Il pediatra ha detto che il piccolo presenta i piedi piatti? Prima di allarmarsi, è importante sapere che nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione fisiologica, tipica dei primi anni di vita e destinata a migliorare con la crescita. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegare in modo chiaro cosa significa avere i piedi piatti nei bambini, fino a che età possono essere considerati normali, quali eventuali problemi possono comparire nel tempo e quali sono i metodi più efficaci per monitorare e, se necessario, correggere la conformazione del piede.
- I piedi piatti nei primi anni di vita
- In cosa consiste il piede piatto?
- Come accorgersi del piede piatto?
- Quando preoccuparsi?
- Come correggere il piede piatto?
I piedi piatti nei primi anni di vita
I piedi piatti bambini sono una condizione fisiologica nei primi anni di vita, quindi del tutto normale e comune. In questa fase, l’arco della pianta del piede è ancora poco sviluppato o addirittura assente, ma ciò non compromette i movimenti, non limita la deambulazione e non provoca dolore. La struttura del piede del bambino è infatti molto diversa da quella dell’adulto: le ossa sono più morbide e flessibili, le articolazioni ancora elastiche e la muscolatura in fase di sviluppo.
Un altro elemento che contribuisce all’assenza dell’arco plantare nei più piccoli è il cuscinetto adiposo plantare, una sorta di “imbottitura” naturale presente anche lungo il bordo interno del piede, che tende a mascherare la curvatura fino a quando non viene riassorbito.
Fino ai due anni circa, praticamente tutti i bambini presentano i piedi piatti. Con la crescita e l’aumento dell’attività motoria, la volta plantare inizia a formarsi gradualmente: intorno ai tre anni circa il 50% dei bambini mostra ancora un arco poco evidente, a sei anni la percentuale scende al 25% e verso i dieci anni sono davvero pochi i bambini che presentano ancora questa conformazione.
In questa fase della crescita, il piede piatto viene definito fisiologico e non richiede interventi specifici, se non il monitoraggio periodico da parte del pediatra e una buona dose di movimento quotidiano per stimolare muscoli e articolazioni.
In cosa consiste il piede piatto?
Cosa significa esattamente avere i piedi piatti? Con il termine piede piatto si indica l’appiattimento della volta plantare, cioè della curvatura interna del piede che, in condizioni normali, non entra in contatto con il terreno.
In un piede normale, l’appoggio al suolo avviene in tre punti: la parte anteriore (avampiede), la parte laterale e la zona posteriore (tallone). La parte interna, invece, presenta un arco naturale che funge da ammortizzatore e da elemento di stabilità durante la camminata.
Nel piede piatto, tutta la superficie plantare tocca, o quasi, il suolo. Questa caratteristica può essere flessibile, ovvero l’arco plantare si evidenzia quando il bambino si mette in punta di piedi, oppure rigida, quando l’arco è assente in ogni situazione (caso più raro e spesso legato a una condizione patologica).
Un modo semplice per fare una prima osservazione? Guardare le impronte lasciate dal bambino sulla sabbia o su una superficie bagnata: se manca lo spazio vuoto nella parte interna del piede, l’arco plantare potrebbe essere poco sviluppato. Un altro segnale è la posizione del calcagno quando il bimbo è in piedi, scalzo e visto di spalle: se tende a inclinarsi verso l’interno (valgismo del retropiede), potrebbe esserci un appiattimento dell’arco.
Come accorgersi del piede piatto?
Per capire se un bambino ha il piede piatto è utile osservarlo attentamente durante i movimenti quotidiani. Un primo passo è guardarlo mentre cammina a piedi nudi, valutando l’appoggio al suolo, oppure analizzare l’usura della suola delle sue scarpe: un consumo accentuato nella parte interna può essere un segnale di appiattimento dell’arco plantare.
Oltre all’osservazione visiva, è importante notare eventuali lamentele di dolori ai piedi, alle caviglie o ai polpacci, soprattutto dopo attività fisica o camminate prolungate. In alcuni casi, il bambino può manifestare stanchezza precoce o preferire giochi meno dinamici per evitare fastidi.
Per ottenere una diagnosi certa, è necessario rivolgersi al pediatra, che esaminerà il bambino sia in posizione eretta sia in movimento, valutando la forma dell’arco plantare, l’allineamento del calcagno rispetto alla gamba e la mobilità delle articolazioni.
Nei più piccoli, la presenza del piede piatto è di norma fisiologica e legata a fattori come ossa e legamenti ancora molto flessibili, muscoli in fase di sviluppo e un cuscinetto adiposo plantare che maschera temporaneamente la curvatura interna del piede.
Un test semplice che il pediatra può eseguire è chiedere al bambino di mettersi in punta di piedi: se in questa posizione l’arco plantare si delinea chiaramente, si tratta quasi sempre di un piede piatto flessibile, tipico dell’età infantile e privo di conseguenze a lungo termine.
Quando preoccuparsi?
Se dopo i 6-7 anni il bambino continua a presentare i piedi piatti, è consigliabile chiedere un parere al pediatra, che potrà valutare se sia opportuno un approfondimento con un ortopedico pediatrico. Questo non significa automaticamente che ci sia un problema serio, ma serve a escludere eventuali forme di piede piatto che non rientrano nella normalità dello sviluppo.
Il piede piatto non va trascurato, poiché in alcuni casi può predisporre a disturbi posturali o dolori durante l’adolescenza e l’età adulta. Tuttavia, non sempre è sinonimo di patologia: se non causa dolore, affaticamento o limitazioni nei movimenti, potrebbe avere un impatto esclusivamente estetico e non richiedere trattamenti invasivi.
Ci sono però situazioni che meritano attenzione e una valutazione specialistica:
- dolore frequente o persistente a piedi, caviglie o gambe;
- rigidità articolare del piede, con arco plantare assente anche in punta di piedi;
- peggioramento visibile della postura o della camminata;
- difficoltà nello svolgere attività fisica o giochi abituali;
- gonfiore o infiammazione ricorrente nella zona del piede.
In rari casi, il piede piatto può diventare doloroso o rigido (piede piatto rigido), condizione che richiede un intervento mirato. In queste situazioni, lo specialista potrà proporre un piano personalizzato che può includere fisioterapia, plantari su misura o, nei casi più complessi, una correzione chirurgica.
Come correggere il piede piatto?
Il piede piatto dei bambini, anche quando rientra nella normalità dello sviluppo, va comunque monitorato dal pediatra per seguire l’evoluzione e, se necessario, impostare strategie di intervento che possono andare da semplici esercizi di rinforzo muscolare fino alla fisioterapia o, nei casi più gravi, all’intervento chirurgico.
Per tutte le età, la misura più efficace per stimolare lo sviluppo dell’arco plantare è l’attività fisica regolare. Un’adeguata tonicità muscolare garantisce un sostegno ottimale alla volta plantare e migliora la postura generale del bambino.
Esercizi utili per rinforzare il piede
Si possono proporre, senza eccessi, semplici esercizi che rendano il movimento divertente:
- Camminare sulle punte per rinforzare la muscolatura del piede e del polpaccio;
- Camminare sui talloni per migliorare equilibrio e coordinazione;
- Camminare sul bordo esterno del piede per stimolare l’arco plantare;
- Raccogliere piccoli oggetti con le dita dei piedi per aumentare la mobilità e la forza;
- Camminare a piedi nudi su superfici irregolari (sabbia, erba, tappeti sensoriali) per stimolare naturalmente muscoli e legamenti.
Il ruolo delle calzature
Le scarpe per piedi piatti bambini dovrebbero essere flessibili, leggere e con una suola morbida, in modo da permettere al piede di muoversi liberamente e sviluppare la muscolatura. L’uso di scarpe troppo rigide o con arco plantare interno marcato nei più piccoli può ostacolare il naturale sviluppo del piede.
Plantari e supporti ortopedici
Nei bambini molto piccoli con piede piatto flessibile e senza dolore, plantari e scarpe ortopediche non sono necessari: basta monitorare e favorire il movimento. Per i bambini più grandi, quando l’arco plantare non si sviluppa o compaiono sintomi, lo specialista può prescrivere plantari correttivi personalizzati, utili a sostenere la volta plantare e a riallineare il calcagno.
Quando si valuta la chirurgia
Nei casi più gravi o quando il piede piatto è doloroso e rigido, si può considerare un intervento chirurgico. La procedura più comune consiste nell’inserimento di una vite tra calcagno e astragalo per correggere l’allineamento e favorire una postura più corretta. Si tratta di un’operazione relativamente semplice, ma sempre da valutare attentamente con lo specialista.
Speriamo che queste informazioni abbiano aiutato a fare chiarezza sull’argomento. Nella maggior parte dei casi i piedi piatti nei bambini fanno parte di un normale percorso di crescita e non rappresentano un problema. Monitorare lo sviluppo, incoraggiare il movimento e confrontarsi regolarmente con il pediatra sono i passi migliori per garantire al bambino un appoggio sano e una postura equilibrata nel tempo.