DSA, cosa sapere sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento dei bambini Si parla spesso di DSA, ma cosa sono i Disturbi Specifici dell'Apprendimento e come sostenere i bambini che ne soffrono durante il loro percorso scolastico?

DSA, cosa sapere sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento dei bambini

Ci sono alcuni bambini che, pur essendo intelligenti e con capacità cognitive pari a quelle dei loro coetanei, sembrano fare molta fatica a svolgere operazioni come leggere, scrivere o fare calcoli. In questo caso potremmo trovarci di fronte ad un bimbo con DSA (anche se dovrà essere sempre un professionista a fare questa valutazione). Intorno questa sigla c’è ancora un po’ di confusione: noi di BlaBlaMamma vogliamo fare un po’ di chiarezza sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento e spiegarvi quello che c’è da sapere.

Cosa si intende con la sigla DSA?

Questa sigla da qualche tempo è entrata a far parte del nostro vocabolario, ma in merito si fa ancora un po’ di confusione. La sigla DSA sta per “Disturbi Specifici dell’Apprendimento” e si riferisce a persone – adulti e bambini – che hanno un’intelligenza e delle capacità cognitive adeguate alla propria età, ma che manifestano delle difficoltà nell’apprendimento, soprattutto in relazione alla lettura, alla scrittura e al calcolo. Queste problematiche spesso emergono nei primi anni di scuola, ma alcuni segnali possono essere colti anche prima.

Quali disturbi rientrano in questa definizione?

Con DSA non si indica una sola problematica, ma una gamma di disturbi dell’apprendimento che coinvolgono diversi aspetti specifici. Si tratta di:

  • dislessia, un disturbo legato alla lettura. I bimbi (e gli adulti) dislessici faticano molto a leggere un testo in maniera corretta e fluente;
  • disgrafia, legato alla scrittura. Chi ne soffre ha difficoltà a scrivere in maniera leggibile perché non riesce a rispettare righe e spazi e spesso ha anche difficoltà ad impugnare bene la penna;
  • disortografia, un altro disturbo che coinvolge la capacità di scrittura e che porta a fare molti errori ortografici;
  • discalculia, un disturbo legato alla capacità di calcolo. Chi ne soffre ha difficolta a contare, a fare calcoli e a capire i concetti di quantità.

A volte capita che più di un DSA si manifesti nella stessa persona, rendendo la situazione più complessa e delicata.

BES e DSA: le differenze

I DSA non sono da confondere con i BES. I DSA sono infatti problematiche legate all’apprendimento (regolamentate dalla legge 170/10), mentre i BES, o Bisogni Educativi Speciali, sono disturbi che comprendono alcune difficoltà scolastiche; si possono manifestare durante l’età evolutiva e sono dovuti a a fattori sociali e culturali. In questo caso si fa riferimento alla Direttiva ministeriale DM 27/12/2012.

DSA, cosa sapere sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento dei bambini

Come riconoscere i DSA?

Riconoscere i segnali di questi disturbi dell’apprendimento in un bimbo non è una cosa semplice, ma prima si arriva ad una diagnosi e prima si potranno mettere in campo strategie mirate per facilitare l’apprendimento del bimbo.
Genitori e insegnanti hanno un ruolo fondamentale nell’individuare i segnali che possono far pensare a questi disturbi, approfondendo la situazione senza bollare il bimbo come svogliato o addirittura poco intelligente. Sono molti i bambini che vengono etichettati in questo modo e sgridati perché considerati cattivi scolari: in realtà hanno semplicemente un modo diverso di apprendere le cose, che non sempre la didattica tradizionale prevede. Inutile dire quanto questo atteggiamento demotivi il bimbo e lo spinga ad isolarsi e a chiudersi in se stesso.

I segnali da tenere d’occhio

In base all’età del bambino si possono cogliere alcuni segnali che possono far pensare a questi disturbi, ma presi singolarmente possono non essere rilevanti. Ci vuole l’intervento di uno specialista per mettere insieme tutti i tasselli e fare una diagnosi DSA, ma genitori e insegnanti possono tenere sotto osservazione alcuni elementi che possono far pensare ad un problema:

  • i bambini da 3 a 5 anni potrebbero aver difficoltà a riconoscere il significato di alcune parole, a pronunciarne correttamente altre e a suddividere le parole in sillabe. Possono anche avere difficoltà a memorizzare nomi, elenchi, poesie e filastrocche in rima;
  • i bimbi tra i 5 e i 7 anni possono continuare ad avere queste difficoltà, ma anche a contare e a tenere a mente le operazioni. A scuola l’apprendimento è lento e faticoso, con una scrittura poco chiara e scarse capacità di calcolo;
  • i ragazzi tra i 7 e i 12 anni hanno difficoltà a imparare le tabelline, a scrivere in maniera ortograficamente corretta, a leggere e a comprendere i testi. Hanno problemi a distinguere la destra e la sinistra e fanno confusione con numeri, concetti e simboli;
  • i ragazzi dai 12 anni in su hanno difficoltà nella lettura, nella pronuncia di alcune parole e nella scrittura, che si presenta disordinata, poco leggibile e piena di errori. La capacità di memorizzazione di concetti è difficoltosa e il vocabolario risulta abbastanza scarno.

In più, i bimbi con DSA possono anche avere difficoltà di movimento e di coordinazione e una maggiore tendenza a distrarsi. Spesso tendono a non rispettare le regole, senza curarsi troppo di rimproveri e punizioni.
Ognuno di questi segnali non indica con certezza un disturbo dell’apprendimento, ma deve essere tenuto sotto controllo con attenzione. Solo una valutazione diagnostica approfondita, con appositi test DSA, potrà togliere ogni dubbio.

DSA, cosa sapere sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento dei bambini

Le conseguenze dei disturbi dell’apprendimento non diagnosticati

I DSA non influiscono solo sul rendimento scolastico, anche se è propria a scuola che queste problematiche hanno l’impatto più forte. Il bimbo infatti non riesce a seguire bene le spiegazioni degli insegnanti e a comprendere i testi scritti, tende perciò a rimanere indietro rispetto al resto della classe. Questo provoca conseguenze a lungo termine nei rapporti sociali: questi bimbi, se il loro disturbo non viene diagnosticato tempestivamente, tendono ad avere problemi comportamentali e di socializzazione che si manifestano con la tendenza e isolarsi, ad essere aggressivi o ansiosi e a non avere rispetto per le regole. Non solo: tendono ad avere anche scarsa autostima e a credere di non sapere fare le cose come gli altri, perdono motivazione e sono in difficoltà ad affrontare situazioni nuove.

Il quadro normativo: la legge 170/10

Questi bambini hanno bisogno di essere seguiti in maniera costante e personalizzata in modo da poter facilitare sia l’apprendimento sia l’integrazione con il resto della classe. Proprio per questo lo Stato nel 2010 ha approvato la legge 170/10 per i DSA, che riconosce questo diritto ai bambini e stabilisce che possano godere di particolari aiuti scolastici. In particolare si tratta di:

  • misure dispensative che tengono conto delle difficoltà di questi alunni e prevedono quindi valutazioni orali e non scritte oppure basate sul contenuto, senza tenere conto dell’ortografia e della forma;
  • strumenti compensativi, cioè dei mezzi che possono aiutare i bambini con DSA nel processo di apprendimento.

DSA e strumenti compensativi, di cosa si tratta?

La legge prevede che per ogni bambino con una diagnosi DSA venga stilato un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che indichi le strategie più adatte e gli strumenti compensativi utili a sostenere l’apprendimento. Uno studente con DSA, infatti, può imparare esattamente come i suoi compagni grazie a interventi mirati e strumenti compensativi adatti al raggiungimento dell’obiettivo. Tra questi strumenti possono esserci la possibilità di registrare le lezioni o di usare testi in formato digitale, appositi software di sintesi vocale o di video scrittura, correttori di ortografia e tutto ciò che può risultare utile allo scopo. Non c’è però la possibilità di avvalersi di un insegnante di sostegno.

Speriamo che questo argomento complesso e delicato sia ora un po’ più chiaro. Se avete dubbi o domande potete farcelo sapere sui nostri canali social.

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