Macrosomia fetale: di cosa si tratta, cause e rischi Durante ogni gravidanza si effettuano delle ecografie per controllare che tutto proceda bene. Nel corso di questi esami viene valutato anche il peso stimato del bambino, per accertare eventuali casi di macrosomia fetale. Di cosa si tratta? Quali rischi si corrono? Ecco cosa sapere.

Macrosomia fetale di cosa si tratta, cause e rischi

Nel corso dell’ecografia fatta a 34-36 settimane di gestazione si fa anche una stima di quello che potrà essere il peso del neonato al termine della gravidanza. Se questo valore supera i 4 kg si parla di macrosomia fetale, una condizione da non sottovalutare perché porta a valutare l’eventualità di dover intervenire con un taglio cesareo. Noi di BlaBlaMamma vogliamo spiegarvi tutto ciò che c’è da sapere su questo argomento.

Macrosomia fetale, i valori da tenere in considerazione

Quando si può parlare con precisione di macrosomia fetale? Fino a qualche tempo fa la soglia era fissata intorno ai 4 kg, ma linee guida differenti, ad esempio quelle dell’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) fanno arrivare questo valore a 4,5 kg.
Il metodo classico per determinare se un feto è grande è la valutazione della biometria fetale, ovvero l’insieme di parametri che si rilevano tramite l’ecografia che viene fatta a 34/36 settimane e che definiscono la grandezza del bambino. Tra questi possiamo trovare, ad esempio:

  • circonferenza addominale;
  • lunghezza del femore.

Un altro metodo per valutare se il feto è grande è la misura della distanza sinfisi – fondo, cioè la distanza tra il punto più alto dell’utero, chiamato fondo, e l’inizio del pube, cioè la sinfisi pubica. Questa distanza viene misurata manualmente.
In entrambi i casi, però, si tratta di stime e non di dati certi e assolutamente attendibili.

Quali sono le cause e i fattori di rischio?

Ci sono diversi motivi per i quali un feto può crescere più della media. La causa di macrosomia fetale più frequente è il diabete materno, sia precedente alla gravidanza sia il diabete gestazionale. Un alto livello di glucosio nel sangue materno, infatti, provoca un aumento dei livelli di glucosio anche nel sangue del feto, che proprio per questo motivo produce un eccesso di insulina che porta alla crescita di tutti gli organi. In questo modo è più alto il rischio di macrosomia fetale.

Ci sono anche altri fattori di rischio più rari:

  • obesità o sovrappeso della mamma;
  • alto peso costituzionale, cioè causato da fattori genetici;
  • sindrome di Beckwith-Wiedemann;
  • sindrome di Sotos;
  •  sindrome di Marshall;
  • sindrome di Weaver;
  • iperinsulinemia congenita.[ 1 ]

Macrosomia fetale di cosa si tratta, cause e rischi

Quali sono i rischi per il neonato?

Questa condizione comporta alcuni rischi per il feto. Tra questi possiamo ricordare:

  • distocia della spalla al momento del parto: le grandi dimensioni del neonato possono portare all’arresto del bimbo una volta che è stata espulsa la testa, dal momento che le spalle non riescono a passare. In questo caso, per non lasciare troppo a lungo il nascituro nel canale del parto con il rischio di una carenza di ossigeno, il piccolo viene “tirato”; ne possono conseguire frattura dell’omero o della clavicola e stiramento del plesso brachiale con paralisi temporanea del braccio. Sono comunque problemi di poco conto che si risolvono nel giro di poco tempo. Si possono invece avere conseguenze anche gravi in caso di una riduzione prolungata dell’apporto di ossigeno durante il parto;
  • ipoglicemia alla nascita;
  • difficoltà respiratoria momentanea;
  • cardiopatia ipertrofica;
  • policitemia, cioè un aumento di globuli rossi nel sangue dovuto al diabete materno;
  • ittero neonatale.[ 1 ]

Ci sono possibili complicanze anche per la mamma, che nel caso di un parto vaginale può correre il rischio di riportare lesioni del perineo e danni al pavimento pelvico, che possono dare origine a incontinenza urinaria e fecale e prolasso uterino e vaginale. Sono quindi più alte le probabilità che si decida di procedere con un parto cesareo o con una induzione al parto alla 39esima settimana di gravidanza.

È sempre indicato il parto cesareo?

In caso di macrosomia fetale la gravidanza viene considerata a rischio, quindi la futura mamma dovrà sottoporsi a qualche esame in più. Tuttavia non è scontato che si debba procedere per forza con un parto cesareo che, lo ricordiamo, è una vera e propria operazione e come tale comporta anche qualche rischio.
Le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità[ 2 ] raccomanda il cesareo solo se il peso stimato del neonato supera i 4,5 kg e solo se la mamma è diabetica. Secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists[ 3 ], se la mamma non è diabetica, anche con un peso stimato di 5 kg, il cesareo viene ritenuta un’opzione che può essere considerata. Ci sono altri fattori da tenere in considerazione prima di fare questa scelta:

  • se ci sono stati parti precedenti e come sono andati, ad esempio considerare se la donna ha già partorito senza difficoltà bambini molto grandi;
  • se ci sono stati casi precedenti di distocia della spalla;
  • l’insieme di parametri come la lunghezza del bimbo, la posizione della testa del feto e la consistenza del collo dell’utero.

Un’altra possibilità, nel caso di un bimbo stimato di 4,5 kg o più ma in assenza di diabete materno, è quella di indurre il parto a 39 settimane, in modo che il bimbo non cresca ulteriormente. Anche in questo caso, però, non ci sono rigide indicazioni e la situazione andrà valutata volta per volta e discussa in modo approfondito.

Speriamo che ora l’argomento sia più chiaro; se avete dubbi, domande o esperienze da condividere potete farcelo sapere sui nostri canali social.

NOTE


1. Ospedale Bambino Gesù, Neonato grande per età gestazionale
2. Istituto Superiore di Sanità, Le aree grigie delle linee guida: i gemelli e la macrosomia nelle gravide diabetiche
3. AAFP, ACOG Issues Guidelines on Fetal Macrosomia