Maria Montessori, scopriamo chi era e cosa sapere sul suo metodo educativo Tutti noi abbiamo sentito parlare di Maria Montessori e del suo metodo educativo, ma quanto sappiamo della sua vita? Scopriamo insieme chi era e come è nato il metodo che porta il suo nome!

Maria Montessori, scopriamo chi era e cosa sapere sul suo metodo educativo

Non c’è genitore o educatore che non abbia mai sentito parlare di Maria Montessori, ma in realtà il suo volto è noto a molti, moltissimi italiani perché era stampato sulle banconote da mille lire. Questa donna straordinaria fu educatrice, pedagogista, neuropsichiatra infantile, medico, scienziata e filosofa: fu una delle prime donne a laurearsi in medicina in Italia e il suo nome è indissolubilmente legato al suo metodo educativo, che ancora oggi è adottato in migliaia di scuole in Italia e nel mondo. Noi di BlaBlaMamma vogliamo ripercorrere la vita di Maria Montessori e i principi del metodo educativo da lei ideato.

Chi era Maria Montessori?

Maria Montessori nacque il 31 agosto 1870 a Chiaravalle, a pochi chilometri da Ancora, in una famiglia colta; in particolare il suo riferimento culturale fu lo zio Antonio Stoppani, abate naturalista e scrittore. Maria si dimostrò da subito una bambina intelligente, con una particolare predisposizione per la matematica e le scienze. Fu proprio seguendo questa inclinazione che, superando molti ostacoli, riuscì ad iscriversi alla facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma. Fu una delle prime donne in Italia a laurearsi in Medicina: raggiunse questo traguardo nel 1896 con una tesi sperimentale in neuropsichiatra. Quello, però, fu solo il punto di partenza: Maria Montessori continuò a formarsi e a studiare, vinse premi e borse di studio e cominciò a lavorare con Giuseppe Ferruccio Montesano, tra i fondatori della neuropsichiatra infantile italiana. Insieme i due lavorarono al recupero di bambini con problemi psichici presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma. La relazione tra i due non fu solo professionale ma anche personale: quello che non tutti sanno è che Maria a 28 anni, nel 1898, ebbe un figlio, che però crebbe lontano da lei fino ai 14 anni, età in cui Maria Montessori lo riprese con sé facendosi passare per sua zia.

Le origini del lavoro con i bambini

L’interesse per i bambini e il loro mondo è sempre stato presente e radicato in Maria Montessori, che cominciò a lavorare in prima battuta con bambini nevrastenici, provando a ipotizzare che il problema non si fondasse su fattori medici, ma pedagogici. Dopo i primi risultati con i bambini che all’epoca venivano definiti “anormali”, che grazie al suo metodo furono in grado di superare l’esame pubblico scolastico, Maria diventò direttrice della Scuola Magistrale Ortofrenica, quello che prima era il manicomio dei bambini, e lì ebbe l’opportunità di affinare il suo lavoro.

Maria Montessori, scopriamo chi era e cosa sapere sul suo metodo educativo

L’avventura della Casa dei Bambini

Nel 1907 l’educatrice cominciò a mettere in pratica i suoi metodi anche sui bambini “normali”. È così che nasce la sua prima Casa dei Bambini (e le scuole di ispirazione montessoriana ancora oggi vengono chiamate così), situato all’interno di un centro di cure diurne di Roma dedicato ai figli degli operai. I bambini dai due ai cinque anni rimanevano lì mentre i genitori lavoravano, quindi dalla mattina alla sera. Maria ebbe così ampio spazio di mettere alla prova il suo metodo, basato sul rendere autonomi i bambini, ottenendo risultati sorprendenti: i piccoli miglioravano a vista d’occhio grazie a “semplici” esercizi di manipolazione e di concentrazione e ad esercizi basati sulla vita quotidiana, come vestirsi, prendersi cura della scuola e del giardino, aiutare la maestra nelle sue incombenze. I bambini non imparavano solo ad essere autonomi, a prendersi cura di sé e degli altri e a scrivere, leggere e contare, ma anche ad essere sicuri di sé e fiduciosi nelle proprie capacità questi risultati vennero acclamati in tutto il mondo scientifico e così vennero aperte altre Case dei Bambini.

Gli anni del fascismo

Le idee rivoluzionarie di Maria Montessori la fecero entrare in conflitto con Mussolini; la conseguenza fu un periodo di declino per il suo metodo, dovuto all’ordine di chiudere tutte le scuole Montessori in Italia. Hitler adottò lo stesso provvedimento anche in Austria e in Germania. Nel 1934 Maria decise di lasciare l’Italia; allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si ritrovò in India insieme al figlio e vennero entrambi imprigionati dagli inglesi. Riuscì a tornare in Italia nel 1947, per poi trasferirsi nei Paesi Bassi. La scuole Montessori riaprirono in tutto il mondo e lei fu nominata tre volte per il Premio Nobel, ma senza mai vincerlo. Morì nel 1952 in Olanda.

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I principi del Metodo Montessori

Il metodo Montessori è davvero ampio e complesso e pervade ogni aspetto della crescita, dello sviluppo e dell’educazione dei bambini dalla nascita in poi. Tentare di riassumerlo in poche righe è impossibile, tuttavia possiamo rifarci alle parole della sua stessa ideatrice per averne un’idea. È proprio Maria Montessori in uno dei suoi libri ad affermare: “il piccolo rivela se stesso solo quanto è lasciato libero di esprimersi , non quando viene coartato da qualche schema educativo o da una disciplina puramente esteriore”. Il bambino, secondo quello che viene chiamato anche “il metodo per educare bambini felici”, è infatti in grado di auto educarsi, diventando sempre più abile e autonomo: il compito dell’adulto è semplicemente quello di guidarlo in questo percorso.

I principi base del metodo montessoriano sono tutti contenuti nel libro Educare alla libertà di Maria Montessori. Possiamo riassumerli così:

  • il compito dei genitori è quello di educare i bambini all’indipendenza e di guidarli verso le loro conquiste;
  • non bisogna impedire ad un bimbo di fare qualcosa perché lo riteniamo troppo piccolo: diamogli fiducia e lasciamogli svolgere i compiti più semplici;
  • dal lato opposto, non bisognerebbe mai forzare un bimbo a fare qualcosa che non vuole;
  • bisogna abituare i bambini alla precisione e alla cura dei dettagli, in ogni operazione che svolgono. È un ottimo esercizio per sviluppare l’armonia del corpo e la precisione dei movimenti;
  • gli educatori dovrebbero solo osservare, limitando i loro interventi, incoraggiando il bimbo che sbaglia a correggersi da solo;
  • si dovrebbe educare i bambini al contatto con la natura e a prendersi cura degli esseri viventi, dalle piantine agli animali;
  • aiutate i bambini a sviluppare i suoi talenti, senza fargli pesare i suoi difetti;
  • fate in modo che l’ambiente scolastico sia accogliente e a misura di bambino;
  • non dimenticate mai che i bambini sono i viaggiatori della vita e noi adulti i loro ciceroni, che li spingono a notare dettagli che avevano trascurato e ad ammirarne la bellezza.

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