Parto distocico: di cosa si tratta e cosa fare? Il parto distocico è per definizione un parto difficoltoso che può mettere a rischio la salute di mamma e bambino. Vediamo cosa c'è da sapere sulle cause e su come affrontare questa eventualità.

Parto distocico: di cosa si tratta e cosa fare?

Ogni gravidanza, anche quelle che sembrano procedere senza particolari problemi, sono esposte al rischio di complicanze sia durante la gestazione che al momento del parto. È proprio per questo motivo una gravidanza fisiologica è comunque definita “a basso rischio”, proprio perché non si possono escludere complicanze. Tutto questo non deve spaventare o preoccupare i futuri genitori, ma solo renderli consapevoli degli eventuali campanelli d’allarme a cui fare attenzione per poter intervenire tempestivamente. Tra le complicanze che si possono presentare al momento del travaglio c’è anche la possibilità di un parto distocico. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi tutto quello che c’è da sapere su questo argomento.

Parto eutocico e parto distocico

Il parto distocico è un parto difficoltoso, in cui gli eventi si discostano dalla normalità e che richiede un intervento ostetrico manuale o strumentale per risolvere una situazione potenzialmente pericolosa per mamma e bambino.
Il parto eutocico, invece, si svolge dall’inizio alla fine senza alcun bisogno di intervento medico. Per fortuna è la situazione più comune e riguarda il 60/75% dei parti. Il parto eutocico è favorito da alcuni fattori:

  • dalla corretta presentazione del bambino;
  • dalla maturità del sistema nervoso fetale che consente al piccolo di effettuare le rotazioni necessarie per la discesa nel canale del parto;
  • dalla maturità dell’utero che permette la flessione e il modellamento della testolina del feto.

Quali sono le possibili cause di un parto distocico?

Possiamo racchiudere le cause del parto distocico in due grandi categorie. Si parla di distocia dinamica quando risulta alterata la capacità dell’utero di contrarsi, mentre si definisce distocia meccanica la difficoltà del bambino nel passare attraverso il canale del parto.
Nella distocia dinamica, l’utero può presentare contrazioni di frequenza o di intensità alterata che rendono difficoltoso il parto; questa eventualità si presenta più frequentemente in donne di età avanzata o che hanno avuto più parti precedentemente.
Le distocie meccaniche si verificano prevalentemente quando c’è una sproporzione tra la grandezza del feto e quella del bacino, dell’utero o della vulva della mamma, cosa che rende difficoltoso il passaggio nel canale del parto. Quando il bimbo è molto grande o si trova in una posizione che rende difficile il parto si parla in maniera più precisa di distocia fetale. Se un feto molto grande si presenta in maniera cefalica ma la spalla si blocca dietro la sinfisi pubica di parla invece di distocia di spalla. Si tratta di situazioni che non possono essere previste prima del parto, ma bisogna tenere conto che un travaglio prolungato può aumentare il rischio di sofferenza fetale, di rottura dell’utero della mamma e di emorragia post partum.

Parto distocico di cosa si tratta e cosa fare2

Come intervenire in caso di parto distocico?

Un parto distocico richiede sempre un intervento ostetrico per non mettere a rischio la salute e la vita stessa di mamma e bambino. Le manovre e le tecniche da mettere in pratica saranno esaminate e decise caso per caso, anche se molte di esse non sono esenti da rischi e conseguenze. Proprio per questo motivo, prima di procedere con qualsiasi manovra o tecnica, la partoriente deve essere accuratamente informata e deve dare il suo consenso, come prevedono anche le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il parto distocico va inevitabilmente trattato perché le sue conseguenze possono essere addirittura fatali per la mamma e per il suo bambino, ma l’intervento deve essere rispettoso del corpo e della dignità della mamma. A questo proposito è bene sapere che alcune delle manovre usate per risolvere la distocia sono da molti considerate inaccettabili perchè violano questo principio. La manovra di Kristeller, ad esempio, può provocare lacerazioni e lesioni perineali, distacco di placenta o rottura delle costole. L’uso del forcipe, invece, può causare lesioni alla colonna vertebrale del feto, che in alcuni casi possono causare paralisi o addirittura morte. Anche l’uso della ventosa ostetrica non è esente da rischi; bisogna quindi valutare caso per caso quale sia l’opzione migliore.

Speriamo che questo delicato argomento sia ora più chiaro. Se avete dubbi o domande potet farcelo sapere sui nostri canali social.