è una stimolazione sensoriale incompleta dell’apparato visivo, che se non trattata precocemente può influenzare in modo permanente lo sviluppo della vista.[ 1 ]

Quali sono le sue cause?

L’ambliopia, nella maggior parte dei casi, è monolaterale, cioè interessa un solo occhio. Le cause principali sono legate a condizioni che impediscono allo stimolo luminoso di raggiungere correttamente la retina o che creano una disparità significativa tra i due occhi.

Tra le cause più frequenti troviamo i difetti refrattivi, come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo. Se non corretti precocemente, questi difetti costringono il cervello a fare una scelta, utilizzando l’occhio che vede meglio e trascurando l’altro.

Un’altra causa frequente è lo strabismo, quando gli occhi non sono perfettamente allineati e non guardano lo stesso punto. Per evitare la visione doppia, il cervello “spegne” l’occhio deviato, generando ambliopia.

Nei bambini può comparire anche l’anisometropia, cioè una notevole differenza di refrazione tra i due occhi: uno mette a fuoco correttamente, mentre l’altro no. Col tempo, il cervello privilegia solo le immagini nitide provenienti dall’occhio migliore.

In rari casi, la causa è legata a patologie oculari congenite o acquisite, come la cataratta pediatrica, che riduce la trasparenza del cristallino, o la presenza di masse che ostruiscono l’asse visivo, come può accadere con un emangioma infantile.

In tutte queste situazioni il meccanismo è simile: il cervello tende a privilegiare l’occhio “forte”, mentre i segnali provenienti dall’occhio più debole vengono progressivamente ignorati, fino a determinare la riduzione permanente della visione se non si interviene per tempo.[ 1 ]

Ambliopia, cosa fare in caso di occhio pigro2

Occhio pigro: sintomi da riconoscere

Riconoscere l’ambliopia nei bambini molto piccoli non è semplice, perché spesso non manifestano sintomi evidenti. Il segnale più chiaro è la presenza di strabismo, ma nella maggior parte dei casi il problema è più subdolo: il bambino riesce a vedere bene con l’occhio “forte” e quindi non si lamenta, mentre l’occhio “debole” viene progressivamente trascurato.

Ecco alcuni segnali che possono destare attenzione nei genitori:

  • il piccolo inclina spesso la testa o chiude un occhio quando guarda un oggetto;
  • si avvicina molto a libri, giochi o schermi;
  • ha difficoltà a percepire la profondità o a coordinarsi nei giochi di movimento;
  • mostra scarso interesse per attività che richiedono attenzione visiva prolungata.

Poiché l’ambliopia si corregge efficacemente solo se trattata entro i primi 5 o 6 anni di vita, è fondamentale non aspettare i sintomi più marcati. Per questo motivo gli specialisti consigliano una visita oculistica preventiva già tra i 3 e i 4 anni, anche se non sembrano esserci problemi apparenti.[ 1 ]

Occhio pigro bambini, come intervenire?

Non appena si scopre che un bambino utilizza un occhio meno dell’altro è fondamentale agire tempestivamente: senza trattamento, il difetto rischia di diventare permanente già intorno agli 8-9 anni, quando lo sviluppo visivo si consolida.

Per trattare l’ambliopia è necessario prima comprenderne la causa. Nei casi di cataratta congenita o strabismo marcato, lo specialista può indicare un intervento chirurgico. Se invece la causa è legata a difetti refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo o anisometropia), la prima soluzione è la correzione con occhiali o lenti a contatto.

Il trattamento più diffuso, soprattutto nei bambini piccoli, è la cosiddetta terapia dell’occlusione: consiste nel coprire l’occhio sano con una benda adesiva o con appositi filtri, così da stimolare l’occhio “pigro” a lavorare di più. Questo percorso può durare mesi o, in alcuni casi, anni, e richiede costanza e controlli periodici per adattare la terapia all’evoluzione del bambino.

Accanto a questi metodi tradizionali, negli ultimi anni si stanno diffondendo anche terapie ortottiche e programmi di riabilitazione visiva, che includono esercizi mirati e giochi interattivi capaci di stimolare l’occhio debole in modo più coinvolgente per i piccoli pazienti.[ 2 ]

Ambliopia, cosa fare in caso di occhio pigro3

Si può prevenire?

La strategia più efficace contro l’ambliopia bambino è arrivare a una diagnosi precoce. Più il problema viene individuato in anticipo, maggiori sono le probabilità di correggerlo con successo.

Gli esperti consigliano di sottoporre i bambini a visite di screening già a partire dai sei mesi di vita e a controlli periodici nei primi anni, quando lo sviluppo visivo è in piena fase di crescita. Queste visite sono fondamentali anche se non ci sono segnali evidenti: in moltissimi casi, infatti, il bambino sembra vedere bene perché l’occhio “forte” compensa, rendendo l’alterazione quasi invisibile ai genitori.

Un controllo regolare da parte del pediatra oculista permette non solo di diagnosticare l’ambliopia, ma anche di identificare tempestivamente altri difetti visivi che, se trattati subito, riducono il rischio che l’occhio pigro si sviluppi o peggiori con il tempo.

Conclusioni

L’ambliopia, conosciuta come “occhio pigro”, è una condizione più comune di quanto si pensi, ma può essere corretta con ottimi risultati se diagnosticata e trattata nei primi anni di vita. Difetti visivi come miopia, ipermetropia, astigmatismo o problemi come strabismo e cataratta pediatrica possono essere alla base del disturbo, ma grazie a visite di screening e controlli regolari è possibile intervenire in tempo.

Il messaggio più importante per i genitori è semplice: non aspettare che compaiano sintomi evidenti, perché spesso i bambini non si accorgono di avere un occhio che “lavora” meno. La prevenzione passa da controlli oculistici mirati e da una collaborazione costante con specialisti in oftalmologia pediatrica.

Prendersi cura fin da subito della salute visiva significa garantire al bambino la possibilità di crescere con una visione equilibrata e senza limitazioni future.

Domande frequenti sull’ambliopia bambini

Da che età si può diagnosticare l’ambliopia?

Già nei primi mesi di vita, attraverso visite di screening, un oculista pediatrico può individuare segnali di ambliopia o di altri difetti visivi. In generale, la diagnosi diventa più precisa intorno ai 3-4 anni.

L’ambliopia può guarire da sola?

No, l’occhio pigro non si corregge spontaneamente. Senza trattamento, la ridotta capacità visiva tende a diventare permanente con la crescita del bambino.

Quanto dura la terapia con la benda o con i filtri?

La durata varia in base alla gravità del difetto e alla risposta del bambino. Può durare da alcuni mesi a diversi anni e richiede controlli periodici per adattare il percorso.

Se un genitore ha avuto ambliopia, il bambino è più a rischio?

Sì, esiste una componente familiare: se in famiglia sono presenti casi di ambliopia, difetti visivi o strabismo, è consigliabile sottoporre il bambino a visite oculistiche ancora più precoci e regolari.

NOTE


1. Humanitas, Amblioplia (occhio pigro)
2. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Amblioplia, occhio pigro