Forse non avete mai sentito parlare di phubbing, ma sicuramente avete tutti presente quell’amico o quel famigliare che mentre gli parlate controlla le notifiche del suo smartphone senza prestarvi attenzione. Ma cosa succede quando i genitori ignorano i propri bambini per lo smartphone? Noi di BlaBlaMamma vogliamo aiutarvi a fare un po’ di chiarezza su questo preoccupante comportamento.
- La definizione di phubbing
- Il phubbing nelle relazioni tra genitori e figli
- Gli effetti del phubbing
- I comportamenti tipici del phubber
- Phubbing, cosa fare?
La definizione di phubbing
Il termine phubbing forse si farà presto strada nel nostro lessico. Deriva dalla fusione delle parole inglesi “phone” (telefono) e “snubbing”, cioè snobbare. Questa parola è utilizzata anche dai ricercatori dell’Università Bicocca di Milano e individua un nuovo risvolto del trascorrere troppo tempo davanti allo schermo del cellulare, cioè ignorare le persone che ci stanno intorno per dedicare tutta l’attenzione allo smartphone. Questo fenomeno si riscontra nei rapporti tra genitori e figli, ma anche nell’ambito della coppia e in quello lavorativo, come in ogni tipo di rapporto interpersonale.
Il phubbing nelle relazioni tra genitori e figli
Finora ci si è quasi sempre chiesti quanto tempo potessero trascorrere i nostri figli davanti alla tv, al computer o allo smartphone, ma cosa succede quando sono i genitori ad abusare della tecnologia? Su questo aspetto si sono concentrati i ricercatori dell’Università Bicocca di Milano, che hanno pubblicato uno studio dal titolo “Mom, Dad, Look at me – The development of the Parental Phubbing Scale”[ 1 ], che indaga proprio sull’interferenza dello smartphone nel rapporto tra genitori e figli. Purtroppo quello dei genitori che tendono ad ignorare i figli per concentrarsi su quello che succede nello schermo del cellulare è un fenomeno sempre più diffuso che ha ricadute sul benessere dei bambini e di tutta la famiglia.
Gli effetti del phubbing
In generale, il phubbing è stato definito come un modo di escludere alcune persone dalla propria vita a favore di un oggetto ormai profondamente radicato nella nostra quotidianità: lo smartphone. Come è facile immaginare, questo atteggiamento in un ambito famigliare può minare profondamente il benessere di bambini e ragazzi. I ricercatori italiani si sono concentrati sulle sensazioni di circa 3.000 ragazzi tra i 15 e i 16 anni: quelli con i genitori più “dipendenti” dal proprio smartphone hanno rivelato di essersi spesso sentiti ignorati ed esclusi, con la conseguenza di sentirsi meno coinvolti nella vita famigliare.
In questo modo non solo è molto più difficile instaurare un buon rapporto tra genitori e figli, ma a lungo andare essere vittime di phubbing può portare a soffrire di disturbi come ansia e depressione.
I comportamenti tipici del phubber
Il phubber, cioè la persona che pratica il phubbing dedicando tutta la propria attenzione allo smartphone, in genere mette in atto una serie di comportamenti tipici molto riconoscibili. Tra questi troviamo, ad esempio:
- avere sempre il telefono a portata di mano;
- controllare continuamente il telefono anche se non sta suonando o vibrando;
- interagire con un’altra persona senza alzare lo sguardo dallo schermo del telefono;
- aprire ogni notifica anche se si sta parlando con una persona;
- utilizzare la pause nella conversazione per guardare il cellulare;
- comunicare mostrando all’interlocutore video, foto e chat;
- negare questi comportamenti.
Phubbing, cosa fare?
Vi siete riconosciuti in questo quadro? Non è troppo tardi per correre ai ripari! Ci sono alcuni semplici consigli per tornare a dedicare alle persone che vi stanno intorno tutta l’attenzione che meritano. Prendere atto di avere un problema e volerlo risolvere è già un primo, importante passo verso la sua risoluzione; se sentite il bisogno di un supporto potete rivolgervi ad un professionista che vi dia una mano. Alcuni consigli che potete provare a mettere in pratica sono:
- cercare di tenere il cellulare in borsa o in tasca, non sempre in mano;
- stabilite dei momenti in famiglia in cui il cellulare dovrà rimanere spento (salvo, ovviamente, situazioni di emergenza);
- sapevate che esistono delle app “detox”? Scaricatele: vi aiuteranno a rendervi conto di quanto tempo passate attaccati allo smartphone e vi aiuteranno a bloccare notifiche o ad impostare timer per accompagnarvi verso un uso più corretto del telefono;
- cercate di vivere nel presente, senza perdere occasioni preziose di condividere momenti e situazioni con le persone che sono con voi, soprattutto se sono i vostri figli.
Conoscevate già questo fenomeno? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere sui nostri canali social!
NOTE
1. Sage Journals, Mom, dad, look at me: The development of the Parental Phubbing Scale